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Archive for giugno 2016

Renzi

In che cosa consista il progetto a sostegno del sistema creditizio non l’hanno capito nemmeno gli istituti. Che hanno subito dichiarato di non averne bisogno. In realtà è evidente che un intervento è necessario, ma sulla capacità negoziale dell’Italia sorge più di un dubbio. Il timore è che la montagna partorisca un altro topolino.

“Siamo pronti a fare tutto il necessario, se servirà, per garantire la sicurezza dei risparmiatori e dei cittadini”. Parole solenni, che fanno tornare alla memoria il “whatever it takes” con cui il presidente della Bce Mario Draghi salvò l’euro nel luglio di quattro anni fa. A pronunciarle con fare solenne, però, non è Draghi, bensì il premier Matteo Renzi parlando delle banche italiane alla Cnn. E la frase fa subito tutto un altro effetto. E’ tre giorni che da Palazzo Chigi e dal ministero del Tesoro filtrano indiscrezioni su un piano pubblico d’intervento a sostegno dellebanche in deroga alle direttive Ue sugli aiuti di Stato. (altro…)

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mare
Cemento, erosione costiera, mala depurazione e beach litter. Le minacce per le coste che i cambiamenti climatici renderanno più fragili. “Uscire da politiche separate e puntare su tutela, turismo sostenibile, valorizzazione dei sistemi dunali: nuove politiche di sviluppo per le sponde del Mare nostrum”. Oltre settemila chilometri di coste con bellezze storiche, ambientali, geomorfologiche che determinano in modo significativo l’identità del Belpaese. Coste al centro di uno dei mari più delicati del pianeta per ragioni ambientali ma anche culturali e commerciali, banco di prova imprescindibile rispetto ai cambiamenti climatici, sui quali pesano le conseguenze di politiche miopi e inefficienze storiche.

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Vauro

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UE

Lo scenario.

C’è chi studia vie per scongiurare il “Leave”: da un secondo referendum al veto scozzese.

BRUXELLES – Dopo aver rinfacciato per decenni all’Europa la sua mancanza di legittimità democratica, le menti più sottili del Regno Unito si stanno esercitando da giorni a studiare il modo di mantenere la Gran Bretagna nella Ue nonostante il risultato inequivocabile del referendum, che ha decretato la volontà popolare di lasciare l’Unione europea. Secondo Gideon Rachman, del
Financial Times, l’idea tenterebbe lo stesso Boris Johnson, probabile prossimo premier britannico e leader dei conservatori che hanno abbandonato Cameron per fare campagna in favore del Leave.

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Le pmi

La protesta del M5s davanti al ministero dell’Economia e delle Finanze contro il patto di trasferimento, decreto che consente alle banche di ‘appropriarsi’ di un bene dopo tre rate non pagate. (altro…)

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PdLa raccolta non va benissimo e il partito manda lettere ambigue a militanti ed elettori.

Per fare la riforma ci vuole il referendum, per fare il referendum la tua firma conta. Se non l’hai ancora fatto, puoi andare nel tuo comune e firmare il modulo blu del comitato Basta un sì. Lorenzo Guerini”. Questo messaggio, via mail e sms, sta raggiungendo in questi giorni iscritti e militanti del Partito democratico.

Il Pd, infatti, sta raccogliendo le firme per il quesito sulla riforma costituzionale. Lo stesso sta facendo il Comitato per il No. La raccolta firme in realtà non è necessaria, perché per promulgare il referendum confermativo sulla riforma costituzionale basta la richiesta di un quinto dei membri della Camera o del Senato, cosa che è già avvenuta. (altro…)

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La segreteria Pd chiede impegno ai gruppi che hanno votato la riforma, anche i verdiniani. L’attacco di D’Alema: Matteo mi fa la guerra, deve lasciare il partito.

ROMA – L’allarme di Renzi è scattato ufficialmente nelle ultime ore: mancano migliaia di firme di sostegno al referendum costituzionale. Quota 500 mila va raggiunta entro l’11 luglio. Siamo poco sopra la metà. Per questo il Partito democratico ha chiesto anche agli altri partiti schierati con il Sì di fare la propria parte. Si è messa in moto, dunque, la macchina (un’utilitaria, certo) di Denis Verdini. Ala infatti sta distribuendo i moduli per raccogliere le adesioni dei cittadini. «Siamo indietro e tocca anche a noi», dice in Transatlantico il deputato verdiniano Luca D’Alessandro.

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Padoan

Nuovo crollo dei titoli del credito, il premier promette: “Il governo farà tutto quello che serve per garantire sicurezza”.

