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Posts Tagged ‘cota’

CotaABBUFFATA CON I SOLDI PUBBLICI, RINVIO A GIUDIZIO PER IL GOVERNATORE PIEMONTESE.

Mutande verdi e borse di Hermès, selle per cavalli, gadget della Juventus e bombole gpl. La maggioranza guidata da Roberto Cota in appena due anni ha bruciato 1,7 milioni di euro di fondi pubblici a scopo meramente personale. Ieri i pm torinesi Andrea Beconi, Giancarlo Avenati Bassi ed Enrica Gabetta, hanno chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di peculato per 39 consiglieri tra cui i capogruppo di Lega, Pdl, Udc, Idv, Gruppo Misto, Progettazione, e per il governatore Cota. Tre consiglieri, inoltre, hanno truffato la Regione fornendo una residenza fittizia, così da intascare indebitamente rimborsi chilometrici. Mentre Maurizio Lupi, portacolori dei “Verdi per Cota” , avrebbe assunto la figlia 25 enne con una retribuzione di 75 mila euro in un periodo in cui però la ragazza era a Parigi per uno stage alla L’Oreal. (altro…)

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Lega Nord

Il retroscena
Esclusa la ricandidatura di Cota alle regionali. L’ex segretario: macroregione anche con Chiamparino.

MILANO— «Le speranze sono minime, ma noi il ricorso lo presentiamo lo stesso». Nello staff di Roberto Cota si respira un’aria cupa. Oggi il governatore del Piemonte riunisce la giunta, chiamata ad approvare il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che annulla le elezioni del 2010. Ma sembra un po’ inutile, perché nella Lega, al di là di quel che dice il segretario Matteo Salvini («Io ci credo, l’obiettivo di ottenere una sospensiva è a portata di mano»), sono tutti più o meno convinti che il verdetto di appello della giustizia amministrativa confermerà quello di primo grado. (altro…)

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CotaMANIFESTAZIONE A TORINO CONTRO LA SENTENZA DEL TAR CHE HA ANNULLATO L’ELEZIONE DI COTA AL GRIDO DI “GOLPE ROSSO” E “MAGISTRATI DEI CENTRI SOCIALI”.

Il più arrabbiato è il segretario Matteo Salvini: “Al prossimo leghista che toccheranno – dice dal palco di fronte alla prefettura di Torino – nel giro di dodici ore non solo noi, ma mille, duemila, diecimila persone pacifiche ma non tanto si muoveranno e allora qualcuno dovrà avere paura”. Annuncia querele milionarie contro Carlo De Benedetti e La Repubblica (che ieri in prima pagina titolava “La truffa della Lega”) e chiede ai militanti di mettere a disposizione la propria libertà personale per il bene dei figli e dei nipoti. (altro…)

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CotaHa ragione il giovane segretario leghista Matteo Salvini, «non si vince con i giudici». Ma non si dovrebbe vincere neanche con la frode; e lamentare l’onnipresenza della magistratura, in Italia, ha un senso solo se si ragiona anche sull’onnipresenza dell’illegalità, tanto per ristabilire il nesso tra causa ed effetto. Quanto alla politica: la Lega, che è un partito ridotto ai minimi termini, deve le sue tre presidenze di Regione (salvo, forse, il Veneto) alla sua fedeltà a “Silvio”, e a nient’altro. Dipendesse solo dal proprio peso elettorale il Carroccio, nella famosa Padania, potrebbe governare al massimo qualche comunello di crinale o di fondovalle, non una sola città grande o media, non una sola delle tre regioni. (altro…)

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Cota

DOPO TRE ANNI IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO DI TORINO ANNULLA LE ELEZIONI REGIONALI DEL PIEMONTE DEL 2010. LE OPPOSIZIONI CHIEDONO LE DIMISSIONI. LUI: “FAREMO RICORSO”.

Gino Bartali riassumerebbe tutto dicendo: “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. Dopo quattro anni di governo di Roberto Cota e dopo quattro anni di battaglie legali, ieri il Tribunale amministrativo del Piemonte ha invalidato le elezioni del 2010. Il Tar “annulla l’atto di proclamazione degli eletti – si legge nella sentenza – ai fini della rinnovazione della competizione elettorale”. In sostanza i consiglieri piemontesi (di cui 43 sono indagati per i rimborsi gonfiati) non sono più legittimi e bisogna votare di nuovo. L’occasione è stata subito colta da Sergio Chiamparino che, nel pomeriggio di ieri, ha dato la sua disponibilità a candidarsi per il centro-sinistra. (altro…)

