L’assegno – Il M5s celebra la restituzione di 80 milioni. E il premier: “La riforma ne fa risparmiare 500”.
Grillo rilancia con un assegno da 80 milioni, nella Firenze del rottamatore. E lui, Matteo Renzi, ritira fuori la promessa delle promesse: “La riforma costituzionale farà risparmiare 500 milioni”. L’ultima settimana in vista del referendum si gioca anche a suon di cifre, in un corpo a corpo tra i 5Stelle che urlano No e il Pd renziano che ha bisogno del Sì per tenersi tutto.
E la nuova miccia l’accende il fondatore del M5s, Beppe Grillo. È lui, ieri mattina, l’attrazione a Firenze dell’ormai consueto Restitution day, in cui assieme a un plotone di parlamentari celebra in piazza della Signoria il denaro restituito allo Stato dagli eletti di ogni ordine e grado del Movimento, grazie all’autoriduzione degli stipendi. Il conto finale di sei anni di tagli fa 80 milioni e 727mila euro, come recita il mega-assegno che Grillo e i suoi mostrano alle telecamere. Soldi che in grandissima parte sono andati o andranno al fondo per le piccole e medie imprese, gestito dal ministero dello Sviluppo economico: un totem della propaganda a 5Stelle, che a urne imminenti torna prezioso. “Sono 80 milioni di ragioni per votare No” twitta il leader del Movimento pochi minuti prima di apparire in piazza. Poi, nel cuore della Firenze che è feudo di Renzi, insiste: “Abbiamo lasciato allo Stato una cifra enorme, è la dimostrazione che si può fare qualcosa senza leggi e leggine: un esempio per i nostri figli”. Ma anche un dardo contro il premier che sui risparmi della riforma ha costruito molta della sua campagna verso il 4 dicembre, insistendo sui 500 milioni che la nuova Carta porterebbe in dote alle casse pubbliche. Incurante delle cifre fornite nero su bianco dalla Ragioneria del Senato che, nell’ottobre del 2014, ha quantificato i risparmi in 57,7 milioni: 49 dal taglio del numero dei senatori, 8,7 dall’abolizione del Cnel. Per Maria Elena Boschi invece “solo il taglio del 33 per cento delle indennità parlamentari e dei rimborsi dei senatori fa risparmiare 80 milioni all’anno”, mentre “dall’eliminazione delle province arriverà un risparmio di 320 milioni all’anno”. I 5Stelle però possono giocare la carta dei soldi già ridati, già tagliati. E allora si comprende la logica del Restitution day a due passi da Palazzo Vecchio.
Come non è certo casuale che il mese scorso alla Camera il M5s sia tornato a invocare una legge per il dimezzamento delle indennità a tutti i parlamentari. “Si risparmierebbero più soldi che con la vostra riforma” ha riassunto la deputata Roberta Lombardi, prima firmataria del ddl apposito del Movimento, subito rispedito dall’Aula in commissione. In questo scenario di numeri agitati come bandiere, non può stupire il Renzi che ieri sera ha provato a smontare gli avversari: “Dice Grillo che in sei anni, e non ho motivo di dubitarne, il M5s ha restituito 80 milioni di euro. Ebbene, in sei giorni votando Sì alla riforma potete cancellare 500 milioni di sprechi all’anno, la differenza è tutta lì”.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 29/11/2016.
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