Basta sessismo, basta misoginia: è ora di cospargerci il capo di cenere e di scusarci dolenti con la ministra Maria Elena Boschi, vittima dell’ormai famigerata vignetta pseudosatirica di Riccardo Mannelli, noto sporcaccione. Purtroppo, per come siamo fatti, ci mancano le parole, e soprattutto le rime, per il ditirambo cui Ella avrebbe diritto. Dunque ci perdonerà se prendiamo a prestito gli endecasillabi del miglior giornalismo italiano, che in due anni e più di impegno governativo, vergin di servo encomio, ha ampiamente reso giustizia alle Sue innumerevoli virtù.
Giaguara e Amazzone. “La Giaguara Boschi, l’avanzata dell’’amazzone’ di Matteo” (La Stampa, 22.2.2014).
La Signorina degli Anelli. “Maria Elena Boschi ha giocato ripetutamente con l’anello che porta all’anulare sinistro” (Corriere della Sera, 17.7.14). “L’anello di Maria Elena Boschi ha destato molta curiosità” (la Repubblica, 17.7.14).
La Fata dagli occhi turchini. “Maria Elena Boschi. Proprio lei, la fascinosa portabandiera del governo Renzi, ieri mattina ha smesso di sorridere, ha socchiuso gli occhi e – per la prima volta – ha alzato la voce… Si son girati tutti per vedere la ministra con gli occhi azzurri… che attaccava perentoriamente – perdendo di colpo l’imbarazzata dolcezza della matricola – gli avversari della sua riforma, avvertendoli con voce severa… Nell’austera aula chiamata a votare la sua abdicazione, teneva le mani giunte per precisare il concetto e poi le apriva per scandire la vacuità fasulla dei suoi contestatori… Finché, a un certo punto, ha tirato fuori dalla tasca del suo tailleur-pantalone grigio argento la citazione di un notissimo personaggio politico toscano. Che non era Renzi, stavolta, ma… Amintore Fanfani…” (Sebastiano Messina, la Repubblica, 22.7.14).
La Ministra Multitasking. “Hostess, cuoca, atleta. La ministra multitasking. Viaggi, missioni, incontri istituzionali. I mille volti di Maria Elena Boschi” (Il Venerdì di Repubblica, 15.8.14).
La Dolce Custode. “Mogherini, Boschi, Madia, Guidi, Lanzetta e Pinotti non sono le rose del ventennio, né le lupe di Silvio e neppure le amazzoni di Bossi. Sono invece la dolcezza della gens nova, non affamate ma pronte a perdersi nella politica… rassicuranti e pacificanti custodi dell’irruenza del capo” (Francesco Merlo, la Repubblica, 22.2.2014).
Sweet Mary Ellen. “Il fascino Maria Elena. La seduzione Boschi. I suoi sguardi salvano l’alleanza di governo e dal Transatlantico spianano la strada di Mattarella verso il Quirinale. Il ruolo della renzianissima non è quello della pasdaran. Tutt’altro: è quello della mediatrice dolce, della negoziatrice sweet-fascinosa, di quella che si ritaglia il ruolo della poliziotta buona – convincere gli alfanei con il suo garbo, far riflettere i berlusconiani e rabbonirli con il suo sorriso… Lei, Sweet Maria Elena, per portare dalla sua parte i democristiani degli altri partiti ricorda loro – e a volte non ha bisogno di ricordarlo – le proprie origini cattolico-popolari. Faceva pure la madonnina in un presepe vivente… Vestitino provenzale da madonnina aretina, all’inizio della giornata anche un golfino blu da collegiale (che poi si toglie quando il gioco si fa duro), calze nere e scarpe marroni. Lei li ammalia e loro sono ammaliati da lei” (Il Messaggero, 31.1.15).
La Ragazza dell’Ascensore. “Quando all’ora di pranzo le porte dell’ascensore di Montecitorio si chiudono su Matteo Renzi e Maria Elena Boschi l’attenzione cade sui mutui sorrisi, sui gesti fluidi e confidenti, sull’assenza assoluta di segni di stanchezza e di fastidio dagli abiti senza una gora, dai volti senza un gonfiore da insonnia” (la Repubblica, 1.2.15).
