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Posts Tagged ‘gino strada’

StradaL’intervista.

Che significa affondare i barconi? Cerchino piuttosto delle soluzioni per far cessare questa strage infinita”. Gino Strada, fondatore e presidente di Emergency, è tornato da pochi giorni in Italia dopo i sei mesi spesi a combattere Ebola in Sierra Leone e ha ritrovato un Paese alle prese con l’enne – sima conta dei morti nel Mediterraneo. Sembra che l’Ue voglia accogliere la linea dura italiana: affondare i barconi. È una soluzione? Affondiamo i barconi, ma dove? Per quanto ne so io, i barconi o sono ormeggiati o si trovano in viaggio, ma con delle persone a bordo perché non sono droni. Va benissimo fermare il traffico umano, prendersela con le barche, ma prima facciamo sbarcare chi fugge. (altro…)

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Manifestazione

LA MANIFESTAZIONE indetta dalla Fiom partirà da piazza della Repubblica alle ore 14 per concludersi a piazza del Popolo. Ad aprire il corteo ci saranno i metalmeccanici della Fincantieri impegnati nella vertenza per il rinnovo del contratto. Lo slogan della manifestazione, “Unions!”, vuole essere un richiamo alle origini del movimento sindacale. Sul palco allestito in piazza del Popolo molto gli interventi che precederanno quello di Landini. Ci sarà Giuseppe De Marzo per la campagna di Libera sul reddito per la dignità, Domenico Maugeri del Tavolo Verde, Giacomo Zolezzi, studente della Rete della conoscenza, Giovanna Cavallo, del movimento per la casa, un rappresentante dello Strike Meeting. (altro…)

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Manifestazione

SABATO LA FIOM IN PIAZZA CON OPERAI, EMERGENCY, LIBERA E QUALCHE PD CAMUSSO CI SARÀ. AD APRILE “LA CARTA D’IDENTITÀ” DELLA COALIZIONE SOCIALE.

La piazza di Landini vuole parlare il linguaggio della democrazia. “È il filo conduttore in questa fase” dice il segretario Fiom al Fatto, parlando della manifestazione di sabato 28 marzo a Roma: “Nessuno partecipa, nessuno decide più, noi proviamo a farlo”.
La democrazia, nell’intenzione di Landini, “riguarda le riforme del governo, mai votate da nessuno” ma riguarda anche, “la possibilità che le persone partecipino davvero in prima persona” e qui si parla dei Coalizione sociale. “La democrazia serve anche per la riforma in Cgil” aggiunge Landini delineando tre questioni diverse ma collegate.
La Fiom punta molto sulla giornata con la prenotazione di 300 pullman. Si tratta, del resto, del primo appuntamento di opposizione a Matteo Renzi dopo l’approvazione del Jobs Act. Cosa non facile, visto il clima che regna nel paese. (altro…)

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Gino StradaL’ARCOBALENO PERDUTO Parla Gino Strada (Emergency).

“Nel 2003 erano tutti a manifestare in piazza, ora hanno cambiato idea perché sono tornati al governo. L’Isis? Dei sanguinari. I kalashnikov ai curdi? Pericoloso, è il regalo per gli amici del momento”.

L’intervista Gino Strada, Emergency.

“Jihadisti sanguinari, ma sono anche il prodotto della politica delle armi”.

Una volta che ho deciso di andare ad ammazzare qualcuno, la modalità è secondaria perché sto facendo la più grande cazzata che un essere umano possa fare”. Gino Strada vive e lavora in Sudan, ma è in contatto quotidiano con i medici della sua Emergency che gestiscono ospedali e campi profughi ad Arbat e Choman (nel Kurdistan iracheno), dove sono confluiti   migliaia di sfollati in fuga dalle regioni sotto   attacco dell’Isis e   dalla guerra civile   in Siria.   Che cosa sta succedendo in Medio Oriente?   Ho vissuto tre anni e mezzo nel kurdistan iracheno. Era il 1996 ed era in corso una guerra civile tra le due fazioni curde: il Pdk di Masoud Barzani (l’attuale presidente del Kurdistan iracheno, ndr) e l’Upk di Jalal Talabani. Quando il Pdk stava per essere sconfitto, chiamò in aiuto i carri armati di Saddam Hussein. (altro…)

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Emergency

IL DIRITTO ALLA SALUTE NON È PIÙ SCONTATO NEMMENO PER GLI ITALIANI. CHI NON HA SOLDI NON SI CURA. DOPO PALERMO E MARGHERA, LA FAMOSA ONG RADDOPPIA GLI AMBULATORI.

Ciminiere spente, capannoni col cartello “affittasi” e pochi camion su via Fratelli Bandiera, oggi deserta ma un tempo strada maestra della grande chimica nazionale. Sono scomparse quelle figurine di donne e uomini che uscivano a gruppi dai cancelli della zona industriale e dalle fabbrichette del Nord-Est, ridotti a fantasmi quegli operosi lavoratori che hanno trasformato la geografia di un’intera regione nel distretto petrolchimico italiano. Tutto appare più chiaro e fatale se si guarda la crisi da Porto Marghera, dove il fronte di lotta dell’operaio e del pensionato è ormai tra il mangiare e il masticare. La drammaticità di una condizione di sopravvivenza collettiva si tocca direttamente con mano in via Varè, a due passi dal polo industriale in agonia. Al civico sei, in un ex centro di salute mentale dell’Ulss, Emergency ha aperto nel 2010 un poliambulatorio che offre gratuitamente assistenza sanitaria di base e specialistica a chiunque ne abbia bisogno ma non può permettersela. (altro…)

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A Motta San Giovanni dopo il corteo del 18 prevale il pessimismo. Il comune di Firenze, l’Anci e la regione Calabria premono su Roma perché ottenga la liberazione del ragazzo. 18 GIORNI: esplode la preoccupazione per l’operatore di Emergency sequestrato il 14 agosto. La Farnesina chiede un «profilo basso» ma l’ong di Gino Strada prepara una mobilitazione. Troppo silenzio e alcuni misteri su ragioni e mandanti dello strano rapimento a Nyala.

