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Posts Tagged ‘il fatto quotidiano’

Qualche considerazione sulla telefonata tra Renzino e Renzone.

1. Faccio molta, molta, molta fatica a credere che Renzino non sapesse che Renzone fosse intercettato. Era evidente. E’ vero che Renzino non è esattamente Einstein, ma se non avesse saputo una cosa così ovvia sarebbe stato davvero a livelli ninamorici.

2. Renzino (si fa per dire) avrebbe quindi recitato la parte del figliol prodigo, a favor telecamera, media e magistratura. Purtroppo, non essendo Einstein ma solo Renzino, è riuscito a sbagliare anche qui. Per esempio consigliando a Renzone di non citare la mamma, altrimenti poi interrogavano pure lei. Non gliene riesce proprio una, poveretto. (altro…)

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FQIn questi giorni, molti blog e pagine facebook stanno ricevendo ulteriori diffide dal Fatto Quotidiano per la pubblicazione degli articoli cartacei. In attesa di approfondimenti, i loro articoli saranno momentaneamente sospesi.

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SantoroOggi voglio parlarvi delle novità che attendono tutti noi del Fatto Quotidiano a partire da martedì. Prima però apro una parentesi su un qualcosa di molto vecchio che ho trovato ieri sul Corriere della sera. La firma è sorprendente: quella del critico televisivo Aldo Grasso, che sa molto di tv ed è spesso discutibile, ma mai banale. Ieri invece ha scritto una frase che sembra uscita dalla bocca di un vecchio colonnello in pensione, di quelli con i mustacchi, i favoriti, il monocolo, il panciotto, l’orologio a cipolla nel taschino e la gamba di legno. Dovendosela prendere con Rosso di Sera e con Santoro, s’è scagliato contro tre donne di spettacolo che hanno preso parte alla serata di giovedì dalla piazza di Firenze: Sabrina Ferilli, Monica Guerritore e Alba Parietti: “Oh, ma queste tricoteuses del rosso di sera, a parte qualche peccatuccio di gioventù, avessero mai sposato un contadino, un operaio, un cassintegrato!”. Quindi, per essere di sinistra, una donna deve sposare un proletario. A parte il maschilismo un po’ grottesco che vi si nasconde (giudicare una donna dal suo uomo, e naturalmente mai viceversa), questo sragionamento si presta a ben più avvincenti sviluppi. (altro…)

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Fatto quotidiano

Come per altri Blog, anche a Triskel182 è pervenuta una mail di diffida da parte del Fatto Quotidiano sulla pubblicazione degli articoli (unica testata ad inviare una tale richiesta al Blog). Pur non condividendo “il potenziale danno economico” ipotizzato  dal giornale che diversamente beneficia di una notevole e gratuita pubblicità sui social e sul web, l’amministratore, in attesa di ulteriori approfondimenti e riflessioni in merito, è stato costretto a rimuovere i post.

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Matteo Renzi che alle imminenti Regionali si “accontenta” di vincere “4 a 3”, è la solita pretattica elettorale che domenica sera gli consentirà di esultare (ci par di sentirlo) per lo “straordinario risultato”, visto che l’esito più probabile è il 6 a 1 per il Pd con il quasi scontato successo leghista nel Veneto. Se così sarà, a parte il ricco Lombardo-Veneto nelle mani di Salvini, le bandiere Democratiche copriranno lo Stivale con una straordinaria concentrazione di potere e con al centro il trono di spade di Palazzo Chigi. Restano due domande. In quanti si recheranno a votare? L’altroieri, a eleggere il sindaco di Bolzano sono andati due elettori su cinque, con il crollo dell’affluenza di circa il 40 per cento. (altro…)

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Il campionato d'oro

GIUGNO 2014, L’ASTA, PREPARATA PER IL SOLITO INCIUCIO, VA STORTA. L’AUSTRALIANO PRENDE TUTTO, IL BISCIONE STREPITA E IL MEDIATORE AGGIUSTA.

Il patto sui diritti televisivi per un triennio di campionato di calcio siglato lo scorso giugno – un inciucio da professionisti che accontentava Mediasete non scontentava l’onnivora Sky – non l’hanno mai smentito. Anzi, la Lega di A e il mediatore Infront se ne vantavano. E il sensale Claudio Lotito, spedito a trattare su mandato di Adriano Galliani, pervaso da un inusuale imbarazzo (il conflitto d’interessi), ha celebrato se stesso e preparato lo scacchiere per imporre Carlo Tavecchio in Ferdercalcio. Quel bando di gara, disegnato da In-front per perpetuare la convivenza dei monopolisti, diviene presto farsa perché le buste, vidimate dai notai, contengono un responso che sfavorisce Mediaset.  (altro…)

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DISORDINI CON LE FORZE DELL’ORDINE SalviniDURANTE IL COMIZIO DEL SEGRETARIO LEGHISTA IN TOSCANA. DUE FERITI TRA I MANIFESTANTI E UN FERMATO. RENZI: “CONDANNARE LE VIOLENZE”.