La Molto Bionda. “Maria Elena Boschi subisce molte, molte malignità da parte della stampa italiana perché è bella e bionda, molto bella e molto bionda, ed è, allo stesso tempo, una giovane avvocato capace di mettere in soggezione e che sa molto bene il fatto suo ed io non vorrei mai essere dalla parte opposta alla sua ad un tavolo di confronto” (Gianni Riotta, Institute of International and European Affairs, 9.9.14).
La Santa di Arezzo. “La bella avvocata toscana una vita privata non ce l’ha da quando Renzi l’ha portata al governo… Single per necessità, sogna una famiglia, ma adesso non può permettersela… Maria Elena Boschi assomiglia sempre di più alle nobildonne rinascimentali che lasciano beni e affetti perché rapite da una vocazione religiosa. Una Santa Teresa d’Avila che, scolpita dal Bernini per Santa Maria della Vittoria, a Roma, acquista sensualità nel momento in cui la trafigge la freccia dell’estasi divina” (Bruno Vespa, Panorama, 21.7.14).
La Clarinettista Gobettiana. “Avvocata di successo, discreta clarinettista, ex catechista… cattolica tendenza Francesco… Non una rivoluzionaria catto-comunista, al contrario, una cattolica liberale, gobettianamente parlando… Con un punto di riferimento fondamentale: la famiglia. Padre, madre, fratello e cognata, nonna, ma soprattutto nonno Gloriano, tenace e bellissimo, occhi molto azzurri che le ha lasciato in eredità, profilo da Paul Newman… Non è una: è tremilacinquecento… Una macchina da guerra ossessionata dall’idea della meritocrazia: ‘È proprio per questo che sono qui’… Una di quelle persone per cui il linguaggio non è un abbellimento, ma una qualità della visione… E una grande passione politica… le unioni civili… una piccola rivoluzione copernicana… Lei resiste. Incassa. Soffre” (Andrea Malaguti, La Stampa, 16.1.16).
Un po’ Beyoncé un po’ Swift. “Boschi icona del femminismo. Il segreto della ministra: linguaggio semplice e lagnarsi mai… Là dove altre belle della politica hanno fallito, Maria Elena Boschi sembra avere fatto centro… Tira dritto e malgrado le osservazioni su tacchi capelli e decolleté siano entrate a pieno titolo nel dibattito che la riguarda, il messaggio che lancia è post-seduttivo… La precisione con cui non si perde dietro alle battute che le vengono rivolte – si può chiamarle molestie? – è segno di un’autentica professionalità di genere… Diciamolo, se fosse una pop star afro americana sarebbe Beyoncé, e se avesse vinto due Grammy Awards sarebbe Taylor Swift” (Francesca Sforza, La Stampa, 13.5).
L’Idola delle Folle. “Gli astigiani, alcuni eleganti, altri in pantaloncini corti, hanno aspettato la ministra Maria Elena Boschi in strada e nell’androne di Palazzo Ottolenghi (ad Asti). I più previdenti sono saliti quasi un’ora prima ad occupare i posti nel salone ricco di stucchi e specchi dorati. Ma per tanti non c’è stato posto… Lei, abito nero, nessun gioiello, tranne il sorriso e un anello…” (La Stampa, 7.8.2016).
Che aggiungere, ancora, nel nostro piccolo? Che Ella è brava, avvenente (ma solo quel tanto che non guasta), dolce, premurosa, simpatica, spiritosa, autoironica, indispensabile, infaticabile fucina di idee, dal carattere intrepido, dai modi frugali, dalla morale ascetica, onesta anche più del padre, competente, ministra per puro merito, grande avvocato, giurista di chiara fama, ingiustamente ancora sprovvista di una cattedra di diritto alla Sorbona e ad Harvard, autrice di un’impareggiabile legge elettorale e di una sopraffina riforma costituzionale, può considerarsi a pieno titolo uno dei nostri maggiori contemporanei.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 12/08/2016.
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