Le elezioni spagnole sono andate meglio di come temevano i mercati, ma le Borse continuano a scendere, le banche italiane sprofondano a Piazza Affari dopo la Brexit: il piano del governo per un ingresso diretto nel capitale degli istituti di credito, anticipato ieri dal Fatto, pare sempre più necessario, come lascia intendere lo stesso premier Matteo Renzi. Anche Financial Times e Bloomberg, sulla base delle proprie fonti, hanno confermato il piano in discussione per aumenti di capitale da parte dello Stato, per una cifra intorno ai 40 miliardi di euro. (altro…)

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Dal giorno successivo al patatrac, gli inglesi cercano forsennatamente di capire cosa diavolo sia quell’Unione Europea da cui hanno deciso di autoespellersi. Non è una freddura british, ma il freddo responso di Google. La seconda domanda più digitata sul motore di ricerca dai prodi secessionisti britannici risulta essere: «What is the Eu?» («Che cos’è la Ue?»). Seguita da un quesito non meno amletico: «What happens if we leave the Eu?» («Che succede se lasciamo la Ue?»). Ma non potevano chiederselo venerdì mattina? Magari avrebbero votato allo stesso modo, ma almeno dopo averci pensato su. Altro che «conoscere per deliberare». Questi prima hanno deliberato e poi, con molta calma, hanno incominciato a informarsi sull’oggetto e sulle conseguenze del loro voto. (altro…)

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GERMINA, nel dopo Brexit, una stranissima e inutile polemica. Chi fa notare la netta prevalenza dei “remain” tra i più giovani e i più istruiti, la netta prevalenza dei “leave” tra i più anziani e i meno istruiti, viene accusato di classismo e di snobismo. Ma quella spaccatura anagrafica non è un’opinione. È un dato: piuttosto clamoroso. E prenderne atto non implica (se non in sparute minoranze in crisi di nervi, e irrilevanti) mettere in discussione la democrazia, né ripudiare l’unico vero “uno vale uno” davvero messo in campo nella storia umana, ovvero il suffragio universale. (altro…)

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Baraldi

Il grande Carlo M. Cipolla divideva gli esseri umani in quattro categorie: gli intelligenti, che avvantaggiano sia se stessi sia gli altri; gli sprovveduti, che danneggiano se stessi e avvantaggiano gli altri; i banditi, che danneggiano gli altri per avvantaggiare se stessi; e gli stupidi, che danneggiano sia gli altri sia se stessi (quindi sono i più pericolosi di tutti). Noi, vista la ricorrente coincidenza fra la cronaca politica e quella giudiziaria, siamo abituati a iscrivere i politici nel club dei banditi: di solito danneggiano i loro popoli per fare i propri interessi. (altro…)

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Il discorso di Di Battista questa mattina in Aula alla Camera*

Presidente Renzi buongiorno. A parte questo applauso finale di rito, non si è beccato neanche un applauso. Lei ormai è abituato a beccarsi soltanto fischi e neanche dalla sua maggioranza neppure da renzianissimi, si è preso un applauso!
Può minacciare il lanciafiamme per calmarmi! Unica cosa che ci è venuta a dire qui, Presidente Renzi, è che i referendum vanno rispettati. Che belle parole! Quand’è che rispettate il referendum sull’acqua? Quand’è che rispettate il referendum sul finanziamento pubblico ai partiti? Perché Cameron, per un referendum che lui ha indetto, consultivo, e che ha perduto si dimetterà. Voi invece non vi dimettete neanche quando i referendum li perdete e li disattendete costantemente soprattutto quando ci sono di mezzo gli interessi di qualche lobbista dell’acqua pubblica. Lei ieri ha dichiarato: “L’Europa parli meno di banche e più di valori”. (altro…)

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Lincontro a tre

Rebus – La parola agli elettori. Francia, Italia, Germania e Stati Uniti: tutti sotto esame.

Il referendum britannico, indetto dal premier dimissionario Cameron anche per ragioni interne al partito conservatore, ha dimostrato che l’esito delle consultazioni popolari non può essere né gestito né previsto da chi detiene il potere.

In Europa e non solo in Europa, complici le crisi umanitarie (gli immigrati) ed economiche (la perdita del lavoro e la riduzione dei salari), spira un vento che tende a spazzare via i governanti per provare con alternative che vanno oltre i partiti tradizionali. (altro…)

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agricoltura

Nel 2015 il Pil è aumentato dell’1 per cento come il Nord Ovest e più del Nord Est Nelle campagne l’occupazione su del 3,3%, bene anche commercio e costruzioni.

ROMA – Il Sud inverte la rotta. Per la prima volta dopo sette anni di discesa il Pil delle regioni meridionali riprende a crescere. Nel 2015 la ricchezza prodotta è aumentata dell’1 per cento, più del resto del Paese (+0,8 per cento). A trainare questa ripresa meridionale è soprattutto l’agricoltura: +7,3 per cento in un anno. C’è un sud che si muove dove comincia a risalire l’occupazione (+1,5 per cento, pari a centomila posti, contro lo 0,6 per cento delle altre aree) anche se per tornare ai livelli pre-crisi mancano ancora all’appello quasi mezzo milione di posti di lavoro. Perché — va ricordato — la recessione italiana ha picchiato più duramente e più in profondità proprio nelle regioni del Sud. Non era successo in occasione delle crisi precedenti. E la ripresa, certificata ieri dall’Istat, si legge, così, anche come un rimbalzo dall’abisso in cui l’economia meridionale era precipitata. Mai comunque il Sud era andato meglio del Nord.

