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Posts Tagged ‘Giampiero Gramaglia’

bombe

Esplosione nel quartiere Chelsea, 29 feriti già dimessi. L’Isis punta sul sicuro e rivendica gli accoltellamenti in Minnesota.

A una settimana dal 15° anniversario degli attacchi dell’11 Settembre 2001, New York ripiomba nell’angoscia del terrorismo, alla fine di un sabato di straordinarie violenze negli Stati Uniti, con esplosioni nella Grande Mela e nel New Jersey e un attacco all’arma bianca – rivendicato dal Califfato – in un centro commerciale del Minnesota. Le indagini sono affidate a Fbi e task force anti-terrorismo, oltre che alle forze di polizia locali. (altro…)

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g20Al G20 in Turchia, Obama e Putin trattano sull’uscita di Assad. Raid francesi su Raqqa.

La carneficina del venerdì notte a Parigi non innesca solo un minuto di silenzio dei leader del G20, all’apertura del Vertice di Antalya in Turchia.C’è la sensazione che gli attacchi alla Francia abbiamo dato una spallata a incertezze e reticenze della diplom a z i a i n t e r n a z i o n a l e : i Grandi approvano un testo sulla lotta al terrorismo e trovano un’intesa per intensificare la pressione sullo Stato islamico. Anche se bisognerà poi verificare la consistenza e la persistenza della sbandierata determinazione.   (altro…)

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Pinotti

Da ricognitori a bombardieri, il salto di qualità della nostra missione.

Ci vuole solo “un’oretta” perché i Tornado italiani attualmente dislocati in Iraq come ricognitori ridiventino capaci di fare il loro mestiere,sganciare bombe:l’assicura il generale Mario Arpino, coordinatore della presenza dell’Italia nella Guerra del Golfo, poi capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare e quindi, della Difesa. Solo un’ora, dunque, separa l’Italia dall’essere di nuovo in guerra in Iraq, anche se la foglia di fico dell’esserci,ma non esserci davvero perché non si spara, è striminzita. Però, mentre l’Italia s’appresta a bombardare in Iraq, si alzano i toni per la Siria tra la Nato e Mosca. Il che spiega pure la scelta italiana.   (altro…)

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MigrantiITALIA, FRANCIA E GERMANIA chiedono modifiche alle norme di accoglienza mentre nell’Est Europa scene da persecuzione nazista.

Le carrette del mare. I Tir della morte. E adesso i treni presi d’assalto e stipati come carri bestiame. Se ci si mettono pure i cechi a marchiare con un numero a pennarello i m i g r a n t i , l ’ e v o c a z i o n e dell’immagine dell’Olocausto è inevitabile, in questo flusso che molti hanno già definito biblico, questo fiume umano che attraversa i continenti e sfocia in Europa,quando ci arriva, allo stremo delle forze.   La cronaca racconta una notte d’inferno a Calais, con almeno 150 migranti a prendere d’assalto i treni all’ingresso nel tunnel sotto la Manica – grossi i disagi per i passeggeri blindati dentro – e una giornata di tensione a Budapest, dove oltre 2.000 migranti restano accampati davanti alla stazione centrale, dopo che è stato loro vietato di salire sui convogli per Austria e Germania.   (altro…)

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MigrantiL’annuncio choc del ministro: “Da noi potranno venire solo con un lavoro”.

Come se non bastassero gli extra-comunitari, che arrivano disperati traversando il Mediterraneo o risalendo i Balcani, la Gran Bretagna vuole trasformare in migranti anche i cittadini dell’Ue che passano la Manica alla ricerca di un lavoro. Theresa May, ministro degli Interni britannico, chiedeaglieuropeidell’Uee quindi anche agli italiani – di sbarcare a Londra solo se hanno un lavoro.   E dice basta a tutti quei ‘continentali’ – termine un po’ dispregiativo – che s’installano in Gran Bretagna solo per goderne il welfare fatto di assegni di disoccupazione, sanità gratuita e aiuti alle famiglie.   (altro…)

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migranti40 mila rifugiati verranno smistati tra i Paesi Ue però non ci sono né quote né vincoli. E in molti già dicono no.

