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Posts Tagged ‘elezioni europee’

Malcom XGrillo incontra Farage e questo per i media è più grave del patto del nazareno Berlusconi-Renzi? Ma vi sembra una cosa normale?

Grillo alza i toni (come ha sempre fatto) e questo fa più scalpore delle preferenze (esattamente 1 milione e 242 mila voti) date a condannati o indagati (Fitto, Mastella, Scopelliti, Soru, Cesa etc etc)?

Per qualcuno è intollerabile essere saliti sul tetto della Camera e non le ripetute violazioni alla Costituzione che vengono commesse ogni giorno in Parlamento?

Ma vogliamo ragionare in modo lucido? Il che non significa non fare sana autocritica ma significa, allo stesso tempo, avere prospettiva. Io l’ho scritto, ci sono rimasto malissimo del risultato alle europee, ma sono passati dei giorni e tutti, non più a caldo, dobbiamo usare il cervello. Siamo entrati soltanto 16 mesi fa in Parlamento e abbiamo messo così paura al “sistema” da spingerlo a schierarsi, in blocco, contro di noi. Pensate che deputati di Scelta Civica, un partito che non esiste più, vanno in TV e commentano felici il risultato del M5S, un movimento che ha preso (nonostante una forte astensione che oggettivamente ci penalizza) quasi 6 milioni di voti! (altro…)

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Dario-Fo-Beppe-GrilloCi sono tre modi per riaversi da una sconfitta. 1) Negarla, autoconsolandosi con formulette e scuse da Prima Repubblica (la sostanziale tenuta, lo zoccolo duro, il consolidamento della base, la presenza sul territorio, la stampa cattiva, gli elettori che non hanno capito, il destino cinico e baro). 2) Piangersi addosso, crogiolandosi, arroccandosi e incattivire in un dorato e sdegnoso isolamento dal mondo esterno, visto immancabilmente come ostile e incomunicabile. 3) Analizzare le cause dell’insuccesso, magari con l’aiuto di qualche esperto vero, e ripartire di slancio per rimuoverle, facendo tesoro degli errori e guardando avanti. Le prime due reazioni non portano lontano: sia i comodi alibi sia le lacrime appannano la vista. Eppure è proprio altalenando fra la prima e la seconda che si muovono i 5Stelle dopo la batosta europea. (altro…)

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grillo_megafono

“Si stanno levando molte voci che chiedono le “dimissioni” di Beppe Grillo (ho visto una dichiarazione in questo senso anche di parlamentari del M5s o ex del movimento), anche in questo blog ci sono interventi che vanno in questo senso e qualche autorevole amico me lo ha scritto in una mail privata. Tutti, più o meno, ricordano la frase con cui Grillo diceva che si sarebbe ritirato se non avesse “vinto”. Bene, allora discutiamone.
In primo luogo: dimettersi da cosa? Grillo non ha cariche formali nel M5s,non ne è il segretario. Per cui la richiesta di dimissioni può significare solo che deve smettere di parlare e magari chiudere il suo sito. Mi sembra una richiesta eccessiva, che non si può fare neanche al leader più sconfitto del sistema solare: ma, allora, fatte le dovute proporzioni, uno come Veltroni cosa avrebbe dovuto fare? Per non dire di Paolo Ferrero.
Allora, come prima cosa mi pare sia il caso di “prendere le misure” di questo risultato elettorale. (altro…)

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GLI euroscettici (Francia compresa) sono circa un quarto degli elettori del continente. Una forte, fisiologica minoranza che la “frittata socialista e democristiana”, per dirla con Matteo Salvini, basta e avanza a tenere a bada. Per giunta — lo testimonia lo stravagante incontro tra Grillo e Farage: a partire dall’acconciatura, due mondi incompatibili — sono un insieme molto spurio, e la prevalente natura xenofoba e antistatalista di molti di quei partiti e partitini non basta a dare una fisionomia d’insieme.
Il vero rischio è che lo spauracchio antieuropeista si riveli in tempi brevi meno temibile di quanto pareva prima del voto; e che, di conseguenza, il notabilato presuntuoso che regge le sorti della politica dell’Unione ritenga di averla fatta franca e continui a sottostimare il disagio dei Paesi e dei ceti più deboli. (altro…)