Lo avevano annunciato da giorni: il comizio a Massa Matteo Salvini non doveva farlo. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Il leader della Lega, però, ieri pomeriggio nella cittadina toscana ha parlato poco meno di mezz’ora, dopodiché è fuggito in auto verso Viareggio e in serata a Pisa. In archivio così va l’ennesima giornata di tensione attorno ai comizi del segretario del Carroccio. Comizi che, iniziati il 28 febbraio scorso, hanno mobilitato, per la sicurezza del politico milanese, 8465 uomini delle forze dell’ordine. Questi i dati del Viminale filtrati due giorni fa. (altro…)

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Natangelo

Oggi il mondo della scuola scende in piazza per l’ennesima volta contro l’ennesima controriforma. L’altra sera due insegnanti di scuola media mi hanno fermato dopo un incontro a Bergamo: “Questa riforma dà ai prèsidi il potere di vita o di morte. Glielo dica lei a Renzi: si è mai chiesto che succede se il preside è un coglione o un mascalzone?”. Siccome la filosofia è sempre quella dell’uomo solo (o sòla) al comando, la domanda si attaglia a perfezione anche all’Italicum, approvatoieridallaCamerapiùo meno con gli stessi voti del suo padre naturale, il Porcellum: la leggeCalderolidieciannifapassò a Montecitorio con 323 Sì, quelli del centrodestra; ieri la legge Boschi-Verdini ne ha raccolti 334, appena 11 in più, quelli del centrosinistra (drogati dal decisivo premio di maggioranza incostituzionale del Porcellum).   E se il premier è un coglione o un mascalzone? (altro…)

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Guerriglia

IL CAPO DELLA POLIZIA: “EVITATI GUAI MAGGIORI”. RENZI: “SONO TEPPISTELLI”. ALFANO RESISTE: “HANNO IL ROLEX”. GLI AGENTI PIÙ DURI SUL WEB: “SPARARE!”.

Sa cosa rispondo a chi adesso ci dice ‘dovevate prenderli prima’? Che finché viviamo in uno Stato democratico, la polizia risponde alla legge. E la legge impedisce gli arresti preventivi”. Tiene la linea un alto funzionario del Dipartimento di Pubblica sicurezza e non accetta provocazioni: “Volete davvero che si torni alla legge Reale nella sua integrità e al fermo di polizia? O che l’istituzione tenuta a far rispettare la legge sia la prima a violarla? La democrazia vale per tutti, non ci sono eccezioni”.   IL GIORNO dopo la guerriglia, la devastazione, lo scempio operato da un gruppo di 500 incappucciati per le vie del centro di Milano, senza che una sola testa sia stata spaccata, lo stesso capo della polizia difende la strategia adottata: arginare i danni, non cadere nelle provocazioni dei violenti, tenere bassi i manganelli, evitare lo spargimento di sangue. (altro…)

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ItalicumL’ITALICUM HA LA PRIMA FIDUCIA: 352 SÌ E 207 NO. E ORA IL GOVERNO È PRONTO A TRATTARE CON BERSANIANI E BERLUSCONIANI SULL’ELETTIVITÀ DEI SENATORI.

Maria Elena Boschi quando esce dall’aula di Montecitorio ha un sorriso smagliante. Quei 365 sì alla fiducia sull’Italicum sono un risultato più che soddisfacente. “La legge elettorale come pistola per andare alle urne? Ma con questi numeri come si fa a parlare di caduta del governo?”. Il commento tra i renziani di ogni ordine e grado è unanime. Preoccupazione sulle due fiducie di oggi, sul voto finale segreto alla legge di martedì prossimo o sul futuro del governo? Nessuna. “Due ex segretari, un ex premier, un ex capogruppo e un ex presidente del partito non sono stati determinanti”, dicevano i fedelissimi. E dunque, sanzioni in vista? Nessuna.   (altro…)

