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Posts Tagged ‘Ilva’

Giannelli

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Ambiente svenduto   Sotto processo una classe dirigente che ha permesso alla fabbrica dei Riva di inquinare e provocare “malattie e morte”.

Taranto – Sarà una Corte d’Assise a giudicare gli imputati del processo “ambiente svenduto” sul disastro ambientale e sanitario causato dall’Ilva agli operai e ai cittadini di Taranto. Proprietari della fabbrica, vertici aziendali, politici e funzionari del ministero, tutti rinviati a giudizio dal gup Vilma Gilli. Sono in totale 47: 44 persone fisiche e 3 società (Ilva spa, Riva Forni Elettrici e Riva Fire). Tra i 44 ci sono Fabio e Nicola Riva, rispettivamente ex vice presidente del Gruppo Riva ed ex presidente del cda Ilva, accusati insieme all’ex direttore dello stabilimento, Luigi Capogrosso, all’ex responsabile delle relazioni istituzionali Girolamo Archinà, all’avvocato del Gruppo Riva Franco Perli e ai fiduciari del cosiddetto “governo ombra” di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione di cautele sui luoghi di lavoro.  

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I dati

Il governo cerca almeno 3 miliardi per tentare il salvataggio dell’acciaieria pugliese. Con due sole certezze. La prima: pochi credono che l’impianto abbia un futuro. La seconda: comunque vada i soldi dei contribuenti finiranno alle banche. Intanto le cokerie continuano ad avvelenare l’aria e la terra, mentre la grande bonifica sta partendo – dopo tre anni di promesse – in dosi omeopatiche.

Basta andare a Taranto e farsi una passeggiata lungo la ventina di chilometri degli invalicabili recinti dell’Ilva, con i suoi 1500 ettari – le dimensioni di una media città italiana – l’acciaieria più grande d’Europa. Chiunque capirebbe che i politici, burocrati e manager impegnati ogni giorno nelle concitate riunioni romane sul destino dell’azienda sono tessitori di un grande inganno. Basta guardare la gigantesca rete che Emilio Riva, il tycoon siderurgico morto l’anno scorso, fece issare attorno al parco minerali per proteggere il quartiere Tamburi dalle polveri cancerogene alzate dal vento. Può una rete fermare la polvere? “Sì, se il calibro della rete è inferiore a quello delle polveri”, spiega un autorevole ingegnere cercando di non ridere. Il calibro delle particelle pm10 è inferiore a dieci millesimi di millimetri: l’unico modo di proteggere il Tamburi sarebbe stato fare al parco minerali un cappottino di Goretex su misura. La taglia è 75 ettari. (altro…)

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ilva-taranto-giorno

La società non dovrà pagare i 30 miliardi di euro richiesti dalle centinaia di parti civili ammesse nel processo. Bonelli: “È la morte del diritto e della democrazia. Negare i risarcimenti ai parenti delle vittime e tutte le altre parti civili significa condannarli ancora a morte”.

Il decreto Renzi salva l’Ilva anche dal pagamento dei risarcimento. È la notizia emersa nel corso dell’udienza preliminare dinanzi al giudice Vilma Gilli che accogliendo l’istanza dei legali dell’azienda ha escluso l’Ilva dai responsabili civili del processo nato dall’inchiesta denominata “Ambiente svenduto”. Alla base della decisione del gup, infatti, c’è la norma voluta dal Governo che ha traghettato lo stabilimento siderurgico di Taranto in amministrazione straordinaria, consentendo così ai legali dell’amministratore straordinario Pietro Gnudi di chiedere l’estromissione dell’Ilva dal processo. Stessa sorte anche per Riva Fire – cassaforte della famiglia lombarda – e per Riva Forni elettrici. (altro…)

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Tre porcate

FINANZIAMENTI RIDOTTI ALL’OSSO. SECONDO PALAZZO CHIGI LA VALUTAZIONE DEL DANNO SANITARIO NON PUÒ MODIFICARE LE PRESCRIZIONI SUGLI IMPIANTI.

