Ciao ragazzi. Ero qua che stavo subendo un trampling da Rosario Dawson, quando d’un tratto il mio senso civico ha preso il sopravvento su quello ormonale (una rarità, per fortuna) e mi sono sovvenuti due aspetti. Il primo. Ieri, per superare il quorum referendario, servivano 25.339.142 + 1 votanti. A votare ne sono andati invece 16.288.000, cioè il 32,14% degli aventi diritto. Come ha notato Maurizio Malabruzzi, sono più di quelli che hanno votato i primi due partiti di questo paese nelle elezioni politiche del 2013. Pochi, quindi, ma neanche così pochi. Il secondo. Nel suo discorso sputicchiato della sera, la controfigurona debole di Mister Bean ha detto ieri (testuale): “I vincitori sono gli operai che domani torneranno a lavorare sulle piattaforme”. Cito l’amico e collega Carlo Tecce: “Il suo cinismo è spaventoso. Il renzismo finirà come il socialismo di Craxi”. Cinismo è la parola giusta. Cinismo, incompetenza e arroganza. Il mix dei paninari invecchiati e delle droidi vuote, ovvero l’80/90% della classe politica nazionale renziana. Si, “cinismo”.
Il cinismo di chi esorta ad astenersi “per Regeni”. Il cinismo di chi insulta chi va a votare come uno sfigato incurabile post-bimbominkia (“ciaone”). Il cinismo di chi usa gli operai per raccattare qualche voto, salvo poi piazzargli il noto ombrello di Altan lì dove non batte mai il Sole, tra una effusione con Marchionne e una mazzata in più allo Statuto dei Lavoratori. Come disse quel tale, Francesco Saverio Borrelli: “Resistere, resistere, resistere”. Questi faranno più danni della grandine, e se vi arrendete è finita. Vamos.
(Ora però scusate, che torno al trampling).
Da facebook.com/Andrea-Scanzi
Pidioti marci senza vergogna, ovviamente di destra. Maledetti loro e chi li vota.
http://www.beppegrillo.it/m/2016/04/il_governo_renzie_verdini.html