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novirestachepiangere

Dopo le autoflagellazioni, le richieste di autocritica, il maalox, le dimissioni chieste a Grillo senza specificare peraltro da quale carica da miracolati della politica usciti allo scoperto, forse è il caso di cercare un minimo di obiettività e di realismo nel valutare il risultato elettorale. Il M5S ha oggi 17 europarlamentari da zero, è il secondo partito del Paese e il primo movimento, ha, per ora, un nuovo sindaco e partecipa a 12 ballottaggi in città importanti come Livorno, Modena, Fano e Civitavecchia, oltre 500 nuovi consiglieri comunali. Il M5S è nato nell’ottobre del 2009, il Pd, pur con continui cambi di nome dal dopoguerra, allora si chiamava Pci. Per una mutazione completa dovrebbe chiamarsi PDC (Partito democratico cristiano), un preludio al nome finale, DC, per chiudere il cerchio. I nipotini di De Mita, i selfie storici di Renzie e di Letta e di Alfano con De Mita sono rintracciabili in rete, hanno fagocitato la sinistra come un pitone inghiotte un topo e il bello che è i post comunisti sono pure contenti.

La nostra affermazione, anche se non possiamo nascondere che volevamo arrivare prima del PD, è stata trasformata in una sconfitta storica, una Caporetto, una Waterloo. Ma quanto vino (scadente) bevono prima di scrivere? Il M5S è qui per restare e per contare in Europa. Siamo la prima forza di opposizione in Italia (l’unica in realtà dopo decenni), in attesa di diventare forza di governo. La maggioranza relativa degli italiani che hanno tra 18 e 29 anni vota M5S. E’ solo una questione di tempo. Poi tutto cambierà e ai partiti e ai loro media asserviti non resterà che piangere.

Da beppegrillo.it

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eu

Passeremo diverso tempo ancora a discutere di queste elezioni che sono state molto più importanti delle precedenti, da un punto di vista storico. Nel 2009, ad esempio, votammo ad un anno (forse due se consideriamo il 2007 come data di inizio) dal manifestarsi della crisi. Ma, sino a quel punto la crisi aveva colpito essenzialmente gli Usa risparmiando molto l’Europa. Oggi è proprio la vecchia Europa nell’occhio del tifone, logorata da cinque anni di crisi continua e senza che se ne veda l’uscita. E, conseguentemente, i risultati hanno sconvolto la mappa politica del continente. Una prima osservazione: anche se si parla di elezioni “europee”, di fatto si tratta solo della sommatoria di elezioni nazionali. (altro…)

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equita

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Il nuovo parlamento europeo

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Ritratto di famiglia

La Fotografia Ritratto di famiglia.

1. ROBERTO SPERANZA È il giovane capogruppo del Pd alla Camera. Inventato da Bersani, è stato il pugnalatore principe del governo Letta. Renzi non si riferiva a lui nel derby tra rabbia e speranza.

   2. NICO STUMPO È l’intruso più surreale della compagnia. Per Bersani ha costruito le primarie più astruse della storia con il solo obiettivo di fermare Renzi. Almeno ha il buon gusto di nascondersi.

   3. ROBERTO GUALTIERI Dalemiano d’apparato, milita nella corrente che è stata più ostica alla stella blairiana di Firenze. Sorride anche lui nella notte galattica del 25 maggio.  (altro…)

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GrilloCasa… Casaleggio, vieni qua. C’è un maalox anche per te”. Nel suo video-messaggio di ieri, Beppe Grillo ha usato una cifra stilistica di cui è ahilui assai parco: l’autoironia. Ha ammesso la batosta, a suo modo un evento in Italia (giusto ieri uno come Gasparri aveva il coraggio di esultare: come se non bastasse già il coraggio di essere Gasparri). Ha giocato sull’hashtag renziano #vinciamopoi, chiudendo con uno sconsolato ma sorridente “vincono loro”. È stato forse il suo messaggio più riuscito, solo che è arrivato a elezioni concluse. Già che c’era, oltre a incolpare i pensionati troppo moderati e citare If di Kipling e La canzone del maggio di De André (ottimi gusti), Grillo poteva fare un po’ di autocritica. Lui, come pure il M5s. (altro…)

