Luigi Di Maio (M5S) – “Il tema resta l’euro. Il referendum d’ottobre? Non è su Renzi, ma se perde lasci”.
Un eventuale governo dei 5Stelle non appoggerà l’uscita dall’Ue. A ribadirlo, dopo il blog di Beppe Grillo, è Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro del direttorio M5S in un’intervista a In mezz’ora su Rai3. “Mai messo in discussione la permanenza dell’Italia nell’unione Europea – spiega Di Maio – ma abbiamo sempre portato avanti il valore e l’idea del referendum perché i cittadini devono scegliere sui temi che li riguardano”.
Pressato dall’intervistatrice, il potenziale candidato premier dei 5Stelle nega che il Movimento abbiamo compiuto una capriola alla vigilia della Brexit con il post sul blog e spiega che il tema è e resta l’euro: “I cittadini si devono pronunciare sulle politiche monetarie. Non vedo un cambiamento”.
Per un referendum sulla moneta unica, serve però una modifica costituzionale (è un tema che non può essere soggetto a consultazione popolare), ma la legge di iniziativa popolare (200 mila firme raccolte) non è mai stata calendarizzata da quando il Senato, a luglio 2015 ha respinto la proposta (favorevole solo la Lega Nord). Di Maio, però, non spiega come si possa rimanere nell’Unione senza l’euro, visto che non è prevista nessuna procedura di uscita dall’Eurozona.
Tornando alla Brexit, per il vicepresidente della Camera il referendum inglese “è stato un trionfo della democrazia. E dovremmo abituarci in futuro alle consultazioni sui singoli temi perché i cittadini sono insoddisfatti di rappresentanti politici che scompaiono il giorno dopo che hanno votato. Noi però – ha continuato – crediamo nell’Ue.
Abbiamo eletto 17 europarlamentari affinché si possa mettere mano alle follie che ci sono: questo è un momento in cui l’Unione ha avuto lo scossone che si meritava. O lo coglie o non saranno i referendum a dissolvere l’Ue ma si dissolverà da sola. Per fortuna siamo ad un momento prima”. Lo scenario delineato è quello di uno Tsunami con il M5S che mostra il volto rassicurante: “Ho capito che anche in Francia si attendono uno Tsunami che si chiama Le Pen, in Germania si chiama Alternative fuer Deutschland. Dovreste essere rincuorati da noi”.
L’intervista è poi l’occasione per attaccare Matteo Renzi: “Non è riuscito a cambiare nulla durante la presidenza del semestre europeo. Domani, in vista del vertice con Hollande e la Merkel, chiameremo il premier alle sue responsabilità. Noi presenteremo una risoluzione impegnativa con tre punti fondamentali: immigrazione, credito alle imprese e sostegno al reddito dei cittadini”.
Infine l’affondo sul referendum costituzionale di ottobre: “Non sarà per noi un voto contro o a favore di Matteo Renzi.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 27/06/2016.
Il referendum sull’euro è il minimo! Ma questo governo neofascio ovviamente se ne fotte. Quando si voterà sarà sempre troppo tardi.