Leggo che l’evento clou delle “Giornate dell’Ottimismo” del Foglio, prossimamente a Firenze, saranno due “dialoghi”: uno con Matteo Renzi e l’altro con Silvio Berlusconi. E subito mi sento Giorgio Gaber che nel Conformista cantava: “Io sono un uomo nuovo e con le donne c’ho un rapporto straordinario sono femminista sono disponibile e ottimista europeista”.
Cerco di non farmi sentire da Travaglio ma adoro il Foglio e quando non lo trovo in edicola mi costringo a lunghi viaggi della speranza. Come la scorsa estate quando dopo affannate ricerche il gestore di un’edicola dell’Argentario, impietosito, tirò fuori dal cassetto la copia superstite e porgendomela come una particola mormorò: l’avevo tenuta per la mia famiglia ma gliela dono volentieri. Ah, quei titoli sempre così pervasi di imperativi categorici. Come le care insegne delle scuole per corrispondenza: Volere è Potere.
Viviamo tempi confusi e sovente c’interroghiamo smarriti sull’origine dell’universo, finché lo sguardo cade sul breviario quotidiano dell’ottimista dove la liturgia della parola illumina, incita e dà sostegno. Avidamente leggo: “Mettete l’Europa nel simbolo del Pd”, e dopo tanto tempo mi pervade il dolce sprone del monito materno: “Prima di uscire ricordati di chiudere il gas”. Oppure: “Lascia la chiave sotto il vaso dei gerani”. Mentre sorseggio riconoscente il cappuccino è come se lo sentissi il direttore Cerasa ammonire brusco: mettete l’Europa in quel cazzo di simbolo e non lo voglio più ripetere.
Diciamolo, l’orgia di relativismo etico ha finito per cancellare la distinzione tra bene e male. Dov’è più il magistero che indica la via? Eccolo: “Rinviare la ratifica del Ceta è un cedimento al sovranismo”. È un po’ come il catechismo fai da te. Troppo comodo. Bisogna scegliere: o con il Ceta o con il sovranismo, e basta fare i furbi.
Io lo so che nella sala macchine del Foglio le menti sfrigolano per disincagliarci dal dubbio. Per esempio: “Dal Guardian a Donald Trump la crisi è internazionale. Non a caso”. Insomma, è così chiaro? E se vi perdete perfino in bagno non è colpa nostra.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 05/10/2017.
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