Troppi ritardi dopo il via alla prescrizione online I farmaci acquistabili al di fuori della propria regione.
Nome dell’assistito e del principio attivo del medicinale che deve prendere. Ci mette pochi secondi il dottor Renzo Le Pera di Casalecchio di Reno (Bologna) a inserire i dati sul computer del suo studio. Da ieri quelle informazioni finiscono nel sistema centrale gestito da Sogei e sono visibili in tutte le farmacie d’Italia. «E il mio paziente potrà ritirare le medicine dove vuole, anche in una regione diversa dall’Emilia Romagna», spiega il medico mentre dalla stampante esce un foglio bianco con alcuni codici a barre.
Quel promemoria sta gradualmente sostituendo la ricetta rossa in tutto il Paese ed è anche la prova della rivoluzione che sta investendo il sistema sanitario. La giornata di ieri ha rappresentato un punto di svolta: ora è possibile acquistare farmaci prescritti dal medico di famiglia anche fuori dalla propria regione pagando il ticket in base alla residenza. Prima non era possibile.
La ricetta rossa per le richieste dei farmaci sta lentamente sparendo. La sua fine era stata sancita addirittura nel 2012 dal decreto sull’Agenda digitale. A fine 2013 le Regioni hanno iniziato a sostituirla con i promemoria in bianco e dovevano concludere il processo due anni dopo. Ma ci sono stati ritardi e ci vorrà ancora un po’ di tempo per arrivare in fondo. Alcuni farmaci, come l’ossigeno, e quelli per certe malattie croniche, vengono ancora segnati sulla ricetta tradizionale, obbligatoria anche quando l’ambulatorio ha problemi di connessione a internet. Inoltre per visite ed esami si segue quasi ovunque ancora la strada tradizionale. Per quanto riguarda le medicine invece siamo a buon punto: in media il 70% di prescrizioni sono fatte sul promemoria, con punte vicine al 90% in Veneto, Campania e Sicilia e uno scarso 35% in Liguria. Calabria e provincia di Bolzano sono ancora a zero.
Abbandonare le prescrizioni tradizionali serve a spendere meno e razionalizzare il sistema. Eliminare i blocchetti con le ricette permette di risparmiare decine di milioni di euro sui costi di acquisto e gestione dei fogli rossi, stampati su carta filigranata. Ma inserire tutto nel sistema Sogei permette anche di ridurre errori e falsificazioni e di tenere sotto controllo le prescrizioni e quindi la spesa farmaceutica.
Con il tempo anche il foglio bianco sparirà. L’unico posto dove questo è già avvenuto, dove cioè è in vigore la vera “ricetta dematerializzata”, è la provincia di Trento.
Articolo intero su La Repubblica del 02/03/2016.
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