Casette di legno, rimozione macerie e pulizia strade le ombre sulle aziende vincitrici nell’informativa ai pm.
ROMA – C’è un prima e c’è un dopo. Il perché dei crolli. Ma anche come e chi sta cominciando a ricostruire. Si muove su due tempi l’inchiesta sul terremoto dell’agosto scorso. Il gruppo interforze composto dai finanzieri del nucleo di Polizia tributaria e dai carabinieri di Rieti, dopo aver denunciato ai magistrati di Rieti quindici persone per i cedimenti mortali ad Accumoli, sta analizzando la storia delle società che hanno già ottenuto lavori del post terremoto.
E le prime risposte non sono incoraggianti.
Hanno infatti segnalato alla procura reatina tre aziende attualmente presenti nella zona di Amatrice, due delle quali vincitrici di appalti in “somma urgenza” della Regione Lazio. Si tratta di tre soggetti che in passato, direttamente o indirettamente, hanno avuto qualche guaio. Emblematico il caso della aquilana Dsba srl, riconducibile alla famiglia degli impresari Di Sabantonio, che si sta occupando della “manutenzione ordinaria, sorveglianza e pronto intervento” di due strade regionali che portano ad Amatrice. E lo scorso mese il sindaco Pirozzi si è lamentato pubblicamente di come avevano gestito l’emergenza neve di gennaio.
È vero che la Dsba è riuscita a ottenere l’incarico perché regolarmente inserita nella white list del 2015, ma è anche vero che a dicembre di quello stesso anno è stata esclusa dagli appalti per il Giubileo, dopo una segnalazione dell’Anac: avevano partecipato allo stesso bando due società gemelle con nomi diversi (Dsba e Codisab) ma sempre riferibili ai Di Sabantonio, e questo — secondo il Comune di Roma — aveva alterato la concorrenza.
La Codisab, azienda capofila di Alvise e Antonio Di Sabantonio, si è già occupata di ricostruzione post terremoto. All’Aquila. Operò in un’Associazione temporanea di imprese molto chiacchierata, perché tra i soci ce n’era uno in rapporti coi prestanomi di Vito Ciancimino, l’ex sindaco mafioso di Palermo. Non solo. I finanzieri hanno in piedi un indagine sulla holding familiare e nei mesi scorsi hanno mandato relazioni ai pm di Rieti per altre vicende sospette, non legate agli appalti nel cratere.
Quello della Dsba è però soltanto uno dei tre casi segnalati e su cui la procura deve ancora decidere se aprire un filone d’indagine oppure no. Il secondo — segnalato da Repubblica nel dicembre scorso — riguarda l’Htr, il cui ex consigliere delegato è sotto processo per traffico illecito di rifiuti a Firenze. A vincere un paio di commesse per la rimozione delle macerie non è stata la Htr, ma la Htr Bonifiche che però fa parte del gruppo. A Firenze la Htr si occupava dello smaltimento fanghi nei cantieri dell’Alta Velocità e secondo l’accusa si sarebbe fatta pagare 14 euro in più (80 invece di 66) ciascuna tonnellata.
C’è dunque la società esclusa dal Giubileo e quella il cui gruppo è sotto processo. Ma lavora alla ricostruzione anche il Consorzio nazionale servizi, cooperativa alla quale era associato Salvatore Buzzi (faceva parte del Consiglio di sorveglianza), protagonista dell’inchiesta Mafia Capitale con Massimo Carminati. Il Cns porterà 850 casette di legno ad Amatrice e nei paesi vicini, al prezzo di 1.075 euro al metro quadrato. Fanno qualche decina di milioni di euro. «Assicuriamo grande qualità», giurano dal Consorzio, travolto dalle polemiche sui costi.
Articolo intero su La Repubblica del 27/02/2017.
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