A sei anni dal sisma.
Aquila giace ancora in sala operatoria. Intubata da ogni parte, sorretta da ponti di acciaio, fili, pannelli di calcestruzzo e polvere. Fratturata non più dal terremoto, lontano ormai, in quel drammatico aprile del 2009, ma dalle sue stesse ricuciture. Ci sono stradine, come via del Falco, equamente divise a metà: da una parte, facciate belle e lisce, appena levigate e rimesse a nuovo, dall’altro lato della strada palazzi dimessi, puntellati come alberi morenti. In via Roma è lo stesso: scendendo lungo uno degli assi che formano la croce centraledellacittà-l’altroècorso Vittorio Emanuele – sulla destra si staglia il colore arancione e lindo del palazzo fresco di nuovo. A sinistra, invece, solo lo spigolo del Rettorato, che sembrava stesse per gettarsi sulla strada e ora è come incollato al resto dell’edificio, offre la sensazione di un intervento. Per il resto è una linea continua di sassi vecchi accartocciati sulle porte, di insegne divelte e di ponteggi, tanti ponteggi. (altro…)