Cosa ci ha spinto fin quassù, tra i fichi d’india e le montagne bruciate dal sole e dall’uomo che circondano Reggio Calabria? Una domanda facile facile: provare a capire il perché del silenzio attorno al caso di Francesco Azzarà, il volontario di Emergency rapito in Darfur il 14 agosto scorso. (altro…)

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Proteste contro quella che viene considerata una violazione dell’articolo 11 della Costituzione italiana. Moni Ovadia: “Quello stesso tiranno che ora si sta combattendo, l’avevano messo all’Onu nella Commissione diritti umani”.

“La guerra non si può umanizzare. Si può solo abolire”. I pacifisti si appropriano della frase detta dal fisico Albert Einstein e scendono in piazza a Roma per protestare contro la guerra in Libia. Sono alcune centinaia le persone radunate a piazza Navona che hanno raccolto l’invito lanciato da Emergency per una manifestazione nazionale. In mano, bandiere arcobaleno della pace e bianche con le tre strisce rosse che formano la “E” di Emergency, della Fiom Cgil, di Sel. Tutti uniti contro ogni forma di violenza e di violazione dell’articolo 11 della Costituzione italiana. (altro…)

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Ancora una volta i governanti hanno scelto la guerra. Gheddafi ha scelto la guerra contro i propri cittadini e i migranti che attraversano la Libia. E il nostro Paese ha scelto la guerra “contro Gheddafi”: ci viene presentata, ancora una volta, come umanitaria, inevitabile, necessaria. (altro…)

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Intervista a Gino Strada di Emergency:

“Sono Gino Strada di Emergency, era necessario attaccare la Libia? Io credo proprio di no, io credo che la scelta della guerra avvenga casualmente e non credo che la guerra sia una necessità, non lo è mai, è sempre una scelta per tanti ragioni che possono essere anche diverse.”

La guerra è sempre una scelta

“La guerra è sempre una scelta, questa in particolare, bastava avere voglia di evitarla, ma insomma c’era già chi si era abbondantemente preparato. Il triste è che si continua a pensare a questo strumento come risoluzione dei problemi e questo è tipico di cervelli meno che mediocri tra i politici e i militari governanti.I danni dell’intervento saranno dei danni umani e dei danni politici. Il danno umano sarà un carico presumibilmente ancora una volta enorme di sofferenze per una popolazione, al di là di quale sia l’appartenenza tribale o le connessioni politiche, le preferenze, sarà il popolo della Libia che pagherà un carico di sofferenze disastroso. (altro…)

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EMERGENCY: CENTINAIA
DI FERITI A LASHKAR GAH

“Non chiediamo il ritiro
delle truppe italiane.
Non siamo degli scia –
calli, per riprendere le
parole del ministro La Russa.
Sappiamo quanto sia complessa
la situazione”. Cecilia Strada,
presidente di Emergency, è rientrata da pochi giorni da Kabul
“una città inquinata, caotica, contraddittoria. Schermi al plasma nelle strade, Suv, carretti trainati da asini, donne con il burqa. Ma sono le province a essere nel caos. Emergency è consapevole della difficoltà della situazione e non sposa una posizione ideologica. Però vuole che le cose cambino”.
Cosa chiedete al governo?
Di pretendere chiarezza da parte dei propri alleati e di fare un’analisi di realtà. Sul primo punto, Frattini deve chiedere spiegazioni dettagliate sulle
trattative in corso tra Karzai e i talebani. Sul secondo punto, chiediamo all’Italia di investire in maniera diversa i milioni di euro spesi per una missione militare che non sta risolvendo nulla. Parlare semplicemente di
ritiro non ha senso, ma analizzare la realtà è fondamentale per capire come uscirne. Tanto più che anche ieri mattina quattro madri si sono svegliate con un figlio morto.
Come andrebbero investiti i soldi?
Per migliorare la vita della popolazione. Gli americani hanno detto che bisogna “c o n q u i s t a re le menti e il cuore degli afghani”. Non sta accadendo. La vita dei civili non migliora. Nei primi sei mesi del 2010 l’Italia ha speso 306 milioni di euro per il mantenimento della missione.
Nel secondo ne spenderà 390: siamo sicuri che investire sull’istruzione, sul lavoro o per la cooperazione non darebbe risultati più costruttivi? Molti afghani sostengono i talebani perché danno loro sostentamento.
Ci sono soldati afghani che guadagnano così poco da “af fidarsi”
ai talebani, facendo il doppio gioco. Conosco giovani medici che fanno lavoretti per gli occidentali perché guadagnano di più. Ma aiutare quei ragazzi a fare i medici significherebbe aiutare veramente quel Paese.
Ma ormai cosa significa rendere “stabile” l’Afghanistan?
Liberarlo dai talebani? Realizzare una piena democrazia? (altro…)

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pasquinoweb

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