Non solo Gemelli stava in commissione con Finocchiaro e Boschi: anche Colicchi, amicizie trasversali, spesso in Transatlantico.
C’era un altro uomo del “quartierino” – oltre Gianluca Gemelli, compagno dell’ex ministra Federica Guidi – che frequentava il Parlamento e s’intratteneva in Transatlantico. Il suo nome è Nicola Colicchi. È l’uomo che insieme a Gemelli aveva messo in piedi, secondo l’inchiesta della procura di Potenza, l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di influenze illecite che mirava, attraverso una serie di pressioni sul governo, a realizzare un imponente centro di stoccaggio nel porto di Augusta.
Per descrivere il ruolo e l’interesse di Colicchi nella vicenda, è sufficiente leggere il messaggio che Colicchi invia a Gemelli, nell’estate 2014, sull’iter della legge Navale che, con uno stanziamento di 5,4 miliardi di euro, sbloccava l’ammodernamento dell’intera flotta militare italiana. Un progetto fortemente voluto da un altro amico di Colicchi, il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi che, secondo l’accusa, in cambio s’impegnava ad aiutare il “quartierino” a realizzare il loro progetto ad Augusta. “Gianluca – scrive Colicchi – per favore potresti chiedere a Federica se firma il documento legge navale? E ancora lì?”. Ecco, Colicchi era in grado di chiedere a Gemelli se, “per favore”, l’ex ministra potesse darsi una mossa, e firmare l’atto da 5,4 miliardi. L’importanza di Colicchi, in fondo, sta proprio nel fatto che sembra un “signor nessuno”, privo di titoli per occuparsi di una legge da 5,4 miliardi: ex presidente della Compagnia delle Opere a Roma, il suo massimo incarico istituzionale è quello di presidente della Camera di Commercio di Siracusa. Eppure lo troviamo sempre in compagnia di uomini potenti, del calibro dell’ammiraglio De Giorgi, ad occuparsi di vicende di grande rilievo economico ed istituzionale.
Tra le sue conoscenze anche il deputato leghista – oggi al gruppo misto – Marco Marcolin. Il nome di Marcolin appare negli atti d’indagine quando Colicchi è preoccupato per un passaggio, in commissione Difesa, della legge Navale. Quando il parlamentare del Pd Gian Piero Scanu chiede, in commissione, che una parte dei soldi destinati alle navi passi al dicastero dell’Economia, quella “testa di cazzo” del sottosegretario Gioacchino Alfano – dice Colicchi – non avrebbe risposto adeguatamente. Colicchi ne parla con il suo amico Fabrizio Vinaccia, che definisce Alfano un “cerebroleso”, e i due si chiedono “come si possa adesso mettere a posto questa cosa”. “Colicchi – si legge nelle informative della Squadra mobile di Potenza – riferisce che la Valente si è arrabbiata quando l’ha saputo e pertanto interverrà su Alfano”.
In effetti Valeria Valente, candidata del Pd a sindaco di Napoli, è nella commissione Difesa. Interpellata dal Fatto però nega di aver mai conosciuto Colicchi. A differenza del suo collega di commissione, il trevigiano della Lega Marco Marcolin con il quale, dice Colicchi all’ammiraglio De Giorgi, ha un appuntamento “a cena a casa sua”. Si tratta dello stesso deputato Marcolin che, poche settimane più tardi, annuncia la sua candidatura a sindaco di Agrigento. “Colicchi nella sua Sicilia ha fatto campagna elettorale per me? Mah, forse qualche telefonata, e comunque non ne so nulla”, dice Marcolin, passato oggi al gruppo misto. “Considero Colicchi un amico, ma non ha mai fatto pressioni su di me per la legge Navale. Lo frequentavo nella cappella vicina al Parlamento, quella dei politici legati a Cl, dove l’ho visto spesso in compagnia dell’ex ministro Lupi. E non soltanto lì.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 11/04/2016.
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