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Posts Tagged ‘bondi’

“La vita professionale di Berlusconi si fa sempre più fitta di impegni, giornate e notti dedicate al lavoro. La famiglia è serena, ma qualcosa nel rapporto con Carla cambia agli inizi degli anni 80. L’amore si trasforma in sincera amicizia. Silvio e Carla, di comune accordo, decidono di continuare la loro vita seguendo ognuno le proprie aspirazioni… Berlusconi ha sempre avuto un vero e proprio culto per la famiglia”. Per scrivere queste poche righe sul passaggio dell’Amato da una moglie all’altra (con figlia clandestina) senza mai pronunciare la parola “divorzio”,Sandro Bondi aveva lavorato di lingua, lima e carta vetrata per settimane,forse mesi. (altro…)

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BondiI due si sono iscritti al gruppo misto del Senato. Lo sconcerto dell’ex Cavaliere. Intesa con la Lega per le regionali: Tosi in Liguria.

 ROMA – È un altro pezzo di Forza Italia che saluta e se ne va. I pezzi in questo caso sono due: l’ex coordinatore ed ex ministro della Cultura Sandro Bondi e la compagna, la senatrice Manuela Repetti. Un addio in parte annunciato dalla lettera del 3 marzo, seguita da un’immediata convocazione ad Arcore e il congelamento dell’addio. Tre settimane dopo il passaggio al gruppo misto viene confermato.
Così, nel giorno in cui rientra a Roma per sedare la mezza rivolta della vecchia guardia e chiudere l’intesa con Salvini per le regionali, il leader di Fi si ritrova con la notizia battuta in agenzia. «Senza nemmeno chiamarmi, questa è la loro riconoscenza dopo anni in cui ho dato loro tutto?» è stata la reazione densa di rabbia e amarezza del capo, al termine del pranzo con i fedelissimi Toti, Bergamini, Rossi. «Bondi è pur sempre un ex coordinatore, è stato un fulmine in un cielo già nuvoloso», ammette proprio Deborah Bergamini in Transatlantico.

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Baraldi

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BondiL’EX MINISTRO: “NOI L’ABBIAMO MESSO LÌ, L’EUROPA LO DEVE SAPERE” IL RITORNO DEL POETA CHE GESTIRÀ FORZA ITALIA E L’AVVISO AD ALFANO E SCHIFANI.

Sandro Bondi, poeta in rime sciolte, mescola con sapienza l’offensiva e il silenzio. Ripescato nel girone sempre più ristretto dei fedelissimi, pronto a coordinare la nuova Forza Italia (e la relativa cassa), l’ex ministro rammenta a Enrico Letta chi l’ha spedito a Palazzo Chigi: come a dire, io e te, abbiamo lo stesso Capo.

Dice Bondi: “In un’intervista a diversi quotidiani europei, Letta esprime giudizi arbitrari e infondati sul Pdl e, soprattutto, omette di ricordare un elemento che non può essere sottaciuto ai cittadini europei: il suo governo e la sua indicazione come premier di una larga coalizione deriva da una esplicita e determinante volontà politica del presidente Berlusconi”.  (altro…)

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No, cittadino Bondi, non ci sarà nessuna guerra civile. Siamo (tutti) troppo stanchi, stremati, sfiniti, e le sorti del vostro consumatissimo satrapo non sono più, vent’anni dopo, una vera ragione di passione o di disgusto. Nessuna rivoluzione nasce dalla muffa, dalle vecchie carte, dai rancori irranciditi. Ai ragazzi, del vostro amico Silvio, non importa un fico. Non lo amano e non lo odiano, semplicemente non lo tengono in alcun conto. È il passato. Ma le pare, cittadino Bondi, che sarebbe decoroso vedere persone di una certa età (come lei, come me, come tutti gli stagionati adulti protagonisti di questa triste storia) occupare la scena per scannarsi tra loro nel nome di un vecchio pregiudicato, così avanti con gli anni da non poter contare, neppure volendolo, sullo spettacolare esito della galera? (altro…)

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VauroTaranto, un operaio di una ditta appaltatrice: “Il legale che assisteva anche l’Ilva mi consegnò un promemoria per testimoniare il falso. Ma non lo feci” Un lavoratore: “Eravamo 60. L’unico rimasto vivo della mia squadra sono io.