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Nel garbuglio delle elezioni piemontesi, tra le dichiarazioni infocate dei frodati e quelle ancora più infocate dei frodatori, non vorrei sfuggisse la monumentale figura di Michele Giovine, il consigliere regionale che con il suo gruzzolo di voti ha determinato l’attuale assetto politico in Regione.
A soli 37 anni egli era già il capo dei “Pensionati per Cota”: e già si ride. Ma in precedenza aveva capeggiato i “Consumatori per Ghigo”, perché nel mondo magico delle liste-civetta si può essere, a seconda dell’uzzolo, pensionati, consumatori, contribuenti, automobilisti, viaggiatori, pedoni, ciclisti, pazienti di ospedale, clienti di trattoria, eccetera. (altro…)

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CotaIl verbale: era il governatore a decidere cosa farsi rimborsare dalla Regione.

TORINO-NON lo fa nemmeno nello studio dell’avvocato Domenico Aiello che la incontra due volte nel corso delle indagini difensive per scagionare il suo cliente: «Generalmente il presidente esclude ogni spesa priva di destinazione istituzionale. Non disponendo di molto tempo, appone prima una croce o un “no” sugli scontrini e le ricevute non rimborsabili, quali spese personali. Così facendo indica chiaramente all’ufficio l’esclusione del relativo costo». Sembra dire quindi che tutto ciò che è poi finito nella lista dei rimborsi contestati dalla Procura, abbia prima passato il vaglio del presidente Cota. E che i margini di errore quindi per lei erano pochi. (altro…)

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CotaFra le spese istituzionali per 25.410,66 euro che lo sgovernatore leghista piemontese Roberto Cota s’è fatto rimborsare in due anni e mezzo dalla Regione, c’è un paio di boxer di color padano verde-kiwi, modello “Chappytrunk”, taglia L, costo 40 euro, acquistati il 6 agosto 2011 a Boston dove lo statista novarese era in missione istituzionale per “corso di formazione e visita al Mit”. Pareva brutto, vista anche la calura, indossare dei normali pantaloni, consumandoli a spese proprie. Molto meglio i pratici mutandoni padani, anch’essi istituzionali. Per la Procura, che ha chiuso le indagini a carico del Cota e di 42 consiglieri regionali in vista del processo, questo si chiama peculato. Per l’erede di Cattaneo (che Dio lo perdoni), “è solo fango dei feticisti della penna” che la Procura dovrebbe ignorare e anzi – chissà perché – “sostenermi”. (altro…)

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Nella buferaAnche i boxer di Cota a spese della Regione Piemonte, il governatore li comprò a Boston. E in Consiglio scoppia la bagarre: “Vergogna”.

Lo scandalo

TORINO-NEMMENO nell’intimo, e a oltre settemila chilometri di distanza, il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota ha voluto tradire la Lega. E chissà se sarà questa l’unica scusa alla quale appigliarsi per spiegare come mai con i soldi del Gruppo ha messo in nota spese pure un paio di mutandoni.

ERA l’estate del 2011 quando Roberto Cota cercava il colore “verde” tra gli scaffali di un noto negozio di abbigliamento degli Usa, e trovava quel che più si avvicinava alla nuance del Carroccio accontentandosi della sfumatura “kiwi”. È lì che si è comprato un bel paio di boxer da sfoggiare anche in spiaggia. Ma poi, tornato in Italia, non ha provato imbarazzo a chiederne il rimborso: l’equivalente, in dollari, di 40 euro. (altro…)

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CotaCosì scontrini e rimborsi affondano il modello leghista
L’inchiesta.

TORINO — Gli esegeti ancora s’interrogano, a quattro giorni di distanza dal fattaccio, su quale sia stato il passaggio dell’intervento di Mercedes Bresso che ha scatenato l’ira del consigliere dei Fratelli d’Italia Franco Maria Botta, figlio di Giuseppe, capocorrente della Dc torinese negli anni della Prima Repubblica. Il Botta figlio (nomen homen) si è avventato sul microfono della Bresso, prontamente bloccato dai colleghi prima che il parapiglia si concludesse con la generale caduta a terra, plastica rappresentazione del livello raggiunto dall’istituzione regionale complessivamente intesa. È il crollo del mito del Territorio, la fine dell’idea ingenua che per il solo fatto di essere lontani da Roma si diventa onesti. E invece, nella terra del leghista Roberto Cota, si scopre che il palazzo della Regione è solo un bonsai della Montecitorio degli anni peggiori. Dalla macro-regione del Nord alla mega-abbuffata. (altro…)

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UBIQUO e vorace collezionista di scontrini, certamente più a suo agio a Roma che a Torino, giunge anche per il presidente piemontese in cravatta verde, inesorabile, il giorno del giudizio: torna a casa, Cota. Il leghista che surclassa anche il bigamo più incallito, risultando in grado di mangiare contemporaneamente in luoghi distanti, e di pagare fino a cinque conti diversi per un totale di ben ventidue coperti una sera di giugno in un ristorante dei Parioli. Torna a casa, Cota.

