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Archive for the ‘Essere’ Category

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PER LANCIARE L’INIZIATIVA, BEPPE GRILLO E IL SUO MOVIMENTO CAMMINERANNO
DA PERUGIA A ASSISI IL 9 MAGGIO. LOTTI (TAVOLA DELLA PACE): “BELLA INIZIATIVA”.

Marceranno verso Assisi. E in testa ci sarà Beppe Grillo, riapparso ieri al Salone del Mobile di Milano, dove si è improvvisato falegname. Un blitz anche per lanciare la marcia pubblica per il reddito di cittadinanza dei Cinque Stelle, fissata ieri proprio dal blog di Grillo per il 9 maggio. Dopo giorni di voti in assemblea e riunioni, il Movimento ha optato per il percorso di 24 chilometri Perugia- Assisi, molto simile a quello dell’omonima marcia per la Pace. Una scelta simbolica: il M5S, come più volte rivendicato da Grillo e Gianroberto Casaleggio, è stato fondato il 4 ottobre, il giorno della festa nazionale di San Francesco d’Assisi. (altro…)

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E’il momento di dare una svegliata ai trombettieri del Cainano. Li vediamo un pò svogliati. Con quel che gli costano, dovrebbero impegnarsi decisamente di più. Ancora sei mesi fa, mentre lui come sempre troieggiava, troneggiavano tutti insieme sotto un filare di mutande appese in un teatro di Milano al grido di “basta moralismo e puritanesimo” nella grande manifestazione dei “servi liberi” e felici. Ora cincischiano, sbadigliano, fanno melina. Prendete Giuliano Ferrara, il Molto Intelligente. Sul Foglio sostiene, come sempre, che se c’è un’indagine è colpa dei pm e delle intercettazioni: dunque, se uno ha la febbre, è colpa del termometro e, se uno ha la faccia da culo, è colpa dello specchio. Poi però ammette che “Berlusconi risulta scandaloso”. E, fatto il danno, crede di cavarsela scrivendosi la solita letterina firmata Berlusconi per rassicurare i suoi tre lettori (tutti parenti stretti) che erano solo cene eleganti. Eh no, troppo comodo: uno che incassa tanto oro quanto pesa non può cavarsela così. Anche Belpietro, nelle 12-13 comparsate quotidiane in tv, dà evidenti segni di stanchezza. (altro…)

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Possibile che solo due contribuenti italiani su cento guadagnino più di 3000 euro netti al mese? Se i dati del rapporto dell’Acli sui redditi 2011 corrispondessero alla realtà, significherebbe che l’Italia vive dentro un film e molti suoi cittadini sono attori che usano beni di lusso gentilmente offerti dalla produzione. Possibile che, su tre individui che incontrate per strada, uno dichiari al Fisco meno di 600 euro al mese? Tutti precari al primo impiego e pensionati all’ultimo stadio? Tutti membri della Casta o marziani? Prima ancora delle leggi, per combattere chi evade le tasse servirebbe l’indignazione di chi le paga. Invece se uno rapina una banca viene arrestato (a meno che sia il banchiere: in quel caso, come si è visto in America, lo Stato gli darà altri soldi). Mentre se rapina la collettività gode di una certa considerazione sociale. (altro…)

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40°37′ N – 70°32′ O
155 miglia da New York
Mare calmo
Brezza tesa
Velocità 8,5 nodi

Un capodoglio di una quindicina di metri ciondola in direzione contraria alla barca. Soffia due o tre volte, poi espone la sua coda morbida e larga e si inabissa. Un capodoglio ci ha salutati alla partenza, appena fuori dal porto di Funchal, a Madeira, e un capodoglio ci accoglie all’arrivo.

Improvvisamente capisco una cosa importante, qualcosa che so da sempre, ma che non ho mai messo a fuoco così lucidamente, così ferocemente: io non appartengo a nessun mondo.

L’ho capito chiaramente in queste settimane di navigazione, forse perché avevo davanti due campioni dell’appartenenza. Giovanni è il mondo della vela, almeno quanto il mondo della vela è lui. Ha iniziato da giovanissimo, appeso al suo sogno di libertà e di vita di mare. (altro…)

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Atlantico nordoccidentale, VI giorno. Mare calato, insieme al vento. Sono trenta ore che navighiamo con spinnaker, trinchetta e due rande. 9-10 nodi di speed. Continuiamo a procedere per 300 gradi, anche se stanotte il vento è girato a est-nordest costringendoci ad alzare la prua fino a 320°. Le previsioni sono sbagliate, quel che dovremmo trovare è un sudest da una quindicina di nodi. Dovremo procedere in base a quello che troviamo. In ogni caso, dopo quasi 1000 miglia di navigazione abbiamo ancora 1800 miglia davanti prima di New York. Non siamo messi male, ma acqua davanti ce n’è. A bordo si parla, si discute. Difficile farlo su tutto. Alcune posizioni sono decisamente agli antipodi e forzare sui temi, in uno spazio ristretto, per molti giorni, non ha senso. La differenza delle personalità e delle impostazioni, tuttavia, è sempre fertile. Suscita riflessioni, mette in risalto i temi. Eccone uno, frutto della navigazione notturna.