Quando ho sentito dire da Bondi che qui si muore di fumo di sigarette, come un lampo mi è tornato davanti agli occhi il momento in cui l’avvocato mi chiese di testimoniare che il mio compagno, morto di tumore, fumava due pacchetti di sigarette al giorno”. Franco Caramia, oggi in pensione, una vita passata come capocantiere in una ditta appaltatrice dell’Ilva. Di compagni ne ha persi tanti senza poter fare nulla, ma a uno ha reso giustizia con il suo coraggio. “I familiari del mio amico fecero causa e l’avvocato, che difendeva la ditta e anche l’Ilva, mi consegnò un promemoria chiedendomi di leggerlo. Avrei dovuto dire al giudice che il mio amico era un accanito fumatore, mentre ne fumava al massimo 5 di sigarette. Lo guardai in faccia e gli risposi: io sono un uomo e su quella pedana dirò la verità come da giuramento. Restò di sasso. Il Tribunale sentenziò che la causa della morte era stata l’inquinamento”.  (altro…)

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L’ex ad Bondi, ora diventato commissario dell’acciaieria, invia una relazione a Vendola e Arpa: “Il ruolo dell’impianto? Enfasi dei media. Dipende da alcol, sigarette e povertà”.

Taranto-È“erroneo e fuorviante attribuire gli eccessi di patologie croniche oggi a Taranto a esposizioni occupazionali e ambientali occorse negli ultimi due decenni”. Anche Enrico Bondi nega le responsabilità dell’Ilva per la delicata situazione sanitaria a Taranto. L’Ilva non ha colpe, i fattori responsabili per le malattie e i decessi per tumore a Taranto sarebbero altri: “Fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell’accesso a cure mediche e programmi di screening”. In una nota inviata al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e al direttore generale di Arpa, Giorgio Assennato, il commissario straordinario ed ex amministratore delegato dell’azienda dei Riva, ha allegato una perizia in cui si critica duramente lo studio Sentieri compiuto dal ministero della Salute e la valutazione del danno sanitario effettuato da Arpa Puglia che aveva spiegato che, anche con la piena attuazione delle misure previste nell’Aia (Autorizzazioni integrata ambientale), l’impatto degli inquinanti sulla popolazione non si sarebbe azzerata, ma solo dimezzata. (altro…)

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Spending review: Quirinale, Consulta e Parlamento esclusi, saranno autonomi. 

Nel piano di riduzione della spesa ci saranno “tutte le amministrazioni, autorità, anche indipendenti, organismi, uffici, agenzie o soggetti pubblici comunque denominati, gli enti locali, nonchè le amministrazioni regionali sottoposte a piani di rientro dal disavanzo sanitario per le voci relative alla spesa sanitaria”.

Spending review, atto I. Il commissario, che sarà Enrico Bondi, svolgerà funzioni di “supervisione, monitoraggio e coordinamento dell’attività di approvvigionamento di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni”. Nella bozza del decreto legge, che prevede decisioni sulla spesa, ci sono tra le amministrazioni pubbliche “tutte le amministrazioni, autorità, anche indipendenti, organismi, uffici, agenzie o soggetti pubblici comunque denominati, gli enti locali, nonchè le amministrazioni regionali sottoposte a piani di rientro dal disavanzo sanitario per le voci relative alla spesa sanitaria”. Escluse la presidenza della Repubblica, la Corte costituzionale e il Parlamento che avranno autonomia. Le amministrazioni pubbliche ”entro 24 mesi” adotteranno le misure “finalizzate al contenimento dei consumi di energia”.   (altro…)

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Fa il pienone al Festival della Felicità a Pesaro e mischia la Divina Commedia all’attualità: “Prima di poter essere felici bisogna passare dall’inferno”. “Da lunedì questa rassegna si sposterà a Milano per cinque anni”. “Mi scuso per Gigi D’Alessio, non è potuto venire e ha mandato me”.