Bruxelles – Nel giorno in cui attacchi scoordinati del terrorismo integralista fanno decine di vittime in Tunisia, Kuwait e Francia, e amplificano in tutta Europa sentimenti di paura e d’insicurezza, artatamente alimentati dal vociare di chi avalla la falsa equazione “migranti = terrorismo”, suona ancora più stonato e vacuo il farfugliare dell’Unione sulla politica dell’immigrazione. A conti fatti, i leader si dichiarano ovviamente soddisfatti del risultato, perché “anche lo scontro è positivo”. E scontro c’è stato, nella notte tra giovedì e venerdì, anche se il premier Matteo Renzi sostiene di non avere mai alzato la voce. E ieri le notizie degli attentati hanno consigliato ai leader di mettere la sordina alle divisioni.  

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Obama

Ci sono anche in Europa i Dottor Stranamore dal Drone Facile, pronti a usarli come toccasana contro i barconi degli scafisti schiavisti, come se fossero strumenti chirurgici –versione hi-tech delle bombe intelligenti –. Andatelo a spiegare ai familiari di Giovanni Lo Porto, 38 anni, cooperante siciliano, ucciso da un drone della Cia ai confini tra Pakistan e Afghanistan dopo oltre tre anni di prigionia – era stato rapito in Pakistan nel gennaio 2012. E chiedetelo a Barack Obama, che ai droni deve molti successi della sua Amministrazione nella lotta contro il terrorismo, o almeno nell’eliminazione di numerosi terroristi, ma che ha spesso dovuto esprimere le sue condoglianze per le vittime non previste, i “danni collaterali” di ogni guerra. (altro…)

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RESTA “TRITON ” (MA RAFFORZATO).

Una marcia funebre accoglierà i leader dei 28, oggi, a Bruxelles, per il Vertice europeo convocato nella scia di sdegno ed emozione creata dalla tragedia nel Mediterraneo di domenica: il funerale, simbolico, delle vittime del tentativo di raggiungere l’Unione attraverserà il quartiere europeo fino davanti al palazzo del Vertice. Amnesty international, che organizza il corteo con varie Ong e sigle della società civile, vuole così denunciare “la risposta vergognosa dell’Ue al bilancio di morte vertiginoso del Mediterraneo”: Amnesty sollecita “l’urgente necessità di una operazione di ricerca e soccorso robusta e multinazionale”, cioè una Mare Nostrum europea. L’estensione di Triton , l’operazione attuale, mero pattugliamento dei limiti delle acque territoriali italiane, cioè dell’Unione, è uno dei 10 punti del piano proposto dalla Commissione europea ai leader dei 28. Che difficilmente andranno oltre unaccordo su “misure molto pratiche” per “impe – dire che altre persone muoiano in mare”, come si legge nella lettera di invito del presidente Donald Tusk a tutti i capi di Stato e/o di governo. Anche per il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, la priorità è “salvare vite umane”: “bisogna rafforzare i mezzi che abbiamo a disposizione”. (altro…)

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Camera dei deputatiSTORIA DIFFICILE.

Per la sinistra e per l’Europa, la questione palestinese è un irrisolto ricorrente dilemma. Non solo per loro, intendiamoci: il conflitto tra israeliani e palestinesi attraversa tutto il dopoguerra e resta un capitolo aperto nonostante guerre e accordi, Nobel e attentati, intifade e ritorsioni. Anche l’America, che s’è sempre schierata con Israele, nei momenti della verità, quale che fosse il presidente o l’Amministrazione, discute e spesso si contraddice: regolarmente, il Congresso vota il trasferimento dell’Ambasciata degli Usa da Tel Aviv a Gerusalemme e regolarmente da anni, quale ne sia il colore, l’Amministrazione ignora l’invito. (altro…)

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Charlie hebdo

1970, ESCE CHARLIE HEBDO; CHIUSO DAL 1981 AL 1992 PER PROCESSI E CONDANNE. DAL 2008 SOTTO PROTEZIONE PER LA PUBBLICAZIONE DI VIGNETTE DANESI SULL’ISLAM. MA NON SI SONO MAI FERMATI.

