L’emendamento del relatore: scatterà quando si scopre il reato. Stop dopo il primo grado.
La maggioranza non ha ancora trovato la quadra sulla prescrizione, ma il senatore Felice Casson assieme al collega Giuseppe Cucca, relatori della riforma penale in commissione Giustizia, entrambi del Pd, ieri hanno depositato degli emendamenti che provocheranno una bagarre politica e magari serviranno a smascherare (se ce ne fosse bisogno) chi non vuole che la giustizia funzioni. Per tutti, la prescrizione si bloccherebbe dopo la sentenza di primo grado. I termini di prescrizione scatterebbero non più da quando è stato commesso il reato, ma da quando viene scoperto.
Una maledizione non solo per corrotti e corruttori ma anche, ad esempio, per i responsabili di morti sul lavoro. Quei reati, si sa, vengono scoperti moltissimi anni dopo e la prescrizione li grazia quasi sempre. Inoltre, per i reati di corruzione la proposta è che i tempi vengano raddoppiati.
Dunque, grossi passi avanti rispetto al testo della Camera, che prevede per tutti solo il congelamento dopo la condanna di primo grado, ma a patto che si concluda l’Appello entro due anni e il processo in Cassazione entro un anno. L’approvazione di questi emendamenti al momento è quasi fantapolitica, considerato il fatto che per Ncd e Ala è troppo hard pure il testo di Montecitorio. Il Pd, si sa, vuole portare a casa la prescrizione, resta da vedere, però, se pur di raggiungere l’obiettivo i vertici del partito, visto il muro di gomma dei centristi, accetteranno un accordo al ribasso, magari con uno scambio sulle intercettazioni.
La battaglia in Senato è assicurata, Casson vuole andare fino in fondo, e con lui almeno una parte del Pd. Il M5S li voterebbe e quindi i voti dei centristi non servirebbero: “Sfidiamo il Pd a non farsi catturare dalle sirene di Verdini”, dice Enrico Cappelletti, capogruppo in Commissione di M5S. Casson e Cucca intervengono anche sulla delega intercettazioni al governo.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 28/05/2016.
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