E’ un Roberto Benigni irresistibile e irrefrenabile. Parla di Obama, di Fede, Pisapia, Moratti, del conte Ugolino. Mescola la Divina commedia all’attualità: bisogna passare dall’inferno prima di arrivare in paradiso. Canta e salta sul palco dell’Adriatic Arena di Pesaro davanti a più di sei mila persone arrivate per il Festival della Felicità. Ed è il solito trionfo. Anche perché materiale ne ha in quantità industriale. Come in apertura, quando finge un problema di microfono e allora ci pensa Mr. Obama, quello che “risolve i problemi”: “Non è che mi puoi mandare uno, Barack, che aggiusta il suono perché in Italia c’è una dittatura dei fonici di sinistra. Ah, c’hai pure te uno scocciatore? Non ti leva la mano dalla spalla? Noi sono 17 anni che ci mette la mano sulla spalla. Tu lo devi assecondare, digli sempre di sì, presentagli una donna”. (altro…)

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Potessi avere la soluzione di uno dei tanti misteri italiani, ne sceglierei uno apparentemente molto minore, ma carico di significati reconditi: l’autosospensione del ministro della Cultura Sandro Bondi. Da circa tre mesi è chiuso in casa, esacerbato e offeso dall’ostilità dell’opposizione ma anche – si dice – da gravi incomprensioni con la sua parte politica. Non va a lavorare, vuole dimettersi ma non si dimette (né viene dismesso), e questo è già sbalorditivo perché scardina ogni regola e ogni convenzione tra un salariato (Bondi) e i suoi datori di lavoro (noi cittadini contribuenti). (altro…)

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I consumatori contro il provvedimento nel Milleproroghe. Un euro in più dal 1° luglio.

A volte ritornano. La ribattezzata “tassa” sul cinema, che prevede 1 euro in più a biglietto, rispunta nel Milleproroghe, arrivata direttamente dal governo attraverso un emendamento presentato al Senato. La misura era “comparsa” per la prima volta (scatenando un fiume di polemiche) a dicembre scorso, nella prima bozza del decreto, poi smentita dal ministro dei Beni culturali Sandro Bondi.
Ora rieccola. Giustificata dalla necessità di coprire le agevolazioni fiscali (tax credit e tax schelter) assicurate ancora per quest’anno alla produzione cinematografica.
Se l’emendamento passerà, “il balzello” di 1 euro in più varrà per tutte le sale – escluse quelle parrocchiali ed ecclesiastiche – e la tassa entrerà in vigore dal prossimo primo luglio, fino al 31 dicembre del 2013.

I Consumatori: “Una decisione folle”. (altro…)

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Camera decide su sfiducia al minsitro.

ROMA – Il voto sulle mozioni di sfiducia individuale nei confronti del ministro Sandro Bondi si terra’ oggi pomeriggio nell’Aula di Montecitorio. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo della Camera che ha convocato la seduta a partire dalle ore 16 con le dichiarazioni di voto. Il voto finale dovrebbe esserci circa un’ora dopo.

