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Posts Tagged ‘csm’

Se la magistratura sospetta che un suo componente abbia commesso dei reati e procede contro di lui, è la dimostrazione che la magistratura funziona“. Così il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, replica, nel corso di Otto e Mezzo (La7), al giornalista di Repubblica, Vittorio Zucconi, secondo cui, a proposito delle indagini a carico del pm di Napoli Woodcock, “quando la magistratura è costretta a intervenire per indagare sulla magistratura, è sempre una brutta notizia per tutti”. (altro…)

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Lo VoiACCOLTO IL RICORSO DEI DUE CANDIDATI PER IL VERTICE DELLA PROCURA DI PALERMO.

Palermo – Per il Csm che lo ha spedito sulla poltrona di procuratore di Palermo era “lo snodo fondamentale della straordinaria carriera di Francesco Lo Voi”. Ma per il Tar di Roma aver lavorato presso l’agenzia Eurojust non giustifica affatto “la prevalenza” del profilo professionale di un magistrato rispetto ad altri colleghi che vantano nel proprio curriculum incarichi direttivi o semidirettivi: per questo motivo la prima sezione quater, relatore Giampiero Lo Presti, ha accolto ieri mattina i ricorsi “gemelli’’ dei procuratori di Caltanissetta e Messina Sergio Lari e Guido Lo Forte, decretando l’annullamento della delibera di Palazzo dei Marescialli che “contrariamente ai comuni canoni di logica e ragionevolezza”, ha sancito la nomina di Lo Voi a capo della procura di Palermo. E condannando il Csm al pagamento delle spese di giudizio per complessivi tremila euro.

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lo-voiDa ieri, di fatto, la Procura di Palermo è di nuovo senza capo. Com’era facile prevedere e come avevamo scritto in beata solitudine sul Fatto, il Tar del Lazio ha annullato la nomina di Franco Lo Voi da parte del Csm in quanto palesemente “illegittima”,accogliendo i ricorsi dei due concorrenti esclusi: i capi delle Procure di Messina e Caltanissetta,Guido Lo Forte e Sergio Lari. Per escluderli dalla corsa e isolare quel pugno di magistrati che tuttoggi, pervicacemente, a rischio quotidiano della vita, cercano la verità sulla trattativa Stato-mafia e sui retroscena politico-istituzionali delle stragi del 1992-‘93, si era mobilitato con gli scarponi chiodati tutto il potere che conta: il presidente Napolitano, il suo vice Vietti, tutti i membri laici del Csm messi lì dai partiti e quelli togati della corrente di destra MI, più i vertici della Cassazione.  (altro…)

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MannelliL’unico pregio dell’ultimo messaggio di Napolitano al Csm è che è l’ultimo. Per il resto, è la solita imbarazzante accozzaglia di luoghi comuni, assurdità e bugie. Che non hanno neppure il carattere dell’originalità, visto che sono copiate paro paro dai moniti precedenti (chi glieli scrive ricicla quelli vecchi, confidando nel fatto che lui non se ne accorga). Ma le menzogne si possono ripetere mille volte, senza diventare verità. Pagato il pedaggio all’ovvio – la denuncia “della corruzione e della criminalità organizzata emerse anche in questi giorni” – l’anziano monarca riattacca con la tiritera cerchiobottista dei “comportamenti impropriamente protagonistici e iniziative di dubbia sostenibilità assunte da magistrati della pubblica accusa”. (altro…)

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Procura di Palermo

Ieri, con la nomina di Franco Lo Voi a successore di Francesco Messineo, il Palazzo si è ripreso la Procura di Palermo che aveva dovuto mollare 22 anni fa, dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, con la rivolta dei pm ragazzini cresciuti al fianco di Falcone e Borsellino che misero in fuga il famigerato Pietro Giammanco e propiziarono l’arrivo di Gian Carlo Caselli. Ora quella stagione che, fra alti e bassi, aveva garantito risultati eccezionali nella lotta a Cosa Nostra e ai suoi tentacoli politico-affaristico-istituzionali, si chiude violentemente con un colpo di mano che ha nel Csm l’esecutore materiale e negli alti vertici dello Stati e dei partiti i mandanti. Un replay, ma in peggio, dell’operazione che nel 1988 portò l’anziano Antonino Meli e non l’esperto Giovanni Falcone al vertice dell’Ufficio Istruzione. (altro…)

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Consulta e CSM

“Dopo essere stato costretto dall’intransigenza del M5S a ritirare la candidatura di Violante, il PD ha dovuto arrendersi al nostro metodo: quello della trasparenza e della condivisione.
Come gli avevamo chiesto, ha ufficializzato un nome lontano dalla politica e dotato dei requisiti e ha lasciato che fosse giudicato da tutti i cittadini. Il risultato? È finalmente arrivata l’elezione di Silvana Sciarra alla Consulta e di Alessio Zaccaria al CSM. (altro…)