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Crozza

I deputati chiamati a votare Sì o No all’Italicum dovrebbero portarsi in aula due libriccini. Uno, piuttosto noto, s’intitola Costituzione della Repubblica Italiana ed è stato scritto fra il 1946 e il 1947 da un’Assemblea costituente appositamente eletta dai cittadini con il sistema elettorale più democratico che esista: il proporzionale. Il secondo, piuttosto ignoto, è il Discorso sulla servitù volontaria dello scrittore francese Etienne de la Boétie, che lo ultimò intorno al 1549 ma poté pubblicarlo clandestinamente, solo nel 1576, e con un altro titolo, Il Contra uno. E basta leggerne qualche riga per capire il perché: “Vorrei soltanto riuscire a comprendere – scrive De la Boétie – come sia possibile che tanti uomini, tanti paesi, tante città e tante nazioni talvolta sopportino un tiranno solo, che non ha altro potere se non quello che essi stessi gli accordano, che ha la capacità di nuocere loro solo finché sono disposti a tollerarlo, e non potrebbe fare loro alcun male se essi non preferissero sopportarlo anziché opporglisi”.   Il pensatore francese, che è un po’ il papà di tutti gli anarchici, sosteneva che il potere diventa tirannide non tanto per la prava volontà dei dittatori, quanto piuttosto per la supina condiscendenza dei cittadini che diventano sudditi senza neppure accorgersene. (altro…)

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Lavori

PROGETTO OLIMPIADI.

Renzi e Malagò, un cappello sopra il business.

Il crimine non è una disciplina olimpica. Ma con impavido tempismo, appena scoperchiata Mafia Capitale, il giovane Matteo Renzi e l’amico Giovanni Malagò, una coppia di piacioni di professione, hanno candidato Roma per i Giochi del 2024. Siccome l’Italia è tutta bella e tutta cara, e non soltanto la capitale è votante, Renzi s’è inventato l’Olimpiade itinerante: un po’ a Firenze per il Brunelleschi, a Napoli e in Sardegna per la vela e il mare, a Milano per le bici. E perché escludere Torino, Venezia o il Vaticano, che dispone di campetti di pregiata erbetta inglese? Come spesso accade, Ignazio Marino ha incassato. Non il denaro: la gomitata politica, che non è per niente sportiva.   L’EX CHIRURGO fa il bonario, però s’è imputato. E non fa passare nulla, non concede nulla al rampante Malagò, già designato prossimo sindaco di Roma. Entro il 15 settembre va formalizzata la candidatura, ma né la giunta comunale, né l’assemblea capitolina hanno approvato un documento valido. Anzi, non l’hanno neanche abbozzato o discusso. (altro…)

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VauroMalgrado abbia già dato da mangiare a un sacco di gente, attualmente in galera, non è stata una buona idea dedicare l’Expo Milano 2015 al cibo. Era molto meglio dedicarlo al riso. Non nel senso del prodotto nazionale cinese, ma di quello italiano: le pazze risate. Il grande baraccone che si inaugura, pare, il 1° maggio alla presenza del presidente del Consiglio Renzi (quello della Repubblica adesso si chiama Mattarella, e mica è fesso: si tiene a debita distanza), si annuncia come l’evento comico dell’anno, forse del decennio, se tutto va bene del secolo. Le cronache dal fronte dei lavori, peraltro proibito ai giornalisti, ai fotografi e ai cameramen per evitare l’effetto-gufi, sono strepitosamente esilaranti. Si parla di lavori completati soltanto per il 25 per cento: tre su quattro sono ancora in pieno cantiere e non saranno pronti che fra qualche settimana, o mese, o anno. (altro…)

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Matteo

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Cacciati

Era già accaduto al Senato nel giugno 2014, con la sostituzione- destituzione dalla commissione Affari costituzionali di tre senatori del Pd (Mineo e Chiti) e di Scelta civica (Mauro), rei di dissentire sulla controriforma costituzionale di Renzi. E siccome nessun’autorità, tantomeno Napolitano, fece una piega per difendere la Costituzione contro quella scandalosa purga ordinata dal capo del governo, ora la scena si ripete pari pari alla Camera, con la cacciata dalla commissione gemella di 10 deputati Pd colpevoli di dissenso sull’Italicum: Bersani, Cuperlo, Bindi, D’Attorre eccetera. Ma solo per 10 giorni: giusto il tempo di far votare i 10 sostituti come soldatini obbedienti sull’Italicum, poi, a missione compiuta, torneranno i titolari. (altro…)

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Letta

Il primo settembre mi dimetterò  dal Parlamento,  da questo Parlamento:  ho già informato il  presidente della Repubblica”.  Enrico Letta scandisce  l’addio che fa rima con  strappo in prima serata, durante  Che tempo che fa su Rai  Tre. “Andrò a dirigere la  scuola di affari internazionali  Sciences Po di Parigi, vivrò  del mio lavoro” spiega  con calcolata misura a un  Fabio Fazio sorpreso, quanto  contento di commentare:  “Questa è una notizia”.  E di certo fa rumore, il Letta  che annuncia “le dimissioni  da questo Parlamento ma  non dalla politica”, come a  rimarcare che non lascia il  gioco. (altro…)