BONDI: NO A RINVIO, BASTA GIOCARE CON DIGNITÀ PERSONE  – ”Un ulteriore rinvio della mozione di sfiducia che mi riguarda sarebbe intollerabile. C’e’ un limite anche a giocare con la dignita’ delle persone per squallide ragioni di interesse politico”. Cosi’ il ministro della Cultura Sandro Bondi dice no all’ipotesi del rinvio della mozione di sfiducia nei suoi confronti a causa delle assenze per un concomitante Consiglio d’Europa. (altro…)

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Da anni i “terzisti” e i “riformisti”, cioè i berlusconiani camuffati da indipendenti che la sanno lunga, ci raccontano che in tutte le democrazie, le opposizioni collaborano amorevolmente con i governi, si guardano bene dall’auspicarne la caduta, non demonizzano i premier, men che meno tentano “spallate” né si sognerebbero mai di tirare la giacchetta al capo dello Stato. Questa barzelletta, che vale solo quando governa B., l’ha ripetuta ieri Sandro Bondi in un articolo sul Pompiere della Sera (l’unico giornale che ancora gli dà retta, a grande richiesta dei lettori che si leccano i baffi): “In Italia, dopo il voto del 14 dicembre, si è aperta una fase politica nuova. Non a caso l’on. Casini per primo ha fatto riferimento al confronto e alla collaborazione avviata negli Usa fra Repubblicani e Democratici dopo le elezioni di medio termine… Possibile che anche in Italia non si possa trovare in Parlamento un accordo su materie quali il federalismo?”. Gli piacerebbe: visto che il suo governo ha una maggioranza ridicola e nella commissione bicamerale sul federalismo è addirittura in minoranza, arrivano le opposizioni e votano il federalismo, così il governo si salva e magari lui conserva la poltrona lisciandosi Casini perché non voti la mozione di sfiducia contro di lui. Bella la vita, eh, James? Naturalmente negli Usa sta accadendo l’esatto contrario di quel che racconta Bondi: appena raggiunta la maggioranza al Congresso nelle elezioni di mid-term, i Repubblicani hanno cacciato la speaker democratica Nancy Pelosi, sostituendola con uno dei loro, e hanno annunciato che sarà loro cura radere al suolo la riforma sanitaria di Obama e poi, a seguire, tutte le altre. Pare che non leggano Il Pompiere e nemmeno Il Riformista, che da anni raccomandano alla sinistra di non cancellare, una volta al governo, le leggi vergogna della destra. Ora, per carità, è comprensibile che il nostro ministrucolo dei Beni culturali, peggiore financo della Bono Parrino, ci provi. Ma la tragedia è che c’è chi gli crede. Dall’Udc al Pd al Fli è tutto un offrire “dialogo” a Calderoli. Del resto, i finiani a suo tempo la legge-delega sul federalismo la votarono, così come l’Idv, mentre il Pd si astenne (al solito non aveva una linea sul tema, anzi ne aveva dodici) e solo l’Udc votò contro. Oggi però è chiaro a tutti che, dopo la fiducia ottenuta, anzi comprata da B. il 14 dicembre, c’è una sola, ultima speranza di farlo cadere: che il federalismo fiscale venga bocciato. (altro…)

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E Bondi scrive al Partito democratico
“Cari compagni, non mi sfiduciate”

Il ministro della Cultura alla vigilia della mozione di sfiducia nei suoi confronti. “Bersani, Veltroni, Fassino, fermatevi e riflettete”. Ma Franceschini chiude la porta: “Nessuna marcia indietro”.

Ieri ha scritto a Napolitano , per denunciare la “parzialità” di Fini. Oggi scrive al Pd (la lettera è pubblicata dal Foglio) per scongiurare il rischio di essere cacciato dal governo. E’ un Sandro Bondi iperattivo quello di questi giorni, alla vigilia della mozione di sfiducia nei suoi confronti in Parlamento. Un passaggio delicato visto che a Montecitorio la maggioranza è appesa a tre voti. ma dal Pd arriva un secco no: “Non credo proprio che ritireremo la mozione di sfiducia” dice Dario Franceschini, capogruppo alla Camera. Controreplica del ministro: “Non avevo alcun dubbio che il cattolico Franceschini fosse a favore della sfiducia nei miei confronti. Infatti ho evitato di rivolgermi a lui e ho preferito fare un appello a quelle persone che ritengo, forse ingenuamente, ancora dotate di serietà e senso della misura”.

