Com’è venuto se n’è andato: senza elezioni. Un grande futuro alle spalle. In mille giorni ha sparato più balle di un cannone; più Mastrota che Machiavelli, ha traslato un clima di cappucci e cazzuole in un trionfo di supercazzole. Ha offerto mance a spruzzo ai suoi potenziali elettori e ponti d’oro ai suoi bramosi finanziatori (che qualcuno andò subito a incassare in Borsa). Ha comprato l’aereone per trasportarci il suo ego, ma il peso era tale che non riuscì quasi mai a decollare; si inventò “insostituibile” in un mondo che ha due Papi; ha seduto la rottamazione generazionale sulle gambe centenarie di Napolitano. Ha trasformato il Cnel nell’Anpi.
Ora, tra un apericena e l’altro, sarà più facile trovare un taxi in una giornata di scioperi e diluvio che un renziano ortodosso; la Costituzione tornerà a essere “la più bella del mondo” e il sequel sorrentiniano non sarà certamente “The Young Premier”. Un grande futuro alle spalle. Lui aveva chiesto di votare “con la testa”, la sua Maria Elena “con il cuore”, Grillo, scendendo giù per il corpo, “con la pancia” (e Berlusconi … si censurò).
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 06/12/2016.
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