Testata simbolo d’una stampa libera e comunque e sempre d’opposizione, elogio in sé della libertà d’espressione, il settimanale Charlie Hebdo aveva già ricevuto minacce terroristiche e la redazione era stata devastata da un incendio criminale, dopo la pubblicazione di caricature di Maometto. Nella strage presso la sede del giornale, il singolo attentato più grave in Francia dai tempi dell’Oas e della guerra d’Algeria, sono morti disegnatori celebri, non solo in Francia, come Charb, il direttore, Cabu, Wolinski e Tignous, con un economista e almeno altri sette tra redattori e collaboratori. (altro…)

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PutinPUTIN NON ACCETTA LE CRITICHE SULL’UCRAINA E FINGE DI ANDAR VIA: I TEMI SULL’ECONOMIA, EBOLA E IL RISCALDAMENTO GLOBALE RESTANO SULLO SFONDO.

Prima, prende il cappello per le critiche che i leader occidentali, specie gli anglosassoni, gli rivolgono sull’Ucraina e minaccia di andarsene. Poi, fa sapere che resterà fino alla fine. Vladimir Putin offre, al G20, un remake del ‘caso Giscard d’Estaing’: nel 1980, a un Vertice europeo in Lussemburgo, l’allora presidente francese, irritato dalla premier britannica Margaret Thatcher, che non la smetteva di ripetere “Voglio indietro i miei soldi”, ordinò teatralmente di fargli preparare l’auto perché intendeva andarsene. La vettura del presidente restò ferma, con il motore acceso, davanti all’ingresso del palazzo, finché i lavori non si conclusero senza che la Thatcher la spuntasse: Giscard vinse quel set, anche se, quattro anni dopo, il match fu della ‘Lady di Ferro’. (altro…)

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Mid term

LA SCONFITTA DEMOCRATICA PIÙ LARGA DEL PREVISTO: I CONSERVATORI CHE GIÀ CONTROLLAVANO LA CAMERA CONQUISTANO IL SENATO FACENDO RAZZIA DI SEGGI.

L’America volta pagina e cambia agenda. Ma le pagine della nuova potrebbero restare tutte bianche se gli Stati Uniti del prossimo biennio non saranno governati, ma vivranno un ‘muro contro muro’ tra l’Amministrazione democratica e il Congresso repubblicano: le iniziative della Casa Bianca bloccate in Campidoglio; e il veto del presidente apposto   sulle leggi parlamentari . La prospettiva non spaventa Wall Street, che festeggia il successo dei conservatori, dopo averne abbondantemente   foraggiato le campagne. Anche perché nessuno crede davvero che l’America resterà paralizzata, in attesa delle Presidenziali 2016. Non è interesse di nessuno: né dell’Amministrazione democratica, che non vorrà certo andarsene con un bilancio fallimentare; né dell’opposizione repubblicana, che non vorrà presentarsi alle urne, nell’appuntamento più importante, con la nomea di ‘Mr No’. (altro…)

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ObamaDOPO LA NUOVA DECAPITAZIONE.

PREMIER INGLESE CONVOCA IL COMITATO DI EMERGENZA, ITALIA: SILENZIO MOGHERINI E DUE PAROLE DI RENZI.

Li prenderemo: ovunque essi siano; quanto tempo ci voglia. E li puniremo per i loro delitti. Come Obama dopo le esecuzioni dei giornalisti Usa James Foley e Steven Sotloff, così Cameron dopo quella del cooperante britannico David Haines. Ci vollero dieci anni, per Osama bin Laden, mente dell’attacco all’America dell’11 Settembre 2001. Bastarono venti mesi per Abu Musab al Zarqawi, primo dei tagliagola di al Qaida.   LA DECAPITAZIONE di Haines innesca reazioni e commenti in fotocopia in tutto l’Occidente e rafforza, se ce ne fosse bisogno, la determinazione a fermare le milizie jihadiste: integralisti sunniti che hanno creato un’entità statale, l’Is, il nuovo Califfato tra Iraq e Siria. “Un atto barbaro”, per Obama, per Napolitano e per molti altri. Renzi evoca una “risposta unica europea”. Ma Lady Pesc, cioè Catherine Ashton, resta muta; e Federica Mogherini, che la rimpiazzerà il 1° novembre, pure. Silezio generale. (altro…)

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RenziTOUR AL FRONTE DEL PREMIER CHE PROMETTE SOSTEGNO AL GOVERNO IRACHENO E AI CURDI PRIMA DI UNA VISITA A UN CAMPO-PROFUGHI. “L’EUROPA NON È SOLO SPREAD”.

