Nobel 2017.
Premiati Hall, Rosbash e Young. Cronobiologi e genetisti. Hanno scoperto i meccanismi che controllano l’orologio biologico comune a tutti gli esseri viventi. Che batte al tempo della rotazione terrestre.
PUÒ SEMBRARE evidente come la luce del Sole: la vita sulla Terra segue il ritmo del giorno e della notte. Ma al trio di scienziati che ha spiegato il meccanismo del nostro orologio biologico è andato ieri il Nobel per la medicina. Sono tre americani: Jeffrey Hall e Michael Rosbash hanno lavorato da grandi amici in un’università periferica come la Brandeis, vicino Boston, condividendo le idee scientifiche nello spogliatoio del basket e lanciando aspre critiche al sistema dei finanziamenti alla scienza. Michael Young, il loro rivale, è invece vicepresidente di un’università prestigiosa come la Rockefeller a New York.
Ma tutti occupiamo lo stesso posto sotto al Sole, hanno dimostrato i tre scienziati, che dopo una vita di competizioni al microscopio si ritrovano oggi a dividere i 940mila euro di premio. Dai funghi agli uomini, passando per le piante, tutti gli esseri viventi battono il tempo del Sole e della Luna, del giorno e della notte. «La vita sulla Terra si è adattata alla rotazione del pianeta » scrive l’Assemblea Nobel di Stoccolma nella motivazione del premio. «Da molti anni – proseguono gli esperti del Karolinska Institutet – sappiamo che gli esseri viventi hanno un orologio biologico che li aiuta ad anticipare e adattarsi ai ritmi regolari del giorno e della notte. Ma qual è il suo funzionamento? ». La risposta l’hanno fornita nel corso degli anni ‘80 i tre biologi, portando avanti una ricerca che all’epoca sembrava marginale e che invece ha dato vita a una nuova branca della medicina: la cronobiologia. «I nostri meeting erano incontri di pochi affezionati » spiega Paolo Sassone-Corsi, Napoli come città di origine e gli Stati Uniti come paese di adozione. Qui, all’università della California, il direttore del Centro per l’epigenetica e il metabolismo è diventato uno dei principali esperti mondiali di cronobiologia. «Negli ultimi quindici anni ci si è accorti che i ritmi circadiani influenzano moltissimi aspetti della salute. I nostri congressi oggi sono eventi enormi, cui partecipano esperti di metabolismo, nutrizione, cancro, diabete, problemi infiammatori, neurologia e psichiatria». Tante sono le implicazioni del ritmo circadiano sulla salute complessiva, che alcuni suggeriscono di sostituire il termine “orologio biologico” con quello di “negozio di orologi”, con implicazioni su comportamento, desiderio sessuale, passando per la produzione di ormoni, sistema immunitario, pressione sanguigna, sonno e rapidità del metabolismo.
Il trio del Nobel, negli anni ‘80, con i primi, rudimentali strumenti della genetica hanno scoperto il gene “period”, che produce una proteina che si accumula nel nucleo delle cellule durante la notte per poi degradarsi e decrescere durante il giorno. A “period” fanno da contorno una manciata di altri geni che, come in un’orchestra, regolano il meccanismo facendolo oscillare ogni 24 ore, in sintonia con i segnali che gli organi periferici (gli occhi in primis, che ricevono la luce) inviano al cervello. Il risultato è un pendolo che batte al ritmo della rotazione terrestre fin da quando esiste la vita.
E se un tempo il ritmo circadiano “sregolato” era sinonimo di jet lag, oggi si è capito che il ventaglio di implicazioni è molto più ampio. «Non possiamo più dire che la cronobiologia sia un campo di serie B. È un settore che è andato molto lontano rispetto ai primi lavori dei tre Nobel. Neanche loro, ne sono sicuro, l’avrebbero immaginato». Lavorare la notte o essere esposti a luce artificiale nelle ore che secondo i dettami della nostra evoluzione sarebbero deputate al riposo predispongono a varie malattie. «Esistono farmaci e cure – prosegue Sassone- Corsi – che hanno effetti diversi sul paziente a seconda dell’ora in cui vengono somministrati. Abbiamo da poco scoperto che anche la suscettibilità del nostro organismo alle infezioni, sia batteriche che virali, varia a seconda dell’ora del giorno e della notte». Una stessa quantità di calorie, se assunta con i pasti del mattino o quelli della sera ha effetti diversi sul metabolismo e quindi sul nostro peso.
Hall, Rosbash e Young hanno fatto le loro scoperte sui moscerini della frutta, uno degli insetti più diffusi nei laboratori di biologia. E proprio a loro Hall e Rosbash hanno dedicato il Nobel, dopo averle lodate e ringraziate in ogni tappa importante della loro carriera. «La nostra è una scoperta che può effettivamente aiutare la gente» ha commentato Hall, raggiunto per telefono da Stoccolma ieri mattina alle 5 americane.
Articolo intero su La Repubblica del 03/10/2017.
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