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m5s_in_parlamento_

Lettera del M5S inviata a tutti i parlamentari della Repubblica

Gentile collega,
da ormai due mesi si cerca invano di eleggere i due giudici costituzionali di spettanza parlamentare. Nomi anche importanti sono stati passati nel tritacarne della gara senza che si giungesse a nulla. Ormai è chiaro che la logica della spartizione fra alcuni partiti, per cui ciascuno piazza il proprio candidato ed offre i voti per quello dell’altro, non funziona più e l’unico modo per uscirne è quello di trovare nomi di garanzia largamente condivisi. Noi crediamo che questo sia il momento di basare la nostra azione di parlamentari, indipendentemente dalla forza politica che rappresentiamo, sullo spirito con il quale i Padri Costituenti avevano pensato l’elezione di un organo di garanzia come la Corte Costituzionale e il Csm. L’alto quorum richiesto andava proprio contro la logica di spartizione di potere che in questi mesi si è imposta. (altro…)

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ViolanteCi sono volute 20 fumate nere e settimane di stallo, ma alla fine la maggioranza ha ammesso ciò che il Movimento 5 Stelle ha sostenuto fin dall’inizio: i nomi fatti dalla maggioranza per la Corte Costituzionale, evidentemente anche questi figli del Patto siglato al Nazareno tra Renzi e Berlusconi, erano improponibili. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto da subito candidati di alto profilo, dal curriculum specchiato e che non fossero politici di professione. Lo abbiamo chiesto per i membri del Csm e grazie alla nostra insistenza siamo riusciti a fare in modo che una persona indagata per falso, Luigi Vitali di Forza Italia, non varcasse la soglia di Palazzo dei Marescialli. Lo abbiamo chiesto per la Corte Costituzionale e siamo riusciti a frenare in tempo la corsa di Donato Bruno, senatore forzista indagato. A maggior ragione lo abbiamo chiesto quando il Pd ha calato dall’alto il nome di Luciano Violante: uomo della politica, con 30 anni di vita parlamentare alle spalle e senza nessuno dei requisiti richiesti dalla nostra Costituzione per poter essere eletto giudice della Corte Costituzionale. Anche qui abbiamo portato a casa il risultato: Violante è fuori dai giochi. (altro…)

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Vauro

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RodotàUNO dei nomi per la Consulta, proposto dal Movimento Cinque stelle è quello di Stefano Rodotà. Dopo che le fumate nere delle votazioni in Parlamento hanno raggiunto quota sedici, i grillini rivendicano i loro candidati: “Se loro proponessero dei nomi validi, ad esempio quelli di Rodotà, Pace o Carlassare, noi certamente li voteremmo. Voteremmo senza alcun dubbio un nome buono ma non ne proponiamo altri perché i nostri li abbiamo già fatti e perché altrimenti li bruceremmo come avvenuto con Rodotà presidente”. A dirlo è il deputato pentastellato Danilo Toninelli, che ricorda altri nomi fatti dal Movimento: “A giugno abbiamo proposto Modugno, D’Andrea e Niccolai, figure illustrissime e terze alla politica, che non sono state tenute in considerazione”. (altro…)

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DelusioniANCORA UNA FUMATA NERA PER L’ELEZIONE DEI DUE GIUDICI COSTITUZIONALI CON BRUNO FUORI GIOCO, SI INABISSANO I CANDIDATI DEL NAZARENO.

Adesso vengono a prenderci con i corazzieri”. Montecitorio, sedicesima fumata nera per l’elezione dei giudici della Consulta. Non passa né il nuovo candidato di Forza Italia, Caramazza (l’ex avvocato generale dello Stato che – tra le altre cose – ha firmato il ricorso per distruggere le intercettazioni tra Napolitano e Mancino), che prende solo 450 voti, né Luciano Violante (il nome voluto dal Colle), fermo a 511. Come stupirsi che il Presidente sia ogni giorno che passa più arrabbiato? E anche in parte sfiduciato: lui “monita”, esorta, interviene. E il Parlamento, niente. Va per fatti suoi. Sono settimane che Re Giorgio fa presente a tutti quelli con cui parla che nella votazione dei giudici di Consulta e Csm bisogna procedere spediti. Niente da fare: prossima seduta comune aggiornata a tra una settimana. (altro…)

