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Posts Tagged ‘Gianni Barbacetto e Antonella Mascali’

Nei guai

POVERA PATRIA.

UN TERZO DEI CONSIGLIERI REGIONALI È GIÀ A PROCESSO PER I FONDI AI GRUPPI DALLA LOMBARDIA ALL’UMBRIA, ECCO CHI POTEVA DIVENTARE “SENATORE”.

Immunità? No grazie. I sindaci delle grandi città respingono al mittente lo scudo giudiziario riproposto per i membri del nuovo Senato. Si sono dichiarati contrari all’immunità Marco Doria (Genova), Ignazio Marino (Roma), Giuliano Pisapia (Milano), Luigi De Magistris (Napoli), Enzo Bianco (Catania), Leoluca Orlando (Palermo), Massimo Zedda (Cagliari). Nel Senato dei non eletti, secondo la riforma di Matteo Renzi, dovrebbero entrare 21 sindaci e 74 consiglieri regionali, oltre a cinque nominati dal capo dello Stato: tutti protetti dall’immunità. Prezioso, quello scudo, in un momento in cui 17 Consigli regionali su 20 sono sotto inchiesta per le spese pazze e la percentuale di indagati nelle assemblee delle Regioni non è mai stata così alta.  (altro…)

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L'attesaPARERE FAVOREVOLE DEL PG. LUI VORREBBE FARE “IL MOTIVATORE DI DISABILI” IERI SOLO POCHE BANDIERE DEI FAN TRA TRIBUNALE E VILLA SAN MARTINO.

Per Silvio s’avvicina il momento in cui diventerà ufficialmente un condannato definitivo affidato in prova ai servizi sociali. Niente cella, e questo si sapeva. Ma anche niente arresti domiciliari in compagnia di Francesca Pascale ad Arcore. La pena di quattro anni per frode fiscale, diventata un anno per effetto dell’indulto, sarà molto probabilmente scontata “in affido”. Il Tribunale di sorveglianza che deve decidere su questo punto si è riunito ieri, assediato dai giornalisti, e alla fine di una lunga camera di consiglio, il presidente, Pasquale Nobile De Santis, ha comunicato che “la decisione verrà depositata tra un minimo di cinque giorni e un massimo di quindici”. Il rappresentante dell’accusa, il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna, ha però già dato, ieri, parere favorevole alla richiesta dei difensori di Berlusconi che a ottobre avevano fatto domanda d’affidamento ai servizi sociali: è dunque assai probabile che questa sarà la scelta del collegio.   (altro…)

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AgramaMEDIASET, LE PROVE ESIBITE DAL CAIMANO NON REGGONO. LA TESTIMONE MENTE, GIÀ NEL 2005 FECE RICORSO CONTRO UNA ROGATORIA: SAPEVA TUTTO.

Aveva annunciato che avrebbe portato prove schiaccianti della sua innocenza, capaci d’incenerire la sentenza definitiva di condanna per frode fiscale al processo Media-set-diritti tv. Invece, ieri, un Berlusconi disperato ha estratto dal cilindro un “affidavit”, cioè una dichiarazione giurata che ricorda quelle esibite, tanti anni fa e inutilmente, da un Michele Sindona a fine corsa.

ALLA CONFERENZA stampa affollata di giornalisti in attesa della prova ammazza-sentenza, ha letto la testimonianza della signora Dominique Appleby che non ribalta proprio nulla, anzi è già stata smentita dai documenti processuali. (altro…)

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LigrestiFONSAI, LIGRESTI AMMETTE DI AVER RACCOMANDATO LA CANCELLIERI A B.