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renzi-cameron

Il giornalista Wolfgang Münchau dipinge uno scenario in cui al referendum costituzionale vincerà il no, l’esecutivo cadrà e si apriranno le porte per un’uscita del nostro Paese dall’euro e il collasso dell’intera Eurozona, “il più violento choc economico della storia”.

“L’Italia potrebbe essere la prossima tessera del domino a cadere”. L’editorialista del Financial Times Wolfgang Münchau prevede che il voto sulla Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, sarà solo l’inizio della fine dell’Eurozona, che sarà “distrutta”, “devastata” dal divorzio tra Londra e Bruxelles. E la prossima vittima sarà proprio Roma, o meglio il governo Renzi, che sul referendum costituzionale di ottobre si sta “prendendo una scommessa non meno rischiosa di quella di David Cameron“. Non a caso, gli ultimi sondaggi dopo la Brexit danno in vantaggio i no al 54%. Il giornalista dipinge uno scenario in cui alla consultazione vinceranno i contrari alle riforme, l’esecutivo cadrà e si apriranno le porte per un’uscita dell’Italia dall’euro e il collasso dell’intera Eurozona, “il più violento choc economico della storia”. (altro…)

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Giannelli

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civati

Il leader di Possibile dà il via alla campagna per il No alla consultazione di ottobre. E apre a tutti gli interlocutori, dal rottamato D’Alema al grillino Di Battista. Anche se non lesina attacchi agli ex compagni di partito. Ammettendo la sconfitta della sinistra alle elezioni amministrative.

Lancia l’iniziativa per il No al referendum sulle riforme: “Bisogna uscire dagli account Facebook”. È disponibile a parlare con tutti: “Per me alla campagna possono partecipare sia D’Alemache Di Battista”. Rifila una stoccata alla sinistra del Pd: “Mi fanno pena i tatticismi sulla Costituzione”. E sfida i 5 Stelle: “Tagliamo subito gli stipendi ai parlamentari”. Pippo Civati,deputato ex dem e leader del movimento Possibile, non le manda a dire, presentando il suo Tour RiCostituente, con il  primo appuntamento del 28 giugno in programma al Teatro dell’orologio, a Roma (altro…)

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Di MaioLuigi Di Maio (M5S) – “Il tema resta l’euro. Il referendum d’ottobre? Non è su Renzi, ma se perde lasci”.

Un eventuale governo dei 5Stelle non appoggerà l’uscita dall’Ue. A ribadirlo, dopo il blog di Beppe Grillo, è Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro del direttorio M5S in un’intervista a In mezz’ora su Rai3. “Mai messo in discussione la permanenza dell’Italia nell’unione Europea – spiega Di Maio – ma abbiamo sempre portato avanti il valore e l’idea del referendum perché i cittadini devono scegliere sui temi che li riguardano”. (altro…)

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RenziGuerini sul voto in Spagna: l’impasse di quel Paese deve far riflettere chi vuol cambiare, però ci confronteremo Spinte nel Pd per rinviare il referendum a dopo la Stabilità. No di Renzi: la data dipende dalla legge, non da me.

ROMA – «L’Italicum garantisce rappresentanza e governabilità », sentenzia il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini che pure aveva fatto delle aperture per modificarlo. Il nuovo stallo prodotto dalle elezioni spagnole rincuora i sostenitori della legge voluta da Renzi. Il costituzionalista Stefano Ceccanti, che ha scritto la bibbia delle riforme renziane, “La transizione è (quasi) finita” (Giappichelli editore) sintetizza: «Con il ballottaggio tra Rajoy e Sanchez, la Spagna avrebbe finalmente un vincitore e un governo». Il secondo turno infatti spazzerebbe via il tripolarismo che ormai regna sia nella penisola iberica sia in quella italiana. Ma è tutto così semplice?

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RenziRetroscena – Il Corriere della Sera lo incorona.

Ogni giorno, da un paio di anni, si compie lo stesso miracolo: lo spirito di Matteo Renzi, veicolato dal portavoce Filippo Sensi, si insinua nei retroscena politici e ispira le penne dei cronisti. Il miracolo colpisce, soprattutto, Maria Teresa Meli.

Secondo il Corriere della Sera, l’Europa non deve temere le conseguenze dell’uscita dalla Gran Bretagna, perché adesso il comando europeo passa nelle mani dell’Italia, cioè di Renzi. Scrive la Meli: “Sei mesi per salvare l’Europa. È questo il ‘timing’ di Matteo Renzi. È questo l’obiettivo che, secondo il premier italiano, devono raggiungere assolutamente i tre leader dei maggiori Paesi fondatori della Ue, che si incontreranno domani a Berlino. (altro…)

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