Indagati dal procuratore del Vaticano l’ex presidente e l’ex tesoriere del Bambino Gesù “Ristrutturazione da 422mila euro con i soldi dell’ospedale”. Il cardinale: estraneo ai fatti.
ROMA – L’attico di Tarcisio Bertone, 296 metri quadrati al terzo piano del prestigioso Palazzo San Carlo all’interno della Città del Vaticano, è stato ristrutturato nell’autunno 2013 con il denaro dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Ora è certo, come rivelano le carte pubblicate dall’Espresso in edicola oggi. Di più, il costo della ristrutturazione è stato – perlomeno – di 422 mila euro (prima si era detto 200 mila euro, poi 310 mila) e l’ex segretario di Stato, oggi cardinale messo a riposo da Papa Francesco, sapeva della spesa sostenuta direttamente dalla Fondazione Bambino Gesù.
Un carteggio tra Tarcisio Bertone e l’allora presidente dell’ospedale e della Fondazione, Giuseppe Profiti, lo certifica.
Lo stesso Profiti e l’ex tesoriere della Fondazione, Massimo Spina, ora sono indagati in Vaticano. Le accuse per entrambi sonopesanti: peculato, appropriazione e uso illecito di denaro. Ieri la sala stampa della Santa Sede ha confermato le anticipazioni scritte sul settimanale da Emiliano Fittipaldi, autore, tra l’altro, del libro-inchiesta “Avarizia”. «Il cardinale non è indagato», ha poi precisato il vicedirettore Greg Burke. Interpellato da “Repubblica”, Tarcisio Bertone ha detto: «Sono come inchiodato alla croce, vengo crocifisso ogni giorno».
Tra le carte in mano alla gendarmeria vaticana e al promotore di giustizia ci sono sette fatture del 2014 intestate non alla società che ha eseguito il restauro (la Castelli Re di Gianantonio Bandera, fallita nel luglio 2015), ma a una holding con sede a Londra, la Lg Contractor, controllata sempre da Bandera, amico personale di Bertone. Il costruttore, oggi riparato in Iraq, ha offerto al Bambino Gesù uno sconto sui lavori edili del 50 per cento e si è formalmente impegnato a restituire alla Fondazione 310 mila euro (promessa non mantenuta). Perché tanta generosità? Nel tempo la Castelli aveva ottenuto da Bertone la possibilità di costruire parcheggi per le parrocchie di Genova, aveva quindi amministrato i beni della diocesi genovese destinati ai poveri, partecipato alle gare per i porti turistici di Santa Margherita e Lavagna e realizzato il nuovo polo romano del Bambino Gesù: auditorium, parcheggi interrati, poliambulatori e laboratori.
Le sette fatture versate al costruttore sono state pagate attraverso i conti Ior e Apsa della Fondazione e sono servite per saldare il parquet in listoni di rovere, il pavimento in marmo di Carrara e l’impianto audio-video del cardinale, un oggetto da 19 mila euro. Tarcisio Bertone, 81 anni, oggi vive ancora in quelle stanze, frutto di due appartamenti unificati. Il suo avvocato, Michele Gentiloni Silverj, ribadisce: «Il cardinal Bertone non ha mai dato indicazioni, o autorizzato, la Fondazione Bambino Gesù a pagamenti in relazione all’appartamento da lui occupato e di proprietà del Governatorato».
Articolo intero su La Repubblica del 01/04/2016.
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