Le Regioni danno via libera al piano del governo Servono 300 milioni per finanziarlo e una legge.
CONTRASTARE il calo delle coperture prevedendo per legge l’obbligo delle vaccinazioni per chi si iscrive a scuola, e sanzionando i medici che sconsigliano questo strumento di prevenzione. Anche le Regioni hanno dato il via libera al nuovo piano vaccinale 2016-2018. Si tratta di un documento tecnico tradizionalmente approvato senza grandi clamori che, quest’anno, tiene banco a causa dei grossi problemi di copertura e anche per le strategie pensate per superarli. I numeri parlano di una diffusione media scesa sotto la soglia considerata di sicurezza, quella del 95%, in tutte le vaccinazioni. Ci sono aree d’Italia dove il dato è assai più basso e si teme tornino a diffondersi malattie ora sotto controllo.
Il piano vaccinale è stato scritto dal ministero e dall’Istituto superiore di sanità e ieri anche le Regioni lo hanno approvato. Manca solo l’ultimo ok, quello dello Stato-Regioni. Era atteso sempre per ieri ma il Mef ha chiesto un rinvio di qualche giorno, evidentemente per fare una valutazione economica. Del resto ci vogliono 300 milioni per rendere operativo il documento e, in questo periodo, i soldi per la sanità sono un tema spinoso. «La richiesta di rinvio è motivata da ragioni tecniche, il testo è complesso e il tempo per analizzarlo è stato scarso», ha detto il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta.
Le Regioni non hanno modificato il piano, nemmeno i passaggi più sensibili. Il primo riguarda gli alunni di materne ed elementari. È dall’inizio degli anni Novanta che non si prendeva più in considerazione l’ipotesi di vietare la scuola a chi non è vaccinato, ovviamente servirà una norma ad hoc. Nel testo del documento si legge che «dal nuovo piano potrà essere generata una normazione aggiornata, garantendo, peraltro, la protezione degli individui e delle comunità, con misure correlate, come, ad esempio, l’obbligo di certificazione dell’avvenuta effettuazione delle vaccinazioni previste dal calendario per l’ingresso scolastico». Questo passaggio sarebbe stato richiesto da alcune Regioni. Il secondo punto spinoso riguarda i medici.
Articolo intero su La Repubblica del 06/11/2015.
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