L’ancora ministro Annamaria Cancellieri tira un sospiro di sollievo, dopo il voto che la mantiene al governo: “Finalmente”, esclama. Ma le agenzie stanno già diffondendo alcuni atti dell’indagine su Fonsai del pm di Milano Luigi Orsi, depositati alle parti il 13 novembre. Si riapre così non solo la vicenda dei suoi rapporti con Salvatore Ligresti, ma emerge anche la rete di amicizie, favori e protezioni di cui l’ingegnere ha goduto per anni (con amici come Silvio Berlusconi, Gianni Letta, Ignazio La Russa). E si delineano i contorni di un’operazione, la fusione Fonsai-Unipol, che tanti hanno voluto e spinto a ogni costo: Mediobanca, Isvap, Consob… Intanto una delle figlie di Ligresti, Jonella, ieri ha ottenuto gli arresti domiciliari nell’ambito dell’altra inchiesta su Fonsai, quella della procura di Torino. e ha lasciato San Vittore. (altro…)

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Il giorno del giudizio

La frode fiscale e i trucchi finanziari delle società: ecco come e perché la Corte d’appello di Milano ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni di carcere con annessa pena accessoria, cioè quei 5 anni di interdizione dai pubblici uffici che dovrebbero far scattare l’espulsione del condannato dal Senato. Da oggi la parola alla Cassazione.

Il dito ha completamente sostituito la luna. La chiacchiera politica, la ricerca dei retroscena, il dibattito sull’opportunità di una assoluzione o di un rinvio, le contese sulla data della prescrizione, le proteste contro le “toghe rosse” di primo grado e d’appello hanno fatto dimenticare la vera materia del contendere, e cioè la sentenza della Corte d’appello di Milano (giudici Alessandra Galli, Elena Minici, Enrico Scarlini) che l’8 maggio 2013 ha confermato la condanna inflitta a Silvio Berlusconi per frode fiscale: 4 anni di carcere (di cui tre coperti dall’indulto del 2006). È questa condanna che la Cassazione è oggi chiamata a rendere definitiva oppure a cancellare, con annessa pena accessoria, 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, che potrebbe far scattare l’espulsione del condannato dal Senato, dopo la dichiarazione di decadenza della Giunta per le immunità. (altro…)

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Berlusconi

IL TRIBUNALE DI MILANO LO CONDANNA ANCHE ALL’INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI.

Condannato. Con una sentenza netta, che ritiene Silvio Berlusconi colpevole di entrambi i capi d’imputazione per cui è stato processato, la concussione (capo a) e la prostituzione minorile (capo b). E che supera le richieste dell’accusa (6 anni), infliggendo una pena più alta, 7 anni, a cui si aggiunge l’interdizione perpetua dai pubblici uffici (obbligatoria quando arriva una condanna per concussione superiore ai 3 anni). Il dispositivo della sentenza viene letto dalla presidente della quarta sezione del tribunale, Giulia Turri, alle 17.20, dopo oltre sette ore di camera di consiglio. In tre minuti, la giudice annuncia la doppia condanna e il cambiamento in corsa del reato contestato all’ex presidente del Consiglio: non concussione per induzione, ma concussione per costrizione. (altro…)

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Luigi XVIPROCESSO RUBY, ARRINGA FINALE ASPETTANDO LA SENTENZA, IL LEGALE DEL CAVALIERE SI PARAGONA A DE SÈZE, L’AVVOCATO DEL RE DI FRANCIA DECAPITATO.

Milano – Ecco le tesi della difesa, ovvero il bunga-bunga secondo Ghedini. Le cene di Arcore erano davvero eleganti, niente sesso, lo sostengono 50 testimoni contro 6. Silvio Berlusconi non sapeva che Ruby fosse minorenne. Pagava e paga le ragazze, ma sono aiuti scollegati dalle prestazioni sessuali e ancor più dalle testimonianze rese in questo processo. Niente concussione, perché non c’è stata alcuna pressione sui funzionari della questura di Milano, ma soltanto una gentile richiesta d’informazioni su una ragazza che credeva fosse la nipote di Mubarak. Lo credeva davvero, altrimenti perché mai ne avrebbe parlato con lo stesso Mubarak durante una cena istituzionale a Roma? Di contro, la ricostruzione dei pm Antonio Sangermano e Ilda Boccassini è, secondo Niccolò Ghedini, “sociologia allargata”. “Ci sono state ragioni di spettacolarizzazione più che di merito”.  (altro…)

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Le olgettine

CASE COMPRATE, VILLE REGALATE, PAGHETTE DA 2.500 EURO BONIFICI PER BOLLETTE. NELLA MEMORIA DELLA BOCCASSINI TUTTE LE SPESE PER GLI OSPITI DI ARCORE.

