La nota – “La banca svizzera consigliò di comprare azioni delle Popolari”. Ma non risulta.
La linea di difesa già non dimostrava molto, ma ora si scopre che forse non sta proprio in piedi. Mercoledì, dopo le polemiche per gli acquisti sulle banche popolari alla vigilia della riforma, un portavoce dell’Ingegnere aveva diffuso questa nota: “Non vi è stato alcun abuso di informazione privilegiata da parte sua. L’approvazione della norma era ampiamente nota, al punto che Ubs (colosso bancario svizzero, ndr) aveva tenuto una conferenza stampa sul tema due settimane prima, presso la Borsa di Milano, consigliando di acquistare azioni delle Popolari”.
Detto che “l’informazione privilegiata” per commettere un abuso non era la norma in sé, ma che venisse approvata per decreto (solo un provvedimento d’urgenza avrebbe fatto schizzare i titoli in Borsa, come poi è accaduto il 20 gennaio), la versione cozza con quanto accaduto realmente. Ubs non commenta, ma fonti qualificate riferiscono al Fatto che non avvenne nulla di quanto detto nella nota. Nessuna “conferenza stampa” sul tema Popolari: non “due settimane prima della riforma”, ma il 15 e 16 gennaio – cioè nei giorni in cui De Benedetti incontra Renzi, che gli dice della riforma, e poi investe nei titoli – Ubs tenne, come da 18 anni a questa parte, la consueta Financial conference a Milano, nell’hotel Four season (non alla Borsa).
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 12/01/2018.
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