Gentile Antonio Padellaro, non crede che lo scandalo leghista delle “dentiere d’oro” in Regione Lombardia sia l’ennesima dimostrazione di un Carroccio che predica bene e razzola male?
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Che Matteo Salvini e i suoi amici padani stiano attraversando un pessimo periodo è dimostrato almeno da tre disastri. Primo, lo scandalo della sanità lombarda che, come lei dice, è soltanto l’ultimo di una serie di episodi di corruzione e malversazione che hanno coinvolto la Lega. O direttamente o nel ruolo di alleato solidale, come nelle vicende legate alle vacanze pagate dagli amici imprenditori che hanno finito per travolgere l’ex presidente Roberto Formigoni. Il suo successore, Roberto Maroni, si diverte invece a fare la figura del finto tonto, o a scelta quella del tonto col botto.
Quando di fronte alle prove schiaccianti contro il suo braccio destro Fabio Rizzi, egli cade dalle nubi (Zalone) e si dice “incazzato”, sembra il palo della banda dell’Ortica, che “era fisso che scrutava nella notte perché vederci non vedeva un’autobotte perché sentirci ghe sentiva un acident” (Jannacci). Ora, dopo la famosa ramazza con cui aveva spazzato il senatur Bossi e i suoi famigli maneggioni, come nuovo simbolo padano, Salvini (un altro sempre all’oscuro di tutto) potrebbe benissimo indossare una delle sue felpe con su scritto: “Sono un pirla”. Secondo disastro, il casino del centrodestra a Roma al quale il Matteo verde fornisce il suo fattivo contributo prima appoggiando la candidatura di Bertolaso, salvo poi accorgersi della sua impresentabilità causa processi in corso. Terzo, i dati Istat che smentiscono la propaganda leghista sulla inesistente invasione dell’Italia da parte di orde di migranti.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 21/02/2016.
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