IL GIORNALISMO serve ancora a qualcosa, se è stato un articolo su Repubblica (Paolo Berizzi lavora da anni sul tema, con coraggio e costanza) a rendere pubblica l’esistenza di una “spiaggia fascista” a Chioggia, con tanto di faccioni del Duce, comizi razzisti del gestore, spiritosaggini sulle camere a gas. Certo, trattandosi di una spiaggia (concessione demaniale) e non di un club privato, avrebbe già dovuto essere ampiamente “pubblico”, quel lido littorio con le sue parole d’odio contro “i tossici” e le “persone di merda” in generale. Ma così non è stato.
Ed essendo molto improbabile che quella spiaggia, così vistosamente consacrata al Duce, fosse frequentata da soli camerati, se ne deve dedurre, tristemente, che in moltissimi, non fascisti, ci sono passati, ma nessuno ha trovato qualcosa da ridire. Lo avranno giudicato folklore, o una scelta personale del gestore.
Spiace dirlo, anzi ridirlo, ma l’antifascismo, in Italia, è stato un fenomeno di minoranza anche in piena democrazia. Appannaggio delle élite culturali borghesi (dio le abbia in gloria) e dei socialcomunisti. Gobetti, i Rosselli, Pci e Psi, qualche cattolico democratico e poco altro. Ha retto per settant’anni, e con il senno di poi è quasi un miracolo. La nuova opposizione grillina assiste al fenomeno come se non la riguardasse. È la post-democrazia che avanza.
Da La Repubblica del 11/07/2017.
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