Il mondo Lgtb manifesta a Roma e fa il bilancio sulle unioni civili “Si fa un piccolo passo avanti, ma i nostri figli non sono ancora tutelati”.
ROMA – Paul e Mauro si sono sposati in Canada nel 2004. Sono arrivati da Trieste coi loro figli di 10 e 8 anni. «Sono nati entrambi dalla stessa madre surrogata, una nostra amica», raccontano. Quando le unioni civili saranno legge trascriveranno il loro matrimonio nei registri italiani. «Per il resto è una farsa, non cambia nulla. Certo, i diritti ereditari, la reversibilità della pensione, sono cose importanti. Passi avanti. Ma per la legge italiana restiamo una famiglia divisa. Manca la stepchild adoption». Massimo, invece, è di Roma. A lui la possibilità di adottare il figlio del partner non interessa. «E non ho un desiderio di paternità », dice. «Però, al di là delle scelte personali, sono qui per quelle famiglie che non si vedono riconosciuti i loro diritti. Il caso di Nichi Vendola? Lo rispetto ma non lo condivido. Preferirei ci fosse la possibilità di adottare».
Matteo Pegoraro è di Padova: «La Cirinnà era nata per togliere una discriminazione e, invece, ne crea una nuova, quella che riguarda i figli delle coppie omosessuali ». Dietro la fontana dei leoni, in piazza del Popolo, chiacchiera con altri 2 amici, Gianni e Andrea. Insieme spiegano: «Questa legge, va detto, è un passo avanti rispetto al nulla. Se voglio mi potrò unire civilmente col mio partner. Si poteva fare 100. Ci siamo fermati a 60. Ma è meglio di niente ». Indossano tutti un braccialetto arcobaleno, il colore del movimento Lgbt, quello che si è ritrovato ieri a Roma sotto lo slogan “Diritti alla meta”.
E di arcobaleni, pur in una giornata di vento e pioggia, in piazza del Popolo ce ne sono migliaia, disegnati sui volti e sulle mani, stampati sulle bandiere dell’Arcigay agitate dai presenti: meno dei 40.000 dichiarati dagli organizzatori ma comunque tanti. Dopo lo “Svegliati Italia” del 23 gennaio al Pantheon (organizzato una settimana prima del Family day per dare una spinta al ddl Cirinnà), si ritrovano per fare quasi un bilancio della legge che attende ora il vaglio di Montecitorio. Ma, soprattutto per spingere verso il «matrimonio egualitario » e il pieno riconoscimento di tutti i diritti, figli compresi.
Chi ce li ha, li ha voluti portare in piazza: qualcuno sta sulle spalle dei papà, per vedere meglio il palco, qualcun altro dorme nei passeggini o gioca a scoppiare i palloncini colorati. I più grandi si sono anche fatti colorare un arcobaleno sul viso. Paolo, romano, sua figlia ce l’ha in braccio. Per lui, la nuova legge è «un microscopico passo avanti. L’obiettivo è arrivare al riconoscimento dei genitori omosessuali, all’adozione. Ma ce la faremo».
Non tutti sono così ottimisti. Giuseppina La Delfa, fondatrice delle Famiglie Arcobaleno la vede così: «Come lesbica la Cirinnà è una legge importante.
Articolo intero su La Repubblica del 06/03/2016.
preciso che ho detto : sono consapevole che la legge è di grande importanza per le coppie, gli anziani, le situazioni patrimoniali delle coppie ma è totalmente insufficiente e discriminatoria su tanti aspetti.