Gli spot partiranno (forse) a 28 giorni dalle urne: la legge ne prevede almeno trenta.
“Non si poteva impedire alle Regioni di fare la campagna per il Sì, visto che siamo gli unici comitati promotori – ha spiegato al fatto Piero Lacorazza, presidente del consiglio regionale della Basilicata e uno dei delegati regionali – perciò abbiamo discusso con la commissione di vigilanza Rai e con l’Agcom e siamo arrivati ad una conclusione inedita che prevede che i delegati regionali per i quesiti referendari possano partecipare alle tribune referendarie, ad esempio, come soggetti politici”. In Rai c’è però già la circolare sulla par condicio nei programmi giornalistici. Per quelli che non riguardano l’informazione, si chiede di firmare una liberatoria che vieta di parlare di trivelle.
La data.Intanto, c’è una data. Gli spot televisivi inizieranno ad essere trasmessi dal 19 marzo, a 28 giorni dal referendum (due in meno rispetto a quelli previsti dalla legge sulla par condicio). Un recupero sul filo del rasoio: già nei mesi scorsi i comitati No Triv avevano esposto i loro dubbi sui tempi eccessivamente ristretti intercorsi tra l’approvazione del quesito da parte della Cassazione e la decisione della data. Per fare campagna sia per il sì che per il no, dicevano, c’era troppo poco tempo e anche per questo motivo chiedevano un election day con le amministrative che non è arrivato.
Ora, si è costretti a fare tutto di corsa e anche l’informazione pura procede lentamente. “È inaccettabile che non si faccia informazione – dicono i No Triv -, non tanto per in No o per il Sì, quanto per il referendum in generale. Nè mass media nè governo sembrano interessati e manca ancora una comunicazione istituzionale”.
La campagna.A sopperire il dilatarsi dei tempi, ci stanno pensando però brand e Social Network. L’azienda della pasta “La Molisana”, ad esempio, ha rilanciato la pubblicità contro le trivelle già circolata nel 2011 quando si temeva sarebbero state bucate le Isole Tremiti, in Puglia, e quando in loro difesa si schierarono artisti come Lucio Dalla e Renato Zero. “Niente trivelle, solo fusilli” scrivevano riferendosi alla somiglianza tra i due oggetti. Oggi è uno dei post più apprezzati sulle piattaforme. La stessa idea è stata rilanciata da un’altra azienda di pasta e anche dall’impresa siciliana di vini “Planeta” con lo slogan “Noi trivelliamo solo tappi di sughero”. In primo piano, nella foto, un cavatappi in azione su una bottiglia di vino. Ieri, dalla sua pagina Facebook, anche Forza Nuova si è schierata a favore del Sì.
L’altro fronte. Quelli del No o, come preferiscono, quelli “contro il referendum”, si chiamano “Ottimisti e Razionali” (come anticipato da Fq Insider qualche settimana fa). Un comitato composto da personalità provenienti soprattutto dal mondo dell’impresa: come Chicco Testa, ambientalista pentito, oggi a capo di Assoelettrica a Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia.
A capo, Gianfranco Borghini, nuclearista con un passato da parlamentare nel Pci prima e poi nel Pds. Una delle loro prime mosse è stata la dura critica al rapporto di Greenpeace che dimostrava, su dati ministeriali, forniti dalla stessa Eni e basati su rilievi Ispra, come nei pressi delle piattaforme petrolifere ci fossero elementi tossici in concentrazioni superiori a quanto previsto dai limiti di legge.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 11/03/2016.
Perché votare SÌ al Referendum “no triv”.
