
Un’agenzia di pompe funebri che non avrà mai il mio cadavere l’ha addirittura usata per la sua campagna pubblicitaria. Un tempo solo i volti noti finivano nelle tenaglie della morbosità collettiva. L’avvento dei social ha trasformato l’umanità intera in una platea di divi potenziali, senza neanche il ritorno economico che dovrebbe compensare la cessione della propria vita al giudizio feroce dei frustrati.
Bisognerebbe estromettere i ruttatori dalla Rete come si caccia un deficiente da un bar, ma è ancora tecnicamente difficile. Bisognerebbe che prima di digitare efferatezze si fermassero a pensare che il loro bersaglio è un essere umano intriso di fragilità, ma questo è ancora più difficile.
Da il corriere.it
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