Veni, vidi, dixi. E ci rimasi solo il tempo necessario per qualche stretta di mano, foto ricordo e frasi precotte. La visita in Iraq del premier Renzi non è diversa dalle ‘toccata e fuga’ degli altri leader occidentali – al massimo, finora, ministri degli Esteri – visti da queste parti dopo l’inizio dell’offensiva jihadista e la creazione del Califfato integralista. Dopo la scampagnata al Cairo, a portare acqua al mulino del nuovo satrapo, il generale presidente al-Sisi, Renzi si prende una giornata libera dalle beghe italiche e va in missione a Baghdad e a Erbil, la capitale del Kurdistan autonomo, come capo del governo del Paese che ha la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione. A fare che, non è chiaro: c’è chi lo considera il leader europeo ‘incaricato di missione’ dal presidente Obama; e c’è chi, come Stefano Silvestri dello Iai, pensa che l’ex sindaco di Firenze segua le orme cattoliche e internazionaliste del suo predecessore Giorgio La Pira. (altro…)

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DALL’OLANDA ALL’UNGHERIA, LA CAVALCATA DEI MOVIMENTI CRITICI DELLA UE CHE A MAGGIO ARRIVERÀ NELL’ EUROPARLAMENTO.

 Le Municipali in Francia sono “una sirena d’allarme” per le Europee di maggio: Lapo Pistelli, viceministro degli Esteri, giudica così l’esito del voto di domenica, con l’avanzata del Front National di Marine Le Pen, euro-scettico e xenofobo. Pi-stelli parla a un convegno sulla Presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Ue dal 1° luglio al 31 dicembre: c’è l’ansia che un Parlamento europeo ‘contro’ renda il semestre un calvario.

GLI ULTIMI SONDAGGI a livello europeo sono chiari. Per PollWatch2014, l’Assemblea di Strasburgo che uscirà dalle urne il 22 e 25 maggio sarà ancora dominata da socialisti e popolari, i cui gruppi, insieme, avranno una larga maggioranza: circa 210 seggi a testa – 751 il totale -, con Pse in lieve crescita e Ppe in forte calo, al punto da rischiare di subire il sorpasso. Ma la sinistra euro-critica ed euro-scettica riunita intorno al greco Alexis Tsipras scavalca i liberali e diventa il terzo gruppo – dentro, Syriza, che potrebbe diventare il primo partito greco, la sinistra radicale francese, la Linke tedesca, Sel e altre formazioni italiane. A seguire conservatori, verdi, autonomisti. Fuori dagli attuali schieramenti ci saranno, però, un centinaio di eurodeputati euro-critici ed euro-scettici di varie tendenze (e non facili da catalogare, come i Veri Finlandesi). 

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REAZIONI DAL MONDO.

UcrainaStati Uniti ed Unione europea non hanno atteso che i seggi fossero chiusi e i risultati – scontati – noti per ribadire, domenica, che il referendum in Crimea è, a loro giudizio, illegale e che non intendono riconoscerne l’esito. Nelle prossime ore, i ministri degli esteri dell’Ue, che si riuniscono a Bruxelles, dovrebbero decidere sanzioni contro dirigenti russi e ucraini filo-russi, senza tuttavia colpire troppo forte né troppo in alto, per lasciare un varco al negoziato. C’è, infatti, la sensazione che, passata la tempesta del referendum, ci possa essere, tra Washington e Bruxelles da una parte e Mosca dall’altra, una sorta di tregua, almeno fino a giovedì 21, quando si riunirà il Vertice europeo e ci sarà la firma del capitolo politico dell’accordo di associazione tra Ue e Ucraina – quello la cui mancata firma a fine novembre a Vilnius innescò le proteste a Kiev poi sfociate nel rovesciamento del presidente Ianucovich –. (altro…)

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Save usLE REAZIONI.

