Il decreto.
Anche i Comuni non serviti da Equitalia chiedono le stesse agevolazioni sulle tasse incagliate Rebus gettiti: l’Iva telematica vale 9 miliardi, la voluntary zero.
Scoppia il caso dei Comuni esclusi dalla rottamazione delle cartelle. Sono 4.364, il 55% del totale e da anni si sono staccati da Equitalia o non se ne sono mai serviti. Tra questi Milano, Torino, Verona, Bari, Firenze, Bologna, Livorno, Ascoli Piceno. Il decreto fiscale non estende anche a loro l’abbuono di sanzioni e interessi di mora. «Ma così si creano cittadini di serie A e serie B», reagisce Antonio Decaro, neopresidente dell’Anci. «Chiedo al Parlamento di rimediare. Tutti i sindaci hanno bisogno di liberare un po’ di liquidità e spenderla in servizi, visto che ogni anno accantonano 2,5 miliardi nel fondo per i crediti inesigibili. È un fatto di giustizia». In totale, sono 20 milioni gli italiani che hanno pendenze con Equitalia, il 53% inferiori ai mille euro.
Quello dei Comuni esclusi non è l’unico nodo aperto. L’altra critica che monta è riferita al dopo. A quando cioè la rottamazione finirà e sanzioni e interessi – definiti «vergognosi» dal premier Renzi – torneranno a galoppare come prima. Il decreto garantisce 4,3 miliardi di nuove entrate nel 2017: 2 miliardi dalla rottamazione e altri 2 dall’obbligo di fatturazione telematica trimestrale dell’Iva (9 miliardi in tre anni). Tuttavia manca all’appello il gettito della voluntary disclosure, cifrato dalla Ragioneria a zero (dai 2 miliardi annunciati), dopo la retromarcia del governo sul condono per contante e cassette di sicurezza. Una grana in più nella manovra di bilancio, in arrivo in Parlamento.
Da La Repubblica del 24/10/2016.
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