L’intervista.
Nichi Vendola disegna il possibile listone: “Dagli ex dem a De Magistris”.
ROMA – «Non so se un Movimento popolare di riscossa della sinistra che vada da D’Alema a De Magistris e dopo la crisi del Pd oggi sulle labbra dei suoi stessi fondatori come Bersani, arriverebbe al 10% dei consensi, o a quanto. So però che mettendo insieme le esperienze, le pratiche, la cultura di chi ha resistito a sinistra, si può diventare punto di riferimento e speranza di milioni di italiani. Ma per farlo non basta sommare forze occorre un progetto di radicale discontinuità».
Nichi Vendola torna alla lotta politica. Nella sede di Sinistra Italiana, al secondo piano di un antico Palazzo di via Arenula, Nichi si tiene accanto il piccolo Tobia, il figlio suo e del compagno Ed. «Non possiamo essere noi titubanti rispetto al voto a giugno, si può perfezionare in fretta la legge elettorale ». Ragiona, sorvegliando Tobia placido nel passeggino. Premette che il congresso – «non una generica kermesse» – di Sinistra Italiana, il partito dove confluisce Sel, si terrà il 17-19 febbraio a Rimini. «SI non si chiude in un recinto, ma si apre subito a un progetto e confrontarsi con ciò che si muove attorno a noi».
Vendola, lei è nel partito dei frenatori o pensa che si possa andare a votare a giugno?
«Bisogna trarre le conseguenze della condizione in cui si trova la politica e il Parlamento. Se la leadership del Pd usa qualsiasi argomento per evocare le urne, i grillini e parte della destra invocano il ritorno al voto, non possiamo essere certo noi titubanti davanti alle elezioni. Aggiungo che i parlamentari dem – eletti sulla base del programma del centrosinistra “Italia Bene comune”, ne stanno realizzando un altro, quello di Forza Italia».
Non condivide l’invito di Napolitano a completare la legislatura?
«No. Ma trovo insopportabile la volgarità di Salvini e della destra che accarezza la vena teppistica delle proprie tifoserie. Comunque quella di Napolitano è una presa di posizione verso Renzi ».
Corsa alle urne per evitare che in autunno scattino i vitalizi dei parlamentari, come dice Renzi?
« I vitalizi sono stati riformati nel 2012, se si vuole però ancora intervenire il Pd, che ha la maggioranza, può farlo. Renzi sembra l’ultimo propagandista grillino… fa un favore a Grillo. Il tema è la svolta politica da fare, perché la disoccupazione giovanile è al 40%, il paese è tecnicamente in deflazione, il bilancio è truccato da un eccesso di elettoralismo e c’è l’ipoteca di Bruxelles. Renzi ha coperto le macerie della crisi con tonnellate di propaganda anche grazie alla lunga astinenza degli italiani dalle urne. Si è giunti così al punto di non ritorno del risultato del referendum. Il senso di questa legislatura è consumato ».
E la sinistra si riunirebbe in un listone. Ma lei pensa di andare d’accordo con D’Alema?
«Non do nulla per scontato. Penso che bisogna mettere in campo un Movimento popolare di riscossa della sinistra. Siamo interessati a Consenso il movimento di D’Alema, il quale ha contribuito alla vittoria del No al referendum. Il Pd di Renzi si è rotto, sta implodendo. O come dice Bersani, la “ditta” non c’è più Siamo interessati a a quello che nel Pd avanza con le prese di posizione di Enrico Rossi e di Michele Emiliano. E a quello che è riuscito a costruire De Magistris a Napoli. A quanto si muove nei 5Stelle. Non dimentichiamo poi che c’è un popolo che si è rifugiato nell’astensione ».
Cosa significa interessati?
«Che vogliamo confrontarci con tutti. Ma nNon rinunciamo a un punto di vista autonomo. Qui sta la ragione di Sinistra Italiana ».
Non ha risposto alla domanda. Cosa condivide con D’Alema?
«Oggi si tratta di fare vivere la ragione sociale della sinistra. Con D’Alema ho avuto motivi di scontro e l’ho sconfitto politicamente su quello che era necessario per la Puglia. Però la lotta politica non si traduce in una inimicizia personale».
Bersani ha un progetto più ulivista.
«Siamo a un punto tale che occorre un progetto radicale. E poi il torcicollo in politica rischia di essere una malattia».
Renzi ha ancora una leadership forte?
«Il Pd è stato sottoposto a un’opera di renzianizzazione. Ma non sono in grado di valutare la tenuta del partito. Quella di Renzi mi sembra una parabola compiuta che, spoglia della generica affabulazione, ha determinato un rigetto generalizzato».
Da La Repubblica del 02/02/2017.
Ma può definirsi di sinistra uno che per desiderio affitta uteri altrui? Ma và, Vendola, và…..sedicente.
Vendola, il figlio adottivo di Bertinotti, ossia del parolaio che difende i pvoletari di giorno e frequenta l’alta borghesia romana la notte. Alla faccia dei poveri.
Vendola, l’amico degli inquinatori Riva, quello che intercettato da del “provocatore” ad un giornalista colpevole di aver semplicemente fatto domande. Alla facia della libertà di stampa e della ecologia (SEL Sinistra, Ecologia e Liberta ahahah).
Vendola quello che anziché parlare di soluzioni pragmatiche parla di “nuova narrazione” anzi narrassione… della serie contano più la forma della sostanza, le parole degli atti concreti.
Mi viene in mente una vignetta di Altan: di un uomo seduto su un cesso che alla domanda “stai facendo la cacca?” risponde “no, sto facendo la narrazione del mio defecare”.
Questi personaggi fanno venire la nostalgia del detestabile Renzi.
Non sono neanche riuscito a leggere l’articolo, tanto detesto il personaggio.
Fare peggio del pd è praticamente impossibile, vedremo cosa farà sinistra italiana…