Diciotto richieste di rinvio a giudizio, tra cui il sottosegretario Castiglione del Nuovo centrodestra (l’accusa: corruzione elettorale e turbativa d’asta) e Luca Odevaine.
Lo accusano di essersi fatto corrompere ottenendo i voti alle elezioni politiche e amministrative del 2013 e alle europee del 2014. Per i magistrati di Catania che ieri gli hanno notificato la richiesta di rinvio a giudizio, Giuseppe Castiglione, sottosegretario all’Agricoltura del governo Renzi, confermato da Gentiloni, avrebbe truccato, in combutta anche con Luca Odevaine (poi arrestato in Mafia Capitale per corruzione) le gare del 2011 per la gestione del centro assistenza rifugiati e richiedenti asilo (Cara) di Mineo, in provincia di Catania. Il 28 marzo sarà il gip Santino Mirabella a valutare se rinviare a giudizio il sottosegretario e altri diciassette indagati.
Le accuse sono pesanti. Castiglione, ha avuto diversi ruoli: prima è stato soggetto attuatore del Cara di Mineo: in questa veste i pm gli contestano di avere favorito il consorzio Sisifo “riconoscendo punteggi determinanti ai fini dell’aggiudicazione, alla dimostrazione della possibilità di avvalersi di un impianto della produzione dei pasti entro un raggio di 30 km dal centro e all’esistenza di specifiche relazioni con enti di comprovata esperienza”.
E poi di avere incluso tra i requisiti tecnici della gara quello di “aver gestito senza demerito almeno tre strutture di accoglienza negli ultimi tre anni e l’aver gestito un servizio di ristorazione per un numero non inferiore alle 2 mila persone”.
In sostanza come raccontava Odevaine nelle intercettazioni – finite agli atti di un’altra inchiesta, Mafia Capitale – ai suoi sodali, i requisiti della gara erano stati tagliati su misura del Consorzio, che comprendeva le cooperative locali e la romana La Cascina. Il sottosegretario si vede contestare anche una ulteriore turbativa di gara per il periodo fino al 2014 quando è già deputato del Pdl e passa dal ruolo di soggetto attuatore a quello di presidente del cda del Consorzio Calatino Terra d’Accoglienza, formato da vari Comuni che gestivano l’emergenza rifugiati.
In questa veste, secondo i pm, avrebbe aiutato il consorzio di Cooperative Casa della solidarietà (del gruppo Cascina) a vincere l’appalto in associazione con l’impresa Pizzarotti e la Croce rossa, in particolare, proponendo Giovanni Ferrera come direttore generale e Luca Odevaine come “esperto”. Proposte accolte dal cda del Consorzio nel maggio del 2013.
Non è finita. Al sottosegretario è contestata pure la corruzione per quello che avrebbe ottenuto in cambio di queste turbative in favore dell’Ati vincente: per i pm Castiglione e l’allora sindaco di Mineo, Anna Aloisi, “accettavano la promessa di voti per loro e per i gruppi politici nei quali gli stessi militavano (Pdl, Lista Uniti per Mineo e Ncd) nonché la costituzione di 15 circoli Ncd nei diversi comuni del Calatino”.
Di qui l’ultima accusa di corruzione elettorale, per avere accettato voti nelle elezioni del 2013 (politiche e nazionali) e del 2014 (europee) in cambio di favori nella turbativa della gara. Per il premier Paolo Gentiloni, in caso di rinvio a giudizio, si apre un bivio delicato. Sarà difficile fare finta di nulla anche se il peso elettorale di Castiglione è fondamentale per la tenuta dell’attuale Governo. Il Nuovo centrodestra di Alfano oggi conta 26 senatori e 25 deputati.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 14/02/2017.
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Ma le merde di regime attaccano i 5stelle ovviamente.