Due incontri tra Graziano e l’imprenditore arrestato per camorra, sms e telefonate dopo le Regionali. A Casapesenna fece il pieno di preferenze
Due incontri tra il presidente del Pd in Campania e il presunto esponente del clan dei Casalesi. Uno prima e uno dopo le Regionali del 31 maggio 2015 alle quali il politico era candidato. Due incontri privati, fotografati dai carabinieri di Caserta, tra Stefano Graziano e l’imprenditore di Casapesenna Alessandro Zagaria. Più un terzo,a un’iniziativa elettorale. Su questi incontri, sulle telefonate, sugli sms e i whatsapp tra Graziano e Zagaria indagano i pm antimafia di Napoli per circostanziare le accuse di concorso esterno in associazione camorristica verso il consigliere regionale, autosospes dalla carica di presidente del Pd campano. Telefonate e messaggi intercettati dai quali trasparivano la gratitudine di Graziano verso uno dei suoi sostenitori e la soddisfazione per il risultato.
Contatti alla base dell’ipotesi accusatoria secondo la quale Graziano “avrebbe chiesto e ottenuto i voti al clan dei Casalesi” rivolgendosi a un imprenditore che due pentiti sostengono abbia fatto carriera con le forniture alle mense grazie “all’appoggio” del boss Michele Zagaria, suo omonimo, di Casapesenna. Secondo l’accusa l’esponente dem era “uno stabile punto di riferimento politico” del clan. Gli inquirenti indagano anche sul consenso raccolto da Graziano a Casapesenna: 320 preferenze, tre volte in più della seconda candidata più votata nel Comune di quasi 7.000 abitanti, feudo del clan Zagaria, dove il boss trascorse gran parte della latitanza in un bunker sotto una villetta di via Mascagni. Una persona su tre che nel 2015 votò Pd a Casapesenna scrisse “Graziano”.
I pentiti hanno spiegato ai pm che Alessandro Zagaria è il figlio di Francesco Zagaria del ristorante Il Tempio.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 28/04/2016.
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