RENZI VINCE SE STACCA GRILLO. SE IL M5S PAREGGIA O GIÙ DI LÌ IL PREMIER È FINITO.
Oggi si vota, si sa. Domani si faranno i conti con gli effetti del voto. E anche questa è un’ovvietà. Ma quando si può dire che uno ha vinto, ha perso, ha chiuso la sua avventura politica? Tentiamo di spiegarvelo nelle righe che seguono.
RENZI VINCE/STRAVINCE
Perché il premier dichiari piena vittoria devono ricorrere due condizioni: il Pd deve prendere più del 30% dei voti e distanziare con qualche nettezza il Movimento 5 Stelle. Sopra la “quota Veltroni” – ovvero il 33 e dispari per cento – cioè il risultato più alto di sempre del Partito democratico sarà un successo personale, se Grillo e i suoi saranno distanziati di cinque o più punti (avranno cioè, all’ingrosso, la stessa percentuale delle politiche o poco di più) Matteo Renzi potrà incoronarsi imperatore o almeno cardinale.
RENZI PERDE O È MORTO
Se i democratici non sfondano quota 30 per cento il risultato non sarà comunque positivo. Se, contemporaneamente, si ritrovano il M5S a tre punti o anche meno si tratta di una secca sconfitta e della “normalizzazione” del fenomeno Renzi: i suoi oppositori interni, come pure gli altri partiti che reggono il suo governo, tornerebbero ad alzare la testa, i media che l’hannocosì sostenuto comincerebbero a riposizionarsi, una certa quota di “renziani” si guarderà attorno in cerca di un salvagente. Ovviamente, se Grillo prende più voti del Pd, il premier è finito: potrà reggere a palazzo Chigi, forse, ma non avrà alcun futuro politico e tutti lo tratteranno come un’anatra zoppa. Non è escluso, però, che si dimetta senza tirarla per le lunghe. (altro…)
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