La lettera di Bondi.
Ai democratici il ministro della Cultura lancia un appello per il ritiro della mozione, dal significativo titolo “Cari compagni, vi spiego perché non dovreste sfiduciarmi”. Questo l’incipit: “Siccome riconosco ancora nei principali leader della sinistra e in particolare a Bersani, Veltroni e Fassino un residuo di concezione seria della politica e di rispetto nei confronti degli avversari politici, vi chiedo di fermarvi e di riflettere prima di presentare contro di me un atto parlamentare cosi’ spropositato, pretestuoso e dirompente sul piano umano, che rappresenterebbe un’onta non per me che lo subisco ma per voi che lo promuovete”. (altro…)

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Da tempo andiamo sostenendo che i politici non c’è più bisogno d’intercettarli. Basta intervistarli, anzi lasciarli parlare. Prendiamo Bondi, ammesso che se ne trovi ancora traccia dopo le disavventure degli ultimi giorni. L’altro giorno, quando viene a sapere che ci stiamo occupando di Roberto Indaco, marito della sua compagna on. Manuela Repetti, attualmente in fase di divorzio, del quale peraltro si era già occupato lui facendogli avere una consulenza da 25 mila euro l’anno come massimo esperto nazionale in materia di “Teatro e moda”, telefona in redazione per vedere se non sia possibile stendere un velo pietoso sulla circostanza. Poi scopre che è impossibile, se ne fa una ragione e detta una memorabile dichiarazione: “Nel caso del signor Indaco, io non ho fatto altro che aiutare una persona che si trovava in una drammatica difficoltà. Aveva le competenze professionali per usufruire della consulenza, quindi non ho violato leggi né norme”. Sulle competenze professionali sorvoliamo per carità di patria (pare che il superconsulente accogliesse i clienti nel motel di famiglia a Novi Ligure). Ma facciamo timidamente notare che, in epoca di tagli e austerità, il suo ministero è riuscito a sistemare anche l’altro membro della famiglia acquisita, Fabrizio Indaco, figlio di Roberto e Manuela, assunto con contratto interinale alla direzione Cinema dei Beni culturali per occuparsi, guardacaso, di finanziamenti. E James: “Si tratta di importi molto modesti. Nel caso di Roberto Indaco, al netto delle trattenute, poco più di 1.000 euro al mese”. Ecco, nel paese in cui un giovane su quattro è senza lavoro (tre su quattro nel Sud) e si suicidano a raffica i precari che non si vedono rinnovare il contratto, è consolante sapere che in casa Repetti nessuno perde lavoro, anzi tutti lo trovano, e sempre al ministero di Bondi. Il quale, anziché scavarsi un buco, infilarsi dentro e chiudere il tappo, piagnucola pure: “Desidererei rispetto, si tratta di una vicenda dolorosa. Di una storia amara, ma anche del tutto personale e privata”. (altro…)

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Cinema e teatri chiusi, set bloccati. Fermi persino i circhi. I 150 milioni di tagli alla Cultura previsti dal governo fanno scattare oggi uno sciopero senza precedenti. “Ma Bondi si rifiuta di discutere”.

Registi e attori in piazza Roma e in tutta Italia: “Bisognerebbe bloccare anche la produzione tv”. In prima linea anche il sovrintendente della Scala di Milano

“E’ un momento che aspettavamo da tempo: Agis, Anica, sindacati, autori, maestranze, attori, se questo governo ha un merito è quello di averci unito e compattato”. Così Maurizio Sciarra, forse non casualmente regista di “Alla rivoluzione sulla due cavalli”, perché quello in scena a Roma e in altre città (Torino, Firenze, Bari) è uno sciopero generale senza se e senza ma. Teatri e cinema chiusi, circhi e sale da concerto serrate, piazze piene, il mondo dello spettacolo si mobilita oggi contro i tagli che hanno messo in ginocchio un settore che dà lavoro a 500mila persone: Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, 100autori e movimento Tutti a casa, di tutto e di più, perché dice Sciarra, “siamo in piedi da un mese e mezzo, a fare pressione contro un muro di gomma che non esiste”.

