Contratto – Ci vogliono 125 milioni per salvare il bonus. I dubbi sulle risorse.
Il nodo degli 80 euro per i dipendenti pubblici è venuto al pettine. Servono 125,3 milioni di euro, altrimenti 363 mila statali rischiano di perdere il bonus proprio per l’aumento di stipendio previsto dal rinnovo del contratto. La stima diffusa ieri dall’Aran, agenzia che rappresenta il governo nelle trattative, ha allarmato i sindacati, che vogliono chiarezza dalla ministra della Funzione Pubblica Marianna Madia.
L’incremento salariale da 85 euro lordi medi previsto dall’accordo del 30 novembre scorso (3 giorni prima del referendum costituzionale) farà sì che quei 363 mila oltrepassino la soglia dei 26 mila euro lordi annui, il tetto di reddito entro il quale si ha diritto al bonus. Un beneficio rischia insomma di annullare l’altro, un paradosso che colpirebbe i redditi medio-bassi. Esempio: gli statali che prendono 25 mila euro l’anno ricevono il “bonus Renzi” che per loro vale 40 euro al mese. Con l’aumento, guadagnerebbero 60 euro netti e perderebbero quei 40. In pratica, solo 20 euro in più in busta paga.
Secondo l’Aran, non sarà difficile trovare i 125 milioni per disinnescare questa penalizzazione. Ma i sindacati sono intransigenti: questo capitolo deve prevedere uno stanziamento aggiuntivo e non pesare sulle risorse già destinate agli aumenti dei salari, fermi dal 2009. La direttiva inviata dalla Funzione Pubblica all’Aran a inizio luglio, tuttavia, è stata chiara: nessuna tutela automatica per chi rischia di perdere gli 80 euro, come invece era previsto nell’accordo del 30 novembre; al massimo – ha stabilito la versione definitiva del documento – una compensazione da attuare “nei limiti delle risorse destinate all’incremento contrattuale”.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 29/08/2017.
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