Il ministro in tv: “Con i Cinque Stelle Torino perderà 250 milioni per la Città della Salute”. Fassino: “Non era sua intenzione”.
Se vince l’Appendino Torino perde 250 milioni di euro stanziati dal governo per creare il parco della Salute. Di questo mi preoccuperei”. Manca poco all’ora di pranzo quando ieri Maria Elena Boschi dà fuoco alle polveri, intervistata da Maria Latella su SkyTg24. Il ministro irrompe nel ballottaggio di Torino che fra sei giorni vedrà contrapposti il sindaco uscente, Piero Fassino, e Chiara Appendino.
La candidata dei Cinque stelle, poco dopo, è impegnata nel confronto con il rivale a In1/2ora su Rai3 e replica: “Mi preoccupano le affermazioni della Boschi, che dice che se vincono i Cinque stelle non arriveranno i finanziamenti. Mi pare che il Pd tratti i soldi dei cittadini come se non fossero dei cittadini”. Lo stesso Fassino, a questo punto, non nasconde un certo imbarazzo per la minaccia governativa: “Non credo sia nelle intenzioni del ministro Boschi qualsiasi atteggiamento di questo genere”. Il ministro, colpita nel vivo, non resiste alla tastiera del cellulare e scrive su Twitter: “Ma perché la Appendino dice bugie su di me? Parli di Torino, non del governo”. Segue ulteriore controreplica: “Quindi Boschi smentisce le sue parole?”. Niente affatto, chiude il ministro: “Confermo. Se rinunciate al progetto, rinunciate al finanziamento. Non è un ricatto. Legga Chiamparino”. Non si capisce a quale scritto si riferisca la Boschi e, purtroppo, il cellulare del governatore del Piemonte, cercato dal Fatto, squilla a vuoto per tutto il giorno.
Il progetto della nuova Città della Salute riguarda il trasferimento degli attuali ospedali Molinette, Sant’Anna, Regina Margherita, Cto e della Facoltà di medicina dell’Università di Torino. Il trasferimento avverrà se saranno avviati e conclusi i lavori al Lingotto, nell’area ex Avio-Oval in 194 metri quadri di proprietà della Regione e in 124 appartenenti alla Fs Sistemi Urbani.
Così Chiamparino lo scorso dicembre: “Si tratta dell’intervento infrastrutturale più importante per Torino da oggi ai prossimi dieci anni. Su questo progetto mettiamo in gioco tutta la nostra credibilità”. La Regione aveva appena approvato lo studio di fattibilità e la delibera di stanziamento dei 12,5 milioni di euro “indispensabili per sbloccare la tranche da 250 milioni ferma a Roma”, spiegò il governatore. Il progetto, complessivamente, costerebbe tra i 600 e i 700 milioni di euro, infatti seguono successivi appelli della Regione ai privati, tra questi la Compagnia San Paolo di cui lo stesso Chiamparino è stato presidente dal 2012 al 2014.
Il 27 aprile scorso arriva quindi il sì del governo – con il relativo finanziamento promesso di 250 milioni, firmato dal nucleo di valutazione del Ministero della Salute – allo studio di fattibilità della Regione. Quindi il 24 maggio, a dodici giorni dal primo turno elettorale del 5 giugno, la giunta di Piero Fassino approva “le prefigurazioni urbanistico-territoriali, rimodulando le destinazioni previste e le relative superfici, e offrendo una previsione di utilizzo delle aree oggi occupate dalle strutture ospedaliere in attività, come le Molinette, il Regina Margherita e il Sant’Anna”. L’approvazione della giunta di Torino avviene, quindi, nei trentacinque giorni precedenti il voto in cui le uniche misure possibili sarebbero quelle relative all’ordinaria amministrazione, non certo a progetti di indirizzo politico.
Sulla Città della Salute la posizione di Chiara Appendino è nota, preferirebbe il progetto del 2011, sul quale erano d’accordo Chiamparino, allora sindaco, e il governatore leghista Roberto Cota: prevedeva una ristrutturazione, con costruzione di due nuove torri, nell’area delle Molinette.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 13/06/2016.
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