Via alle prove. Sui social network voci di irregolarità e interventi dei carabinieri. Ma il ministero smentisce I sindacati proclamano lo sciopero per il 23 maggio. Giannini: tempistica singolare, stiamo facendo assunzioni.
ROMA – Il concorso per assumere 63.712 docenti nella scuola italiana si apre — ieri mattina, per i primi 1.912 candidati — con svariati falsi allarmi nelle grandi città del Centro-Sud e poche gazzelle dei carabinieri davanti alle scuole. C’è un ampio blocco di irriducibili prof contro la Buona scuola, soprattutto precari impelagati in seconde e terze graduatorie d’istituto a rischio espulsione dal sistema, che da tempo hanno dichiarato guerra al concorso dell’era Renzi e sempre hanno scommesso — visti i molti problemi del bando — sul suo fallimento.
Così, di prima mattina, su diversi siti rilanciati dai forum intitolati “No al concorso truffa” inizia a leggersi: «Carabinieri al Liceo Virgilio di Roma». Non è vero. I 58 candidati delle prime prove — Storia dell’arte, laboratori di Liuteria, Scienze e altre tre classi di concorso — hanno affrontato lo scritto al computer senza intoppi. La preside del Virgilio attacca: «C’è qualcuno che continua a mettere in cattiva luce la nostra scuola» (spesso agli onori delle cronache, peraltro). Ancora, in rete: «Carabinieri all’Agraria di Palermo». Falsa notizia, ancora. «Carabinieri in alcune scuole di Napoli», non si dettaglia quali. Gli unici interventi certificati a sera dall’Arma — due — sono a Roma. Il più serio all’Istituto superiore via Salvini, Parioli, dove due insegnanti hanno chiamato il “112” quando i commissari d’esame non hanno voluto depositare il verbale di insediamento con le griglie di valutazione: «Dobbiamo solo somministrarvi le prove».
L’assenza delle griglie di valutazione sarà una dei motivi di contestazione nei tribunali. Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, dopo aver detto che ieri ha vinto la Costituzione, «questo è il concorso più grande nella storia della scuola italiana», ha voluto minimizzare anche il rischio Tar: «Hanno fatto ricorso poche unità di fronte a migliaia di candidati ». Ieri, tuttavia, il Consiglio di Stato ha portato in avanti la causa dei diplomati magistrali che chiedono di essere inseriti nelle cosiddette Gae (anticamera dell’assunzione) mentre a Roma il Tar ha ammesso in via cautelare due docenti al concorso anche se privi di abilitazione (un totem di quest’ultimo bando).
Che nella scuola italiana resista una carica antirenziana lo si è visto dai comizi sindacali tenuti dai davanti a Montecitorio, dove i confederali hanno proclamato lo sciopero generale della scuola il 23 maggio. «Il ministro deve aprire un confronto contrattuale», ha detto il segretario Cgil Susanna Camusso. La Giannini ha replicato: «Scelta singolare, abbiamo investito tre miliardi sulla scuola pubblica ». Prima, tra l’altro, nelle scuole c’è lo sciopero dell’area Cobas, il 12 maggio.
Articolo intero su La Repubblica del 29/04/2016.
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