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Bappe Grillo

“Adesso ci state prendendo in giro. Vi capisco. Mettete proprio il coltello nella piaga. Abbiamo perso. Non è una sconfitta, siamo andati oltre la sconfitta. #vinciamopoi, sì #VinciamoPoi. Abbiamo il tempo dalla nostra, è ancora presto. Quest’Italia è formata da generazioni di pensionati che forse non hanno voglia di cambiare, di pensare un po’ ai loro nipoti, ai loro figli, ma preferiscono stare così. Son dei numeri che non si aspettava nessuno, però noi siamo lì, siamo il primo movimento italiano, il secondo partito. Abbiamo preso il 21-22%, abbiamo preso l’IVA, senza avere voti in nero e siamo lì senza aver promesso niente a nessuno, né dentiere né 80 euro. Io sarei anche ottimista, quindi: non scoraggiatevi. Vedo messaggi: “cosa facciamo? andiamo avanti?“, certo che andiamo avanti. (altro…)

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Giannelli

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Di Battista

Parlamentari 5 stelle lasciati soli a commentare la débacle elettorale del Movimento alle elezioni Europee. Si attende un video messaggio del leader nelle prossime ore (o una conferenza stampa). Nel frattempo primi messaggi di delusione. Il consigliere comunale a Torino Bertola: “Sarebbe buon risultato se non avessimo urlato ‘vinciamo noi’. Per il futuro dobbiamo abbassare i toni”.

La solitudine dei portavoce del Movimento 5 stelle si consuma davanti alle telecamere piazzate in un quartier generale deserto. Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio tacciono per tutta la notte, e i parlamentari si trincerano dietro il vuoto delle loro pagine Facebook. Il leader lascia la casa di Genova diretto a Milano poco dopo le 9 del mattino. Non dice nulla, ma sale in macchina mimando una pugnalata al cuore.  (altro…)

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TsiprasL’intellettuale capolista: “Più forti del silenzio dei media su di noi. E ora la lotta ad antieuropeismo e austerity”

“L’altra Europa” al 4 per cento. Vendola: un successo Spinelli: anche per Draghi la Ue è un malato grave.

ROMA – «Quattro per cento vuol dire che il discorso molto europeo, e molto critico-europeo di questa lista, ha avuto successo ». Barbara Spinelli, l’intellettuale capolista de “L’altra Europa con Tsipras”, non nasconde la propria soddisfazione. «Se gli exit poll saranno confermati — aggiunge — vuol dire che l’Europa sta messa molto male. Del resto, lo stesso Draghi, avendo detto a urne ancora aperte che l’Ue ha bisogno di risposte, ha ammesso che la malattia è grave». 

Ottimista anche Nichi Vendola. «Bisogna essere sempre prudenti sui primi exit poll — ha commentato a caldo, appena arrivato a Roma presso la sede di Sel — ma se si confermasse questo dato di superamento della soglia, dimostrerebbe che la scelta della lista Tsipras è stata giusta». «Ci sono luci di speranza come il successo di Tsipras in Grecia — ha aggiunto il leader di Sel — ma c’è l’ombra pesante (che avanza nel Continente) dell’antieuropeismo frutto avvelenato delle politiche fallimentari delle larghe intese, dell’austerity. (altro…)

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Giannelli

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Grillo-RenziRENZI VINCE SE STACCA GRILLO. SE IL M5S PAREGGIA O GIÙ DI LÌ IL PREMIER È FINITO.

Oggi si vota, si sa. Domani si faranno i conti con gli effetti del voto. E anche questa è un’ovvietà. Ma quando si può dire che uno ha vinto, ha perso, ha chiuso la sua avventura politica? Tentiamo di spiegarvelo nelle righe che seguono.

   RENZI VINCE/STRAVINCE

   Perché il premier dichiari piena vittoria devono ricorrere due condizioni: il Pd deve prendere più del 30% dei voti e distanziare con qualche nettezza il Movimento 5 Stelle. Sopra la “quota Veltroni” – ovvero il 33 e dispari per cento – cioè il risultato più alto di sempre del Partito democratico sarà un successo personale, se Grillo e i suoi saranno distanziati di cinque o più punti (avranno cioè, all’ingrosso, la stessa percentuale delle politiche o poco di più) Matteo Renzi potrà incoronarsi imperatore o almeno cardinale.