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ApertureNiente timor sacro. Nessun rossore. Fastidio tra i Cinque Stelle, qualche indignato nella sinistra Pd. Il monito di Napolitano sul “quorum che impone convergenze” e contro “le immotivate preclusioni verso le candidature di altre forze politiche” piomba su una Camera esausta all’ora di pranzo. E non scuote quasi nessuno. Dopo pochi minuti pare già vecchio, un messaggio giunto da un palazzo lontano e non dal Quirinale che è lì, a dieci minuti di camminata. Troppo stanchi e distratti, i parlamentari, con la folla dei peones che entra ed esce dall’aula come per timbrare il cartellino. “Questa storia del Csm e della Consulta va avanti da giorni, non ne possiamo più” riassume un deputato del Pd. E pare il grido di dolore di tanti volti che si trascinano tra il Transatlantico, il corridoio antistante l’aula, e la buvette, cercando in un caffè o dentro l’ipad l’antidoto al più noioso dei riti. La vera notizia, che arriva a ridosso della prima chiama, è quella dell’incontro tra Renzi e Berlusconi. (altro…)

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Il candidato del Pd in calo, quello di Fi aumenta i consensi Nulla di fatto anche per il Csm. Oggi nuovo tentativo.

ROMA – Ancora fumata nera per l’elezione dei due nuovi giudici costituzionali e dei due membri laici del Csm che ancora mancano all’appello. Donato Bruno, il candidato di Forza Italia, infatti ha raccolto 544 voti, 15 in più rispetto a lunedì. mentre Luciano Violante, indicato dal Pd, si è fermato a 526 voti. Quattro meno rispetto a lunedì. Il quorum per la Consulta, tre quinti degli aventi diritto, era fissato a 570. Niente di fatto neanche per il Csm. Luigi Vitali, il candidato berlusconiano che è un po’ la pietra dello scandalo di queste elezioni, si è fermato a 389 voti contro i 421 di lunedì. Pochi voti anche per i due candidati che sono espressione dell’area grillina: Luigi Zaccaria si è fermato a 140 e Nicola Colaianni a 136. Il quorum per il Csm, tre quinti dei votanti, a causa delle presenze maggiori dei parlamentari, era salito dai 482 di lunedì ai 515 di ieri.

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Renzusconi

I CANDIDATI SCELTI DAL PREMIER E DA B. NON ARRIVANO AL QUORUM. IL PRIMO SI FERMA A 529 VOTI, IL SECONDO A 530. ASSENZE IN ENTRAMBI GLI SCHIERAMENTI.

Donato Bruno, insaccato dentro un ampio doppiopetto blu berlusconiano, fende per l’ennesima volta il Transatlantico, apre la porta-finestra che dà sul cortile di Montecitorio, scende pochi gradini e si accende la decima sigaretta in meno di un’ora. Quanto fuma, Bruno. L’avvocato pugliese che vuole diventare giudice costituzionale è in ansia ma ai cronisti dice: “Sono sereno”. Usa l’aggettivo più sfigato nell’era renziana. Accanto a lui, c’è Nitto Palma, ex guardasigilli, tabagista come Bruno. Sono due previtiani di acciaio, “Nicola” e “Nitto”. Nel giro di un fine settimana, Bruno da alfiere della ribellione di Forza Italia contro   B. (che voleva il giannilettiano Catricalà) è diventato uno dei due simboli del patto renzusconiano sulla Consulta. Un giudice al Pd, l’altro al partito del Pregiudicato. Ma la fumata è ancora nera, nera, nera.   E sono dieci   senza risultati   La decima votazione per eleggere i due nuovi componenti della Corte costituzionale inizia alle quindici. (altro…)

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ViolanteMa questi analfabeti lo sanno cosa sono la Corte costituzionale e il Csm? A giudicare dai personaggi squalificati che vogliono mandarci e dal silenzio che avvolge i loro curricula, si direbbe di no. Ma, a giudicare dalla pervicacia con cui insistono per quei nomi, a costo di paralizzare da quattro mesi il Parlamento, si direbbe di sì. Il Partito Unico Renzusconi sa benissimo che la Consulta, pur già inquinata da vecchi politicanti, potrebbe ancora dare fastidio per la presenza di personalità indipendenti, che vanno al più presto rimpiazzate con uomini di stretta obbedienza. Sennò le loro leggi incostituzionali (tipo l’Italicum) vengono di nuovo bocciate. I nomi di Violante, participio presente per tutte le stagioni, e Donato Bruno, membro della grande famiglia dei Cesaroni (è amico di Previti) e padre di un giovanotto inquisito per le baby squillo dei Parioli, rispondono perfettamente all’identikit: infatti Napolitano, che dovrebbe garantire un minimo di decenza costituzionale, tace e acconsente. (altro…)