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Toto25 Aprile? Meglio il 26. “Napolitano e la Liberazione: ‘Così noi giovani antifascisti imparammo a resistere’” (La Stampa, 19.4). Noi antifascisti iscritti alla Gioventù universitaria fascista, che ci iscrivemmo al Pd sette mesi dopo il 25 Aprile, perchè non si sa mai. Allegria! “Lo sfogo di Vendola: basta governare, voglio riprendermi la mia allegria” (il Messaggero, 15.4). Un’altra risatina telefonica con Archinà? Noio volevan savuar. “… goverment… the United States…” (Matteo Renzi, presidente del Consiglio, nella dedica lasciata sul libro degli ospiti della Casa Bianca, 17.4). Uozzamerega. Scene da un patrimonio. “La fondazione Italianieuropei non è patrimonio mio, è patrimonio dell’Italia intera” (Massimo D’Alema, “Otto e mezzo”, La7, 13.4). (altro…)

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De Luca

È fulmineo questo Matteo Renzi, fanfaniano di quando Fanfani si poteva raccontare solo in movimento: lo lasci in un posto e lui è già altrove che fa, disfa, avanza, retrocede, si fa la sua corsetta, dichiara con abbondanza e, ovviamente, dà e riceve pacche sulle spalle. È un premier di pacca e di governo Renzi. E democratico, ça va sans dire, ché la sua pacca non la fa mancare a nessuno: capi del mondo libero, candidati con problemi di ineleggibilità, disoccupandi preoccupati, giornalisti e ministri al seguito. L’empatia, per così dire, è il suo mestiere, la sua vanità, almeno quanto l’ansia di essere sempre altrove, di impersonare un altro simbolo, di guadagnarsi un nuovo titolo, di essere la “calda vita” di tutti come neanche il fu Umberto Saba. L’AVEVAMO lasciato a Washington Dc, che dava pacche a Barack Obama e lo impressionava con la sua forza, i suoi 12 chilometri di jogging in un’ora, il suo italian goverment senza “n” nel libro degli ospiti della Casa Bianca e le sue proposte per il futuro, stringendo col presidente americano un legame personale destinato a durare (questo, almeno per noi che leggiamo Repubblica). (altro…)

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NatangeloEra il 29 marzo 2014 e i giornali e i tg italiani (all’insaputa di quelli americani) si stupirono molto per gli elogi di Obama, in visita a Roma, a Renzi e Napolitano, ma anche agli altri monumenti della Capitale, tipo il Colosseo. Corriere della sera: “L’incoraggiamento di Obama all’Italia. Elogio di Napolitano”, “Matteo, ti aiuto io”, “La fiducia sulle riforme di Renzi. E a Napolitano: con te Italia fortunata”. Repubblica : “L’intesa tra Obama e Renzi: ‘Giusto cambiare l’Eu – ropa’. ‘Che roccia Napolitano’”. La Stampa: “Obama scommette su Renzi. ‘Sangue fresco, farà bene all’Europa’”. “Barack-Mat – teo: ‘Yes we can’”. “L’energia del premier conquista il leader Usa”. Messaggero : “Obama a Roma: mi fido di Renzi”. Unità: “Cresci – ta e lavoro: yes we can. Obama promuove Renzi”. (altro…)

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Natangelo

IL LEADER USA: “SONO ITALIANO ONORARIO”. IL PREMIER: “AMERICA NOSTRO MODELLO”.

Una cosa emerge sicuramente dall’incontro avvenuto ieri a Washington fra il presidente degli Usa Barack Obama e il premier italiano Matteo Renzi ed è che, persino per giornali di prestigio come il Washington Post, l’anomalia politica italiana comincia a essere difficile da comprendere. Riferendosi alle riforme economiche introdotte dal nostro premier, infatti, il WP scrive “riforme che ha iniziato subito dopo aver sconfitto il primo ministro Letta”. D’altro canto, Renzi, è il quarto presidente del consiglio italiano (il terzo di fila arrivato a Palazzo Chigi senza elezioni) che viene ricevuto alla Casa Bianca, nei 6 anni di presidenza Obama; insomma, abbastanza per creare una certa confusione e anche un certo, chiamiamolo così, disinteresse nei confronti del nostro paese da parte della stampa. (altro…)

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