C’è un processo in cui gran parte dei testimoni sono pagati dall’imputato. Il processo è quello sul caso Ruby, l’imputato è Silvio Berlusconi. Nella sua requisitoria di lunedì, Ilda Boccassini ha riassunto il “sistema prostitutivo” che faceva affluire ad Arcore decine di ragazze, pagate “per compiacere l’imputato”. I pagamenti continuano. Lo scrivono i pm Boccassini e Antonio San-germano nella Memoria di accompagnamento alla requisitoria del pubblico ministero consegnata ieri al tribunale presieduto da Giulia Turri: “E non si può davvero non sottolineare la macroscopica anomalia, emersa in dibattimento, per la quale l’imputato ha preso a remunerare, da dopo la emersione dei fatti oggetto di imputazione, gran parte dei testimoni a suo carico, gratificando gli stessi con una lauta prebenda mensile pari a 2.500 euro”. (altro…)

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Il cinemaSe qualcuno non ha ancora capito che cosa sia il conflitto di interessi, ecco lo speciale di domenica sera sul processo Ruby, trasmesso in prima serata su Canale 5. L’imputato Silvio Berlusconi, padrone di Mediaset, si è autoassolto via etere. Il programma è stato un flop di ascolti: 5,88 per cento di share. Già il titolo è tutto un programma: “La guerra dei vent’anni. Ruby ultimo atto”. Ma la guerra si fa tra due eserciti, mentre qui c’è solo l’attacco di Berlusconi alla magistratura, colpevole di averlo indagato e processato.

Processi celeri solo per B. Il conduttore Andrea Pamparana dice che i suoi processi sono insolitamente “celeri”. In verità sono stati fermati dai “lodi” Schifani e Alfano; dal “legittimo impedimento” a premier e ministri, dalle richieste di trasferimento da Milano a Brescia per legittimo sospetto.

Le cene eleganti. Berlusconi parla ancora di cene “normalissime”. Le giovani frequentatrici di Arcore, intercettate, raccontano di “puttanaio”.  (altro…)

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Ruby e dintorni“HA PAGATO TUTTI I TESTIMONI” RISCHIA LO STESSO SEI ANNI DI CARCERE. 

ILDA BOCCASSINI AL PROCESSO RUBY CHIEDE PER BERLUSCONI ANCHE L’INTERDIZIONE PERPETUA DAI PUBBLICI UFFICI. LA MAROCCHINA HA AVUTO DA LUI 4,5 MILIONI DI EURO.

Sei anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Queste le richieste del pubblico ministero Ilda Boccassini per Silvio Berlusconi, al termine del processo in cui “si è dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, che ha fatto sesso a pagamento con una minore e ha esercitato pressioni sui funzionari della questura di Milano”. Cinque anni per concussione e uno per prostituzione minorile. Ora la parola passa ai difensori, Niccolò Ghedini e Piero Longo, che terranno le loro arringhe il 3 giugno, e poi il tribunale pronuncerà la sentenza, probabilmente il 24 giugno.

Boccassini ha iniziato la sua lunga ricostruzione dei fatti con un riconoscimento al governo Berlusconi, che ha avuto il merito, tra il 2006 e il 2008, di inasprire le pene per i reati che hanno come vittime i minori. (altro…)

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Gli inquirenti: da Daccò prezzo di favore in cambio di una nomina in Regione.

Roberto Formigoni ripete: “Non ho ricevuto un euro da Daccò”. Eppure l’informativa della polizia giudiziaria che Il Fatto ho potuto leggere elenca puntigliosamente “Le utilità a favore del presidente di Regione Lombardia”: 3,7 milioni in yacht, 800 mila euro in vacanze ai Caraibi, 70 mila in spese al Meeting di rimini, 500 mila in ristoranti da grand gourmet, almeno 600 mila in contributi elettorali. E circa 4 milioni come generoso sconto per l’acquisto della villa ad Arzachena, in Sardegna. Non un euro, dunque, ma almeno 9 milioni di euro sono “le utilità” di cui ha beneficiato il presidente. (altro…)

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