Su simboli e ruolo

Simboli e ruolo non sono veri. I primi servono a mostrare qualcosa che, senza, non si vedrebbe, per il semplice motivo che non c’è. Il secondo, in modo del tutto identico, serve a rappresentare qualcosa che, senza quei galloni sulle spalle, non apparirebbe. Senza quella divisa sarebbe impossibile. (altro…)

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La nostra cultura è pervasa di cose che non esistono. Se uno sbaglia è stato sfortunato, se fa bene ha avuto l’aiuto della Provvidenza. Peccato che né la sfortuna né la Provvidenza esistano. Sulla scorta di queste convinzioni medioevali (in realtà già precristiane e poi ancor maggiormente legate alla religione) siamo molto impauriti: “Avrò fortuna? E se sbaglio, se mi dice male…?” Sono questi i nostri pensieri alla viglia di una scelta, ed è in gran parte per colpa di essi che restiamo immobili, che tergiversiamo, che accampiamo scuse a volte perfino risibili. Nessuno sospetta una verità molto semplice, che dovrebbe rassicurarci: non sbagliamo mai. (altro…)

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Due grandi rappresentazioni di un futuro scenario distopico furono “1984” di George Orwell e “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley. Il dibattito, tra coloro che supponevano si stesse andando incontro al totalitarismo corporativo, si incentrava su chi dei due avesse ragione. Saremmo stati, come scriveva Orwell, dominati da repressivi apparati di stato per la sorveglianza e la sicurezza che ricorrevano a forme di controllo dure e violente? Oppure, come immaginava Huxley, ipnotizzati da divertimenti e spettacoli, ammaliati dalla tecnologia e sedotti da consumi sregolati per raggiungere la nostra stessa oppressione? Alla fine sia Orwell, sia Huxley avevano ragione. Huxley aveva previsto il primo stadio della nostra riduzione in schiavitù, Orwell il secondo.

Siamo stati gradualmente espropriati dei nostri diritti da uno stato corporativo che, come previsto da Huxley, ci ha sedotti e manipolati attraverso gratificazione dei sensi, prodotti di massa a buon prezzo, credito sconfinato, teatro della politica e divertimento. Mentre ci distraevamo con intrattenimenti, le regole che prima tenevano sotto controllo il potere predatorio delle corporazioni sono state annientate, le leggi che prima ci tutelavano sono state riscritte e ci siamo ritrovati impoveriti.

Ora che il credito si sta prosciugando, i buoni posti di lavoro per la classe operaia sono finiti per sempre e non ci possiamo più permettere i prodotti di massa, ci ritroviamo trasportati da “Il mondo nuovo” a “1984”. Lo stato, menomato da forti deficit, da una guerra senza fine e dagli atti illeciti delle corporazioni, sta scivolando verso la bancarotta. E’ tempo che il Grande Fratello sorpassi l’universo di Huxley. Stiamo passando da una società in cui veniamo astutamente manipolati da legami ed illusioni ad una in cui siamo apertamente controllati.

Orwell ci metteva in guardia rispetto ad un mondo in cui i libri vengono banditi, mentre Huxley uno in cui nessuno legge libri. Orwell descriveva uno stato di guerra e paura permanenti, Huxley una cultura deviata dal piacere insulso. Orwell dipingeva uno stato in cui conversazioni e pensieri vengono monitorati e il dissenso viene brutalmente punito; Huxley uno stato in cui la popolazione concentrata su banalità e gossip, non si preoccupa più di informarsi e di conoscere la verità. (altro…)

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Gli angeli volano alto… perché si prendono alla leggera!

L’umorismo insegna a non identificarsi con un’idea stereotipata di sé, ma a riconoscere la propria identità più complessa, a cogliere le proprie contraddizioni e a sorridere di sé.

E’ un’arte quella di imparare a vivere dosando nelle giuste proporzioni serietà e umorismo. La vita è una cosa seria, certo chi lo negherebbe mai, eppure maestri di tutti i tempi e di tutte le tradizioni accennano spesso – con un sorriso che sembra celare molto più di quanto esprime – al fatto che la vita è un gioco. E anche il gioco è una cosa seria, provate a chiederlo ai bambini!

Solo un paradosso può spiegare in profondità la natura di un esperienza così ricca come quella della vita, di cui siamo protagonisti e spettatori, per invitarci a trovare il giusto equilibrio. E maestri di vita si rivelano questa volta i bambini che vivono pienamente un loro gioco, che siano nel ruolo delle “guardie”, che siano nel ruolo dei “ladri”, che facciano il “medico” o il “paziente”, in cui l’importante non è essere da una parte o dall’altra, l’importante è giocare a fondo la propria parte, recitarla bene, immedesimandovici con passione, senza però mai dimenticare che quello è solo il ruolo che si sta momentaneamente giocando, la propria vera identità e un’altra.