Per quanto non si sappia bene se la sua casa vera sia a Novara o a Milano. L’unica certezza per anni è stata quella di trovarlo nella sede leghista di via Bellerio se lì c’era Bossi, dietro al quale girovagava come un segugio, quando il senatur era ancora in auge. (altro…)

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CotaIl governatore accusato di peculato: 25mila euro per fini personali.

TORINO— «Non posso restare Presidente anche solo con l’ombra di un avviso di garanzia ». Pronunciava queste parole, lapidarie, il governatore del Piemonte, Roberto Cota, ai pm di Torino che lo ascoltavano nell’inchiesta sulle spese pazze della Regione. Era l’11 gennaio 2013. Da allora sono passati più di 11 mesi. E nonostante sia stata raggiunto da ben due provvedimenti, avviso di garanzia e chiusura indagini, è ancora oggi alla guida del governo piemontese. È accusato di peculato per aver indebitamente speso oltre 25 mila euro dei fondi destinati ai rimborsi del Gruppo del Carroccio. Tra i suoi scontrini ci sono conti per cene e pranzi al ristorante, caffè e hamburger al fast food, ma anche una valigia, un pacchetto di sigarette, libri, cravatte, dvd e custodie per ipad. Tutte gli vengono contestate come spese personali e non attribuibili alla sua attività politica. Cota per due volte ha scelto di andare in procura, chiedendo di farsi interrogare con il suo avvocato di fiducia (fedelissimo di Maroni) Domenico Aiello, temendo le conseguenze della nuovissima legge Severino. (altro…)

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Corruzione

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A fronte di una giornata più che positiva per il Movimento No Tav sono state diverse le testate giornalistiche e le televisioni che hanno provato a raccontare la manifestazione di ieri, domenica 23 ottobre. Un tentativo ben riuscito, possiamo dirlo, è il servizio di Report che oltre ad intervistare diverse persone della valle e non, trasmette anche un’intervista davvero infelice a Cota. Il Presidente della Regione Piemonte, infatti, con le sue dichiarazioni mostra quanto poco sappia di Tav per poi innervosirsi e negare ulteriori commenti. Che vergogna Cota…! (altro…)

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Mancano solo i risultati delle schede di Torino. L’ex presidente: “Forse finirà male per loro, noi attendiamo l’esito delle operazioni”. Cota aveva vinto per 9 mila voti ma ora potrebbero essere invalidate circa 9 mila schede.

“Roberto Cota è il presidente, ha vinto le elezioni. Ma se nel riconteggio Mercedes Bresso fosse in vantaggio, allora finisce male…”. Così il leader della Lega Umberto Bossi ha commentato ieri a Montecitorio le operazioni (ancora in corso a Torino) ordinate dal Tar Piemonte, che nel luglio scorso ha accolto i ricorsi di Mercedes Bresso (Pd), decidendo il riconteggio di due delle liste alleate all’attuale presidente. L’uscita di Bossi – che a più riprese, nei mesi scorsi, aveva già invocato la piazza contro la sentenza del Tar – sintetizza bene il nervosismo che in questi ultimi serpeggia tra Lega e centrodestra in Piemonte. Gli esiti della verifica, nella quale vengono controllate soltanto le schede attribuite a due liste minori alleate di Cota (Scanderebech e Consumatori, annullate dal Tar perché impropriamente apparentate a partiti alle quali non appartenevano, e dunque esonerate dall’obbligo di raccogliere firme di presentazione) sono stati fin qui favorevoli a Bresso. Solo il 15-20 per cento degli elettori, infatti, ha tracciato su una scheda sia la croce sui simboli delle due liste “incriminate”, rendendo così il voto potenzialmente nullo, sia sul nome di Cota, mentre la maggior parte si è limitata a un solo segno. Tra il leghista e la presidente uscente ci sono solo 9000 voti di distanza, quelli in discussione sono 15.000, e i conti sono presto fatti e giustificano le parole di Bossi: se il trend si manterrà costante, alla fine saranno invalidate oltre 9000 schede. (altro…)

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