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Posts Tagged ‘bilanci’

FIRENZE, IL FEUDO.

Fatti con i piedi La Corte dei conti ha riscontrato “gravi anomalie” e invita il successore, il fido Nardella, a “ripristinare gli equilibri”.

E quattro. Il Comune di Firenze è costretto ancora una volta a ricevere i rilievi della Corte dei conti. Per il quarto anno consecutivo. L’intera gestione firmata Matteo Renzi. Ma questa volta ai giudici contabili non sono bastate le rassicurazioni di Palazzo Vecchio e non è stato sufficiente neanche l’intervento riparatore della giunta di Dario Nardella, che si è visto costretto a rimediare alla pesante eredità ricevuta. Per i giudici contabili rimangono“gravi irregolarità” che generano “oltre all’inosservanza dei principi contabili di attendibilità, veridicità e integrità del bilancio, anche violazioni in merito alla gestione dei flussi di cassa e alla loro verificabilità”.Per questo la Corte,il 31 luglio come già il 22 maggio, ha recapitato a Palazzo Vecchio un’ordinanza con cui invita l’ente “ad adottare entro 60 giorni i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità e a ripristinare gli equilibri di bilancio”.  (altro…)

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NardiI conti non tornano, la Commissione: “Mani legate, non firmiamo niente”.

Né promossi né bocciati. Il giudizio è più severo: i bilanci dei partiti sono ancora fuorilegge. Perché la Commissione di garanzia,controllo e trasparenza–istituita con un decreto del governo di Enrico Letta convertito con Matteo Renzi a Palazzo Chigi e presieduta dal magistrato contabile Luciano Calamaro   – ha stabilito che non può definire regolari i rendiconti inviati dai tesorieri, relativi al 2013. E per un motivo elementare,sfuggito forse non per disattenzione ai partiti stessi: la Commissione non dispone degli strumenti per le verifiche più accurate sui bilanci, e dunque non è intenzionata a imprimere il suo bollino di qualità. (altro…)

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I vincoli.

I vincoli

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belsitoLa riforma del finanziamento dei partiti di Alfano, Bersani e Casini, potrebbe rivelarsi un colpo di spugna. Se il tesoriere di un partito redige un bilancio falso potrebbe non rischiare la galera perché grazie a una norma invece del carcere si prevede una sanzione. I relatori della legge: “Nessuna depenalizzazione, la norma penale resta efficace”.

La riforma del finanziamento dei partiti di Alfano, Bersani e Casini, potrebbe rivelarsi un colpo di spugna. Grazie a un codicillo infilato da una manina ignota che depenalizza le irregolarità dei bilanci dei partiti. Gli apprendisti stregoni avrebbero approvato – a loro insaputa – una sanatoria pensando di votare un giro di vite. Almeno se passasse l’interpretazione letterale della normativa di luglio. (altro…)

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In Germania certe cose non possono succedereUn caso Fiorito (la politica ti fa ricco a spese nostre), le spese “allegre” della regione Lombardia (le birre, le cene, i lecca lecca, le cartucce), la doppia contabilità della Lega di Belsito (e dei dirigenti del partito che probabilmente sapevano), i rimborsi di un partito morto finiti nelle tasche del suo tesoriere (sempre all’insaputa dei vertici della Margherita, che si accontentavano dei suoi bilanci).
Queste cose in Germania non possono succedere, mentre in Italia, nonostante gli scandali, nonostante le inchieste della magistratura (in Lombardia, nel Lazio e in altre regioni), nonostante l’indignazione generale, nonostante il governo dei tecnici che ha messo in sicurezza il paese, ancora non siamo al riparo da altri scandali sui rimborsi pubblici dei partiti.

Questo è il vero spread che ci separa dalla Germania, e che Presa diretta ha raccontato in maniera estremamente dettagliata.
Lì, esiste una legge sui partiti, dal 1962, che li equipara a soggetti di diritto commerciale. Mentre in Italia un partito è, a volte, equiparabile ad una bocciofila, pur prendendo soldi pubblici (come i monogruppi in regione Lazio, con tanto di segreteria, rimborsi, indennità ..).
In Germania, e non in Italia, ogni partito deve presentare ad una commissione indipendente, il proprio bilancio entro il 30 settembre affinchè vengano controllate le spese e le sue donazioni. (altro…)

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IL NUOVO finanziamento pubblico ai partiti votato a larga maggioranza dal  Parlamento sarebbe in altri tempi una risposta sbagliata e inadeguata ai tanti scandali  provocati dall’attuale sistema. Ma in un’epoca di drammatica sfiducia dei  cittadini nei partiti, diventa qualcosa di  molto peggiore: un atto da irresponsabili. Con trovate come questa, i partiti rischiano  di evocare un’ondata di antipolitica ancora peggiore di quella che per vent’anni ha consegnato il Paese  nella mani di Berlusconi e Bossi. Il finanziamento pubblico, in Italia mascherato da  “rimborsi elettorali”, esiste in tutte le democrazie europee, è un provvedimento giusto per impedire che a  far politica siano soltanto i ricchi. (altro…)

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Da una lunga riunione fra i tecnici dei tre partiti di maggioranza che sostengono il governo (Pd, Pdl, Udc) sono infine uscite le norme che dovrebbero riformare il metodo di finanziamento pubblico ai partiti politici, garantendo più trasparenza nella gestione e prevedendo pene più severe per i trasgressori.

Niente da fare per coloro – tanti – che speravano che le nuove norme prevedessero perlomeno una ridiscussione del sistema stesso di finanziamento; magari l’annullamento di norme incomprensibili come quella che garantisce ai parlamentari i rimborsi per tutti e cinque gli anni della legislatura anche nel caso in cui questa duri pochi mesi; sicuramente una riduzione di quella pioggia di denaro che foraggia le casse dei partiti alimentando inevitabilmente meccanismi di corruzione.

Niente di tutto ciò. Le direttive si limitano a regolare l’aspetto gestionale e si articolano su una serie di punti, molti dei quali incentrati sulla questione del bilancio. Innanzitutto i bilanci dei partiti dovranno essere sottoposti, per legge, al controllo e alla certificazione di società di revisione iscritte nell’albo speciale Consob. (altro…)

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Trucchetti di bilancio: a legger bene l’ultimo rapporto Ocse i fondi per lo sviluppo contengono voci «aliene». Come la lotta all’immigrazione e il taglio dei debiti. Un quadro desolante. Fatto di impegni mancati, di trucchetti di bilancio. Cifre gonfiate con acrobazie contabili per celare le promesse non mantenute ai Paesi più poveri. I dati sull’Aiuto pubblico allo sviluppo diffusi nei giorni scorsi dall’Ocse rivelano che l’Italia resta molto lontana dall’obiettivo di destinare lo 0,7% del Pil alla lotta contro la povertà. (altro…)

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