E’ lo stesso invito posto da grandi psicologi e filosofi. Il dottor Roberto Assagioli ha sempre posto una grande enfasi , nell’ambito del percorso di crescita personale, sul metodo della sdrammatizzazione e dell’umorismo. “Molte persone – ha scritto – sono solite prendere la vita, le situazioni, le persone, con eccessiva serietà; esse tendono a prendere tutto in tragico. Per liberarsi dovrebbero coltivare un atteggiamento, più sciolto, più sereno, più impersonale. Si tratta di apprendere a vedere dall’alto la commedia umana, senza troppo parteciparvi emotivamente; di considerare la vita del mondo come una rappresentazione teatrale in cui ognuno recita la propria parte. Questa va recitata nel miglior modo, ma senza identificarsi del tutto col personaggio che si impersona”. (altro…)

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Focusing, la saggezza del corpo.

Elaborato da un allievo di Carl Rogers, il Focusing, è una guida a prendere contatto con il proprio mondo interiore con maggior attenzione a pensieri, emozioni e sensazioni. E’ una forma di “consapevolezza sentita nel corpo”.

Il Focusing è un accesso diretto alla conoscenza del corpo. E quando diciamo corpo, intendiamo l’organismo intero: corpo mentale, emotivo, fisico, energetico e quant’altro. Intendiamo tutte le interazioni interne ed esterne nella loro complessità, intendiamo insomma quel “tutto” olistico che noi siamo, occupato a scorrere nel fiume della vita.

Si potrebbe dire che è un processo di consapevolezza,  ciò su cui si fa luce (Focusing appunto) è il modo in cui il corpo vive ogni esperienza, problema, relazione, ecc…, e come li riassume prima di archiviarli.  Questo “modo” non è altro che una “sensazione percepita nel corpo”, per lo più vaga e oscura, che compare un attimo e poi scivola di nuovo nel subconscio.

La nostra cultura, basata prevalentemente sulla razionalità, non ci ha addestrati a darle importanza, inoltre all’inizio sembra poco promettente. Eppure questa sensazione contiene tutta la complessità e tutte le connessioni relative all’esperienza in questione, e con delle tecniche appropriate si apre e ci consente di accedere a tutte le sue informazioni, che sono ben più ricche e complete di quelle contenute nell’intelletto. Agganciarla significa conoscere quel “di più” specifico e complesso che il corpo sa di questa situazione, la famosa “saggezza del corpo” appunto. Inoltre significa assistere in diretta ai tentativi geniali del corpo di superare gli intoppi che ostacolano lo scorrere dell’energia vitale, e poterlo assistere ed aiutare quando non ce a fa da solo. (altro…)

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Il potere dell’incontro umano.

Si sta diffondendo sempre di più in Italia il counseling, una nuova professione che insegna a valorizzare e potenziare le proprie capacità di ascolto ed empatia per metterle al servizio della crescita personale altrui, in tanti ambiti diversi.

E’ un atteggiamento professionale peculiare quello con cui counselor si rivolge al cliente, a metà strada tra il rituale distacco del medico e il caldo coinvolgimento dell’amico del cuore, tra l’aritmetica competenza del commercialista e quella carismatica di un maestro. Carl Rogers stesso, in Psicoterapia di consultazione (ed. Astrolabio), definisce il counseling come “un legame sociale diverso  da tutti quelli che l’individuo può aver sperimentato fino a quel momento”. Che cosa caratterizza questa relazione, la cui specificità ha portato alla decisione di non italianizzare il nome della professione ma di mantenerne la dizione originaria – counseling – dal significato così insostituibile? (altro…)

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Ipocrisie dell’anima.

 

“Come è proprio degli spiriti elevati farsi capire con poche parole, così i più limitati hanno al contrario il dono di parlare molto e non dire nulla” François La Rochefoucauld, Riflessioni o sentenze e massime morali.

 

La Rochefoucauld può essere definito come un vero e proprio precursore dei grandi “maestri del sospetto”, Marx, Nietzsche e Freud, nella misura in cui compie un profondo lavoro di scavo nei sentimenti e nei pronunciamenti morali dell’uomo per mostrare come sovente siano intrisi di egoismo e falsità d’intenti.

Ecco, al riguardo, una preziosa testimonianza: «Se esageriamo le buone qualità altrui, è piuttosto per la stima delle nostre opinioni che per la stima dei loro meriti; vogliamo attiraci degli elogi, quando in apparenza siamo noi a tributarli».
Tuttavia è su un’altra massima che vorremmo fissare l’attenzione del lettore: «L’amore della gloria, il timore della vergogna, il proposito di fare fortuna, il desiderio di render nota la nostra vita comoda e piacevole, e la voglia di sminuire gli altri, sono spesso le cause di quel coraggio che è tanto celebrato tra gli uomini». (altro…)

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