   RENZI PERDE O È MORTO

   Se i democratici non sfondano quota 30 per cento il risultato non sarà comunque positivo. Se, contemporaneamente, si ritrovano il M5S a tre punti o anche meno si tratta di una secca sconfitta e della “normalizzazione” del fenomeno Renzi: i suoi oppositori interni, come pure gli altri partiti che reggono il suo governo, tornerebbero ad alzare la testa, i media che l’hannocosì sostenuto comincerebbero a riposizionarsi, una certa quota di “renziani” si guarderà attorno in cerca di un salvagente. Ovviamente, se Grillo prende più voti del Pd, il premier è finito: potrà reggere a palazzo Chigi, forse, ma non avrà alcun futuro politico e tutti lo tratteranno come un’anatra zoppa. Non è escluso, però, che si dimetta senza tirarla per le lunghe.  (altro…)

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BerlusconiL’ex premier non rispetta il silenzio elettorale “Mi pesa non fare questa battaglia dopo 20 anni” E a Cesano fa “il mister” nella partita di calcetto.

MILANO – «Non poter votare mi pesa, con il pericolo che arriva dalla sinistra e dal Movimento 5 Stelle». Con queste parole Silvio Berlusconi ieri mattina ha rotto il silenzio elettorale all’uscita dall’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone (in provincia di Milano), dove ha trascorso il suo terzo giorno di affidamento in prova ai servizi sociali. Il Cavaliere teme un cattivo risultato elettorale: «Spero e prego».
Le ultime 24 ore prima delle elezioni per il leader di Forza Italia sono cominciate alle 9.35. All’entrata del cortile dell’istituto una fan — al secolo Marie Noelle Joy — si è lanciata contro la sua vettura: «Silvio, siamo tutti con te». Un cenno all’autista, il tempo di aprire la portiera, lasciarsi fotografare e scambiare quattro chiacchiere con la donna. (altro…)

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L'affluenza

A livelli record la quota di chi è tentato di disertare D’Alimonte: stavolta faranno la differenza nei risultati.

ROMA  – Dudù, gli insulti, la gaffe di Berlusconi che definisce «campagna pubblicitaria» l’ultimo scorcio di campagna elettorale, non hanno aiutato. Se i toni da rissa dovevano servire a mobilitare, a convincere, a scuotere, a calamitare l’attenzione, secondo le rilevazioni di sondaggisti e analisti non è questo il risultato. La fetta di incerti e astensionisti è in netta avanzata.
Il voto-di-chi-non-vota, come ormai viene definito, ha un peso sempre più grande, e parla di indifferenza, rifiuto, euroscetticismo. In Italia il non-voto potrebbe riguardare tra i 15 e i 20 milioni di elettori. Per la prima volta verrebbe stracciata l’abitudine italiana di andare alle urne: c’è sempre stata un’affluenza più alta che negli altri paesi europei. (altro…)

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Non e soltanto un’offesa all’intelligenza dei lettori scrivere che bisogna votare questo o quello come abbiamo letto, ma soprattutto un modo per farsi ridere dietro perche, a poche ore dall’apertura dei seggi, chi ha deciso ha deciso (anche di non decidere) e non sara certo qualche pomposa articolessa a cambiare il corso degli eventi. I giornalisti non dovrebbero fare gli agit prop, ma per esempio raccontare cosa c’e di vero e di falso dietro le gigantografie dei leader o nei retrobottega di una campagna elettorale giudicata “vergognosa” tra “Europa dimenticata e liti da cortile” (Corriere della sera), ma proprio per questo quantomai spumeggiante. (altro…)

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Beppe-grillo-piazza-castello

SONDAGGI.

Quanto vale in termini di risultato l’apparizione di Grillo a Porta a Porta? Tanto, “più o meno 5 punti in percentuale”, secondo Renato Mannheimer, sociologo e sondaggista. “Questa è la percentuale delle persone che sono ancora indecise se andare o meno a votare, se votare Movimento 5 stelle o Pd. Nomino per primo Grillo perché alle elezioni del febbraio 2013 nell’ultima settimana riuscì a spostare una quantità enorme di elettori. E lo fece all’ultimo. Dunque questa volta la sua intervista può essere decisiva, per lui. Darei meno valore a quelle che seguiranno, Renzi e Berlusconi, ma solo perché è qualcosa di già visto. Grillo su quelle poltrone è un inedito”.  (altro…)

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