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“Per l’elezione dei membri della Corte Costituzionale e del Csm stiamo assistendo all’ennesima spartizione di potere fra Forza Italia e Partito Democratico. Il patto del Nazareno, evidentemente, contiene indicazioni chiare anche sull’occupazione di organi costituzionali, che dovrebbero essere super partes. Per capirlo basta scorrere la lista dei candidati scritti su un promemoria distribuito ad alcuni parlamentari: si tratta di personaggi già noti per aver occupato poltrone e posti di comando, uomini destinati a perpetuare il vecchio sistema di gestione del potere in mano ai partiti. Il Movimento 5 Stelle anche in questo caso si è distinto: ha chiesto alla Rete e ai cittadini di votare il proprio candidato e il prescelto è stato Alessio Zaccaria, professore dell’università di Verona, figura estranea alla militanza politica: un profilo super partes come dovrebbe essere un membro del Csm. (altro…)

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LegniniPER LA PRIMA VOLTA COME VICEPRESIDENTE DELL’ORGANO DI AUTOGOVERNO DEI MAGISTRATI È SCELTO UN MEMBRO DEL GOVERNO: LEGNINI. RINVIATO A OGGI IL VOTO SULLA CONSULTA.

Le mani di Matteo Renzi sull’organo di autogoverno della magistratura, il Csm. Per la prima volta un membro del governo, il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, viene spostato dall’esecutivo per commissariare Palazzo dei Marescialli, in qualità di vicepresidente, alla vigilia della riforma della giustizia, ma soprattutto nel nome del riequilibrio delle correnti interne al Pd che Renzi vorrebbe inaugurare nella nuova segreteria del Nazareno. E così un bersaniano mai davvero convertito al “giglio magico” come l’avvocato abruzzese Legnini – prima senatore e componente della Giunta delle autorizzazioni di Palazzo Madama, ottimo mediatore sul caso Lusi e dopo sottosegretario all’Editoria del governo Letta, bravo a far di conto al punto da immaginarlo commissario straordinario di Roma (dalla poltrona dell’Economia ha controllato lui il piano di risanamento della capitale preteso dal governo) in caso di fallimento di Ignazio Marino – adesso è di nuovo catapultato sulla poltrona di un posto che scotta, come il Csm, direttamente da una poltrona di governo.  (altro…)

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democrazia-autoritaria

Riforma Senato: ecco come Palazzo Chigi finirà per controllare Colle, Consulta e Csm.

La maggioranza di Matteo Renzi ha strappato al Senato il primo sì al ddl 1429 sulla riforma dell’assemblea di Palazzo Madama e del Titolo V della Costituzione. Se il testo non subisse modifiche al termine del 4° passaggio parlamentare, ne verrebbe fuori un bicameralismo imperfetto in cui una Camera quasi monopolizzata dal partito più forte controllerà processo legislativo, elezione del Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale e Consiglio Superiore della Magistratura.

Una Camera quasi monopolizzata dal partito che uscirà vincitore dalle elezioni rischia di controllare il processo legislativo, l’elezione del Presidente della Repubblica e, di conseguenza, 10 giudici della Corte Costituzionale su 15 e il Csm. (altro…)

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I magistrati insistono: solo dal 2016 pensione a 70 anni E oggi alla Corte costituzionale scade il presidente.

ROMA – Potrebbe cadere tra il 25 e il 30 agosto il voto per i nuovi componenti del Csm e della Corte costituzionale. Quando ormai la riforma Boschi dovrebbe essere un ricordo. La grande tensione politica per questo voto, i rapporti politici sul filo, e soprattutto il Senato impegnato per quasi tutto l’arco della giornata sconsigliano l’ulteriore stress della seduta comune per votare gli otto membri del Csm e i due nuovi giudici della Consulta. In questo momento, si ragiona in casa Pd, mancano la serenità e il tempo per affrontare nomine delicate, che rischierebbero invece di finire triturate dall’affannosa ricerca di un accordo sulle riforme.
Csm prorogato dunque, fino all’inizio di settembre, e Consulta avviata comunque verso l’elezione del presidente, perché il regolamento interno concede 30 giorni di vacatio che scadono oggi. Se la Corte merita un discorso a sé, il rinvio per il Csm costituisce un problema non da poco, sul quale già si avvertono forti malumori in una magistratura segnata dal decreto sulla riduzione dell’età pensionabile da 75 a 70 anni. (altro…)

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CsmDunque il pm Forteleoni e il giudice Ponte-corvo, candidati al Csm per la corrente di Magistratura Indipendente e sponsorizzati dal sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, sono stati puntualmente eletti con una barcata di voti. In un paese normale, alla notizia che un membro del governo fa campagna elettorale per il Csm, il premier l’avrebbe licenziato in tronco. E nessun magistrato, a tutela dell’organo di autogoverno (non del governo), avrebbe votato per i due favoriti del sottosegretario. Invece Ferri rimane imperterrito al suo posto e i suoi protegé entrano trionfalmente a Palazzo dei Marescialli: Forteleoni con 1571 preferenze (il più votato fra i pm) e Pontecorvo con 616. È il nuovo modello di divisione dei poteri, che anticipa la riforma della Costituzione. (altro…)

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