Il leader replica a Cuperlo e attacca Airaudo e Landini: “La sinistra del no che gode a perdere”. D’Alema: “Farò la campagna sul referendum”.
ROMA – Giro elettorale per il rush finale con un occhio al referendum di ottobre e allo scontro dentro il Pd. A Torino Matteo Renzi, con il pretesto di attaccare i 5stelle, risponde a Gianni Cuperlo che profetizza la volontà di cacciare la sinistra dal Partito democratico: «Siamo l’unico partito in Italia che non butta fuori quelli che non la pensano come loro, che dialoga e discute, che pensa di essere una comunità, che si guarda negli occhi e non manda mail anonime, non manda persone a dirti ciò che devi fare e ciò che non devi».
Anche Massimo D’Alema però, durante una manifestazione elettorale a Isernia, parla di legge costituzionale e annuncia il suo impegno diretto nella campagna referendaria. «Sono felicemente presidente di un’istituzione culturale europea, sto viaggiando in giro per il mondo. Non cambierei la mia vita per nulla al mondo», questa è la premessa. «Mi impegnerò tuttavia, dopo le elezioni amministrative, mi impegnerò per la campagna per il referendum». A favore del Sì o del No? Questo l’ex premier non lo dice, ma la sua critica al combinato riforma costituzionale-legge elettorale è radicale. L’appuntamento decisivo per il Pd e per l’Italia, nelle parole dei membri del governo, è quello referendario. Da Berlino la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi parla di «spartiacque ». «Tutti noi – dice la Boschi saremo chiamati a decidere sulle riforme costituzionali. E il voto sarà uno spartiacque tra passato e futuro». Renzi fa sapere che per la campagna “Basta un sì” «sono state già raccolte 200 mila firme». E aggiunge: «Ormai l’Italia ha smesso di essere un problema a livello internazionale. Il combinato disposto di riforme più stabilità ha prodotto agli occhi dei nostri partner un capovolgimento della visuale molto interessante. Anche per questo insisto – ogni giorno, sempre di più – sull’incredibile valore che avrà il referendum di ottobre, anche per la credibilità del Paese all’estero ».
Non sono sufficienti le parole del premier per sopire l’allarma di una parte del Pd. Roberto Speranza sembra annunciare un momento caldo all’indomani del 19 giugno, giorno dei ballottaggi. «Per noi fino al secondo turno esiste solo l’impegno per far vincere il Partito democratico – spiega il leader della minoranza -. Siamo ogni due ore in un posto diverso per sostenere i nostri candidati. I nodi politici ci sono, sono tanti e sono molto seri, ma ne discuteremo soltanto dopo le amministrative ». Ad aiutare la campagna per le comunali serviranno anche i tavolini in tutta Italia del 16 giugno, quando il Pd, come spiega Renzi, festeggerà l’abolizione dell’Imu e della Tasi prima casa.
Articolo intero su La Repubblica del 31/05/2016.
Rispondi