Can che abbaia non morde. E, qui, ad abbaiare è una torma di cani. Ma uno solo, la Russia, ringhia e ha i denti per azzannare. Gli altri, Onu, Usa, Nato, Ue, latrano. E l’Ucraina guaisce: “La Russia ci dichiara guerra”, l’Orso ci sbrana. La diplomazia internazionale pare disarmata dopo le mosse russe in Crimea; e sembra persina colta di sorpresa, come se la crisi ucraina non si fosse trascinata per 75 giorni, prima dell’epilogo che, inevitabilmente, preludeva al braccio di ferro con Mosca. “Pericolo di guerra”, urlano i titoli di stampa americani, mentre il segretario di Stato Usa Kerry prevede un impatto “profondo” sui rapporti tra Russia e Occidente e vuole “isolare” Mosca, colpevole di “un atto di aggressione incredibile”.  (altro…)

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Crimea

Guai a chi tocca la cortina! Arretrato rispetto ai tempi non lontani della Guerra fredda, il cordone di protezione intorno alla Madre Russia non è più di ferro, ma resta un confine d’influenza per Mosca invalicabile: Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Georgia. E che la Russia faccia sul serio, quando qualcuno non rispetta le convenzioni della geopolitica, lo dimostra la guerra di Georgia del 2008: i territori russofoni sottratti a Tblisi con le armi, non le sono stati restituiti. Ora, la decisione di Putin di chiedere alla Duma l’autorizzazione all’invio di truppe in Crimea sorprende chi dimentica che, nel 2002, il presidente George W. Bush si fece autorizzare dal Congresso Usa l’attacco all’Iraq; e che, soltanto sei mesi fa Obama voleva sollecitare al Congresso il via libera per l’intervento in Siria (e lì fu la Russia a fornirgli una via d’uscita).  (altro…)

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Austerità

INTERVENENDO AL PARLAMENTO EUROPEO IL CAPO DELLO STATO CONTRO LE POLITICHE DEI TAGLI. LA LEGA CONTESTA IN AULA.

La giornata europea a 360 gradi del presidente Napolitano, comincia da Spinelli e con Spinelli si chiude. In mezzo, parole, applausi, polemiche. Qui, a Strasburgo, trent’anni fa, il 14 febbraio 1984, il Parlamento europeo approvava a larga maggioranza il progetto di Trattato per l’Unione europea voluto da Altiero Spinelli: un documento visionario, come lo era stato il Manifesto di Ventotene, perché quell’Europa era solo una somma di Comunità ancora alle prese con il problema britannico.  (altro…)

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La corruzione
ALLARME ROSSO ITALIA CORROTTA IMPIETOSO DOSSIER DELLA COMMISSARIA UE MALMSTRÖM: 60 MILIARDI BUTTATI IN TANGENTI TRA APPALTI TRUCCATI E INTESE COSCHE-PALAZZO

COMMISSIONE UE Dossier di Bruxelles: metà delle mazzette del continente sono made in Italy.

Peggio di noi soltanto Grecia, Croazia, Bulgaria e Romania La commissaria agli Affari Interni, Cecilia Malmström, è impietosa: il 97% degli italiani percepisce il fenomeno come dilagante, il 42% se ne sente vittima. Le tangenti pagate valgono 60 miliardi Allarme per i rapporti con le mafie e per le leggi ad personam.

Nell’Unione europea, la corruzione costa 120 miliardi di euro l’anno, “praticamente l’equivalente del bilancio stesso dell’Ue”: è un cancro che “mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche, danneggia l’economia nel suo insieme e priva gli Stati di una parte cospicua del gettito fiscale”, quanto mai necessario in anni di crisi. Nessuno dei 28 ne è esente, ma l’Italia ne ha il primato e lo manterrà, perché le leggi non intaccano “la percezione d’un quadro normativo di quasi impunità”.   (altro…)

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