L’estrazione del petrolio ha tre fasi: la prima con la fuoriuscita spontanea del greggio dopo la perforazione, la seconda con l’immissione di acqua per spingere la fuoriuscita del greggio e la terza con l’immissione di olio per spingere la fuoriuscita del greggio. C’è, poi, il fracking, che è la tecnica di frantumazione della roccia per l’estrazione. Il SÌ al Referendum farà sì impedisca lo sfruttamento degli impianti esistenti una volta scadute le concessioni proprio per trivellare la roccia con il fracking. Queste sono le mie motivazioni, espresse su The Economist: “Solar Energia Debates” – Can the solar energy save the word? (11/82) 06/11/2013
The Economist: “Solar Energy Debates” – Can the solar energy save the world? 06/11/2013
Pubblicato su: The Economist: “Solar Energy Debates”: ecco il mio commento! (11/82) Paola Giannone wrote:
Dear Sir,
IN FAVOUR OF SOLAR ENERGY IN THE DEBATES. The sun’s energy is clean, renewable and exhaustible. It can also be used when diluted and not constant over all the earth: it is necessary exposure for at least eight hours a day to capture it with photovoltaic panels, made up of modules of photovoltaic cells, which is the technology to produce electricity directly from the sun (PV panels can be mounted on roofs and facades of buildings) or through photovoltaic panels for power plants up to 10 MW. anhydride reduces emissions of carbon dioxide, CO2, sulfur dioxide, SO2, nitrogen monoxide, NO, nitrogen dioxide NO2, sulfuric acid H2SO4, etc. ..
Makes independent countries on imported fossil fuels, but require large territories to implant large solar power plants and the cost of PV systems is still very high, although there are incentives for their assembly.
Germany is willing to bear the costs of distribution of solar cells in a much larger number of purely economic calculation: the reason for doing so is to combat climate change.
AGAINST SHALE-FRACKING GAS IN THE DEBATES. For Fracking is the alarm of scientists: “Causes earthquakes also greater than 5 °.” “Science” was published three articles by American geologists, who demonstrate a correlation between the activities of fracking, hydraulic fracturing of the rock with injections of powerful injection of wastewater into the ground, even in the techniques used for geothermal energy, previously fractured, for allow the gas to rise to the surface for the extraction of natural gas and earthquakes occurred in the vicinity of drilling, from the 3rd to the 5th or even more. Not to mention that the land covered by these techniques may be more sensitive to the consequences of violent earthquakes in other parts of the world, whose seismic waves could produce disastrous repercussions.
Arch Paola Giannone, Tecnology’s teacher, Rome, Italy.
http://www.abb-conversations.com/2013/11/the-economists-solar-debate-shows-the-world-is-starting-to-see-the-light/
http://www.thegwpf.com/economist-debate-solar-energy-save-world/
Caro Signore, A FAVORE DI ENERGIA SOLARE nei dibattiti. L’energia del sole è pulita, rinnovabile ed esauribile. Può essere utilizzata anche quando è minima e non costante su tutta la terra: è necessaria l’esposizione per almeno otto ore al giorno per catturarla con pannelli fotovoltaici, costituiti di moduli di celle fotovoltaiche, che è la tecnologia per produrre elettricità direttamente dal sole (i pannelli fotovoltaici possono essere montati su tetti e facciate di edifici) o tramite pannelli fotovoltaici per impianti di potenza fino a 10 MW. L’anidride riduce le emissioni di anidride carbonica, CO2, l’anidride solforosa, SO2, monossido di azoto, NO, il biossido di azoto NO2, H2SO4 acido solforico, etc.. Rende i Paesi indipendenti dai combustibili fossili importati, ma si richiedono grandi territori per impiantare grandi impianti di energia solare e il costo dei sistemi fotovoltaici è ancora molto alto, anche se ci sono incentivi per il loro assemblaggio. La Germania è disposta a sostenere i costi di distribuzione delle celle solari in un numero molto maggiore per un calcolo puramente economico: la ragione per farlo è quella di combattere il cambiamento climatico.
CONTRO lo shale gas – fracking nei dibattiti. Per il Fracking c’è l’allarme degli scienziati: “Causa terremoti anche maggiori di 5°”. Su “Science” sono stati pubblicati tre articoli di geologi americani , che dimostrano una correlazione tra le attività di fracking e la fratturazione idraulica della roccia con iniezioni di potenti immissioni di acque reflue nel terreno, utilizzate anche nelle tecniche per l’energia geotermica, precedentemente fratturato, per permettere al gas di raggiungere la superficie per l’estrazione di gas naturale e si sono verificati terremoti in prossimità della perforazioni, dal 3° al 5° o anche di più. Senza contare che la terra coperta da queste tecniche può essere più sensibile alle conseguenze dei terremoti violenti in altre parti del mondo, le cui onde sismiche potrebbero produrre ripercussioni disastrose. Arch. Paola Giannone, docente di Tecnologia, Roma, Italia