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Posts Tagged ‘bruxelles’

Incriminato“Il reporter resta incriminato ma prove insufficienti” La Casa Bianca: l’Europa faccia di più per la sicurezza.

BRUXELLES – «Colpevole». «Forse si». «Certamente si». Anzi no. In un’ennesima disarmante capriola l’Antiterrorismo belga si offre candida alla gogna del mondo. Il giornalista free-lance Faysal Cheffou non è il terzo uomo del commando di Zaventem. Resta indagato per terrorismo ma, in 48 ore, le fonti di prova che avevano convinto la Procura federale ad arrestarlo come uno degli esecutori della strage, si rivelano improvvisamente troppo fragili per privarlo della libertà. La sua scarcerazione è annunciata nel primo pomeriggio da un comunicato di due righe della Procura Federale — «Gli indizi presupposto del suo fermo non sono stati confortati dalla prosecuzione dell’indagine» — e assume contorni più precisi con il passare delle ore.

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terrorismo

Il piano di Abdeslam, kalashnikov e kamikaze nelle strade, sfumato dopo l’irruzione a Forest. Il suo legale: “Vuole essere estradato in Francia”. Khalid El Bakraoui non era solo a Maelbeek, si ignora se il complice sia morto o fuggito. Lo stesso jihadista era ricercato da dicembre: affittò alloggio utilizzato dal commando di Parigi. Il fratello Ibrahim respinto dalla Turchia verso l’Olanda e non trattenuto. Ministro olandese: “Non era in nessuna lista dei ricercati”.

BRUXELLES – In Belgio il livello di allerta scende a livello 3 su una scala di quattro gradi. Lo ha deciso l’organismo federale di valutazione della minaccia terroristica (Ocam) spiegando che al momento il pericolo di una nuova azione terroristica è “possibile e verosimile” (il grado massimo corrisponde a “grave e imminente”). (altro…)

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EllekappaL’analisi.

Gli attentati fanno parte di un disegno preciso: terrorizzare l’Europa dimostrando di poter colpire anche lontano da Siria e Iraq.

Domani le autorità belghe torneranno a interrogare Salah Abdeslam, il responsabile logistico degli attentati di Parigi arrestato venerdì nel quartiere brussellese di Molenbeek. Notizie assolutamente credibili indicano che l’ex meccanico sta collaborando. Sarebbe del tutto in linea con il suo profilo: un uomo che si è tirato indietro al momento di farsi saltare in aria, che urlava e singhiozzava quando chiamava gli amici per farsi aiutare dopo gli attentati, che è tornato nelle strade dov’è cresciuto non per nascondersi in piena vista ma per tornare in un posto dove si sentiva a casa.

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Migranti

Veto dell’Est sulla redistribuzione dei migranti. Secondo nodo: gli “hotspot” per registrazione e rimpatri. Parigi minaccia controlli ai confini italiani.

BRUXELLES- Un accordo “di principio” che somiglia molto a un rinvio. E un rinvio che ha il sapore di una sconfitta. Non passano, per ora, le quote obbligatorie per la redistribuzione dei 120mila rifugiati proposte dalla Commissione. Anche sul numero, per ora non si trova un’intesa. I ministri dell’interno riuniti ieri a Bruxelles si limitano a prenderne atto: «i numeri proposti dalla Commissione costituiscono la base per un accordo sulla distribuzione di queste persone entro l’Unione europea », era scritto nell’ultima bozza su cui i rappresentanti dei governi si sono azzuffati fino a tarda sera. La spaccatura è talmente profonda che alla fine si è rinunciato a sottoscrivere una dichiarazione comune lasciando alla presidenza lussemburghese il compito di illustrare le conclusioni. Ogni decisione è rinviata alla prossima riunione del Consiglio affari Interni, che si terrà l’8 ottobre a Lussemburgo.

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europa-leader

Alcune richieste sono vecchie di vent’anni, come quella sul salario minimo, datata 1992. Solo il nostro Paese e la Grecia non hanno mai provveduto. Altre si ripetono negli anni, sempre uguali. Come le raccomandazioni sui finanziamenti all’istruzione e sull’utilizzo dei fondi. Eppure i governi riescono sempre a eludere questi spunti e concentrarsi sulle manovre lacrime e sangue. Antologia degli impegni non rispettati. Nel nome di Bruxelles.

Non esita un attimo a varare manovre lacrime e sangue non appena l’Europa lo chiede, ma da tutto ciò che serve per sviluppare e modernizzare il paese la politica italiana si tiene a debita distanza. La Commissione Ue lo ha sancito ancora una volta il 5 marzo: l’Italia è affetta da “squilibri macroeconomici eccessivi” e il suo debito è così alto che la correzione dei conti pubblici non basta, servono riforme per far crescere l’economia. (altro…)

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Visto l’esito della caotica riunione di Bruxelles, non è proprio il caso che il normale cittadino stappi una bottiglia, anche se le Borse hanno brindato a quella che considerano, nel loro orizzonte di brevissimo termine, come la fine di un periodo di incertezza. Dopo una confusa nottata di contrasti e recriminazioni, l’Europa si ritrova pesantemente ridimensionata dal rifiuto inglese. Un no a un accordo che avrebbe comportato la perdita di autonomia dalla politica economica, alla quale i governi di Londra hanno sempre tenuto moltissimo, in favore di rigide regole generali di stampo tedesco. (altro…)

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Ometto: Ehilà bella gnocca! Ma lo sai che sei molto carina? Sono il capo del governo italiano, il migliore degli ultimi 150 anni. Il presidente del Parlamento europeo mi attende con ansia, annunciami.

Segretaria : Veramente in agenda non risulta e il presidente è occupatissimo. Se mi dice per che cos’era, prendo nota.

Ometto: Non capisci: a me serve incontrarlo oggi, domani è già tardi.

Segretaria (all’interfono): Presidente, c’è qui un ometto tutto liftato e asfaltato che ride sempre e chiede di lei. Dice che è il presidente del Consiglio italiano, ma a me pare impossibile.

Presidente: Le ha parlato di comunisti e di giudici?

Segretaria: Sì, come ha fatto a indovinare?

Presidente: Si fidi, è lui. Che vuole? (altro…)

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