Tanto costeranno alle casse dello Stato le discariche abusive disseminate lungo la Penisola. La Corte dei conti del Lazio indaga per danno erariale.
Una multa da 40 milioni di euro ogni sei mesi, 80 l’anno, ben 120 da quando nel dicembre 2014 l’Unione europea ha decretato con sentenza che dobbiamo pagare finché non avremo messo in sicurezza e bonificato l’immenso giacimento di discariche abusive presenti in Italia. L’incapacità dello Stato di fare ordine nella nostra monnezza, insomma, ci costa il doppio di quanto risparmieremmo – secondo i calcoli del governo Renzi – abolendo il Senato; ma non risultano campagne martellanti per la risoluzione del problema. Anzi. S’è dovuta muovere la Corte dei Conti del Lazio che ha appena aperto un fascicolo per danno erariale.
L’indagine è stata affidata al Corpo forestale dello Stato – sotto la direzione del comandante regionale dell’Umbria Guido Conti, già noto per aver scoperchiato e mandato a processo la super discarica di Bussi, in Abruzzo – e la delega è stata firmata dal vice procuratore generale Massimo Perin. L’obiettivo: individuare i responsabili delle inerzie, discarica per discarica, comune per comune, regione per regione. E il caos nella gestione delle discariche abusive è già fin troppo evidente.
Il ministero delle Finanze ha da poco chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato per capire come regolarsi sul risarcimento delle multe che siamo costretti a pagare all’Ue. Nelle scorse settimane sono state inviate alle Regioni lettere per chiedere il pagamento delle relative sanzioni. Alcune Regioni hanno fatto ricorso. Altre hanno risposto che la responsabilità è dei Comuni. E così martedì, su delega della Corte dei conti, gli agenti del Corpo forestale si sono presentati negli uffici del Ministero dell’Ambiente: hanno acquisito i documenti che riguardano tutte le discariche italiane e hanno già avviato le prime audizioni dei dirigenti responsabili del settore.
L’indagine quindi è già operativa. E nasce da una serie di esposti inviati alla Corte dei conti siciliana da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, l’europarlamentare Ignazio Corrao, Claudia Mannino deputata alla Camera, Gianpiero Trizzino deputato regionale in Sicilia. Per comprendere la situazione è sufficiente leggere uno stralcio dell’esposto: “Per la discarica di contrada Zabbia, il Comune di Monreale si era impegnato a presentare il progetto esecutivo della messa in sicurezza entro il 31 maggio 2015. Nonostante i solleciti da parte dell’assessorato del 20 aprile 2015 e del 20 maggio 2015, il Comune non ha ancora trasmesso il progetto esecutivo”. E non è finita. “In questo caso – continua l’esposto – all’inerzia amministrativa della Regione dal 2 dicembre al marzo 2015, si segnala la completa irresponsabilità da parte del Comune di Monreale che, al 2 giugno 2015, non aveva riscontrato la richiesta dell’assessorato di predisporre il progetto esecutivo”.
Il risultato di questa gestione, secondo l’esposto, è il seguente: “Questo coacervo di responsabilità amministrativa ha causato l’erogazione della sanzione di euro 200 mila da parte della Commissione europea, con evidente danno erariale”. Non si tratta di un caso unico, in Sicilia: “Situazione analoga”, si legge ancora nel documento, “si verifica per ciò che riguarda la discarica in contrada Petulenti (Comune di Paternò) dove, nonostante i solleciti della Regione, il Comune non ha trasmesso alcun progetto di messa in sicurezza…”. Una situazione che va moltiplicata per ben 218 discariche. Già nel 2007 la Corte ha dichiarato che l’Italia era venuta meno, “in modo generale e persistente, agli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti”, inclusi discariche e rifiuti pericolosi.
Nel 2013 aveva contato 218 discariche (in 18 regioni) non conformi alla direttiva. Tra queste 16 contenevano rifiuti pericolosi. Nel 2014 arriva la sanzione: 40 milioni di multa semestrali dai quali sottrarre, al costo di 200 mila euro ciascuna, le discariche regolarizzate. E le discariche tuttora irregolari – per una multa pari a 200 mila euro ciascuna – ammontano oggi a circa 160: parliamo di una sanzione semestrale che quindi, oggi, si aggira intorno ai 32 milioni di euro. La maggior parte delle criticità si trova nel centro sud, con 50 discariche in Campania, 45 in Calabria, 30 in Abruzzo, 10 in Sicilia e Puglia, 6 in Veneto, 5 in Toscana, 4 in Liguria, 2 nel Lazio, una in Umbria, Marche, Lombardia e Piemonte.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 15/06/2016.
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