“Per la prima volta, tutti insieme si manifesta per i tagli indecorosi alla cultura e al cinema in particolare”, ribatte il collega Roberto Faenza, che memore del famigerato adagio tremontiano “La cultura non si mangia” puntualizza: “Troppi dimenticano che il volano dell’economia sono le idee”. Idee a rischio estinzione, perché lo sfascio è dietro l’angolo: “Non abbiamo un interlocuzione con nessuno: le dichiarazioni del governo – lamenta Sciarra – sono le stesse da un anno a questa parte. Dicono di voler reintrodurre tax credit e tax shelter, ma non succede niente, e il ministro Sandro Bondi annuncia una proposta di legge che poi manco vuole discutere con noi”. Dunque, protesta sia: più di 250mila i lavoratori in sciopero, convenuti al cinema Adriano di Roma per la manifestazione nazionale, ma anche al Carlo Felice di Genova, dove questa sera Zubin Mehta terrà un concerto a sostegno del teatro, alla Camera del lavoro di Milano, dove alle 15 prenderanno la parola il sovrintendente della Scala Stéphane Lissner e il direttore del Piccolo Sergio Escobar, e al Petruzzelli di Bari, alle 18. (altro…)

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A Milano si costruisce senza bonificare e un intero quartiere viene sequestrato. A Massa dopo le frane in Comune non si trovano i documenti. Intanto, a Pompei, il ministro Bondi gioca allo scaricabarile.

Un intero quartiere in costruzione sequestrato dalla magistratura di Milano per la presenza di rifiuti tossici. Il crollo della Domus Galudatoria a Pompei. Le frane a Massa Carrara in cui muoiono tre persone. L’emergenza alluvioni in Veneto. Dissesti idrogeologici e veleni nascosti sottoterra accomunati da un unico elemento: la cattiva politica. Mancata prevenzione, omesso controllo, piani regolatori non sostenibili, sono solo alcuni dei vizi che (spesso complice la mancanza di fondi) caratterizzano le amministrazioni pubbliche. A tutti i livelli. Dal governo centrale al più piccolo comune. In questi giorni gli esponenti politici dibattono sulle responsabilità, cercano le soluzioni giuste. Ieri è intervenuto anche il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “Il mancato rispetto delle regole – ha detto – è alla radice di molti disastri ambientali. Ci vogliono le leggi che dicano cosa fare e cosa no. E una volta che sono state fatte bisogna che vengano rispettate”.

Milano, metalli tossici e diossina: niente bonifiche, solo un telone (leggi Lorenzo Galeazzi)
Nel tardo pomeriggio arriva la notizia dalla Procura di Milano. Sequestrata un’area di 300.000 mq per irregolarità nelle bonifiche autorizzate dal Comune e per la presenza di metalli tossici e diossina. L’area, che si trova in zona Bisceglie, è stata recentemente indicata dall’amministrazione comunale per ospitare un progetto di riqualificazione in vista dell’Expo. Da una relazione dell’Arpa e del Corpo forestale dello Stato acquisita dalla magistratura emerge che, nell’ambito delle operazioni di recupero ambientale, le autorizzazioni rilasciate dal Comune alle società coinvolte sono “tutte illegittime” e che hanno “apportato un vantaggio patrimoniale” per le società cui è stata data l’autorizzazione alla bonifica”. L’indagine dei pm è partita nel giugno scorso a seguito della denuncia fatta da Francesco De Carli di Legambiente e Sergio Pennacchietti del comitato ‘Calchi Taeggi’. ”C’era un problema grave e urgente per la salute pubblica e per questo siamo intervenuti”. Con queste parole il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, ha spiegato le ragioni che hanno portato al sequestro. (altro…)

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