Approvato la vigilia di Natale, l’ennesimo decreto “Salva Ilva” è legge da lunedì scorso. E da ieri se ne conoscono i pesanti effetti. Dopo che Monti stabilì che l’acciaieria restava aperta contro la decisione della magistratura, Letta che tagliava fuori i Riva – commissariandola – il settimo decreto di Matteo Renzi li estromette definitivamente. Lo fa, però, mettendo pochissimi soldi sul piatto delle bonifiche, dando carta bianca al commissario e con pesanti deroghe al rispetto delle prescrizioni ambientali. Quelle che fanno infuriare gli ambientalisti, Verdi in testa, che parlano di “condono”. Promemoria: il premier si è convinto della necessità di una nuova “operazione Alitalia”. Tradotto: con una piccola modifica alla legge Marzano (fatta per Parmalat), parte l’amministrazione controllata su richiesta del commissario Piero Gnudi. (altro…)

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ROMA – Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, è stato tra i primi a proporre il ritorno all’acciaio di Stato. Ora il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, indica una «nazionalizzazione » dell’Ilva per provare a salvare l’impianto siderurgico di Taranto.
Landini, cosa pensa dell’ipotesi affacciata dal presidente Renzi?
«Ritengo che Renzi dica una cosa giusta. Siamo di fronte alla necessità di salvare un pezzo decisivo del sistema industriale italiano. Ed è importante che si pensi a un intervento pubblico. Che deve voler dire responsabilità diretta nella gestione da parte del governo; che vuol dire aver un management all’altezza della gravità della situazione; che vuol dire aver le risorse per gli investimenti necessari per attuare il piano di risanamento ambientale; che vuol dire tutela dell’occupazione e garanzie di lavoro anche per le aziende del territorio».

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IlvaPresidente dei Verdi Angelo Bonelli.

Presenterò un esposto per omicidio e disastro ambientale continuato. Chiedo alla Procura di Taranto di aprire un nuovo filone d’inchiesta, ora che i dati dell’Istituto Superiore della sanità hanno dimostrato che questi reati sono stati reiterati per anni”. Per il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, i responsabili non sono più, solo, i dirigenti dell’Ilva: “È colpevole anche lo Stato”.

   Cosa contesta, Bonelli, allo Stato?

Di non aver fatto nulla, di essere stato inadempiente. Questo immobilismo ha consentito all’inquinamento di perdurare. E ora a Taranto vediamo un incremento della mortalità infantile per tutte le cause: il 21 per cento in più rispetto alla media regionale. È il dato più alto che si sia mai registrato. E l’eccesso dell’incidenza dei tumori nella fascia 0-14 anni è addirittura del 54 per cento. Sono studi che si riferiscono al 2011, mentre il processo “ambiente svenduto” si ferma prima. Tocca ai magistrati agire.  (altro…)

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IlvaIL GOVERNO “ROTTAMA” BONDI PER L’AMICO DELLA GUIDI. PRONTI NUOVI AZIONISTI.

La rottamazione di Matteo Renzi sembra riguardare solo i vecchi dirigenti del suo partito, come Massimo D’Alema. Per il resto, il governo da lui presieduto preferisce affidarsi all’usato garantito. E Piero Gnudi, il nuovo commissario straordinario dell’Ilva, nominato ieri al posto di Enrico Bondi, dallo Stato italiano di usura non ne ha poca. 

   BOLOGNESE, 76 anni, prodiano ma amico anche di Casini, di Fini, di Monti e di molti altri, è in pista dai tempi dell’Iri, la holding in cui prosperavano i boiardi di Stato. Da allora ha girato aziende pubbliche e private, rigorosamente di grossa taglia. Dall’Iri all’Eni, da Unicredit all’Enel. Tra il 1995 e il 1996 è stato consigliere economico del Ministro dell’Industria. A partire dal 1994 ha fatto parte del consiglio di amministrazione dell’Iri, del direttivo di Confindustria, della giunta di Assonime (associazione tra le società italiane per azioni), della strategica postazione, come vedremo, dell’Aspen Institute, per poi divenire ministro, con il governo Monti, degli Affari regionali, Sport e Turismo.   (altro…)

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ilva

IN AIUTO DELLA FAMIGLIA IL GOVERNO SOSTIENE I NUOVI “CAPITANI”. PRESENTE ANCHE EMMA MARCEGAGLIA, PRESIDENTE DELL’ENI. RISCHIA SOLO BONDI.

Un cambio di passo per l’Ilva”. Così ha detto Matteo Renzi ieri, nel corso della direzione Pd, parlando della crisi dello stabilimento di Taranto. “Un cambio di passo per l’Ilva”. Le stesse, identiche, parole aveva utilizzato la scorsa settimana il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, chiedendo al governo, a nome dei “padroni dell’acciaio”, di finirla con il commissario Enrico Bondi inviato a Taranto dalla famiglia Riva, e poi entrato in rotta di collisione con questi dopo la nomina a commissario straordinario. Il cambio di passo auspicato da Renzi ha iniziato a prendere forma ieri pomeriggio in una girandola di incontri tra l’esecutivo, i “padroni dell’acciaio” e la famiglia Riva, con i sindacati a fare da osservatori. (altro…)

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ilvaCritici i Verdi: «Non risolve i problemi ambientali e sanitari di Taranto».

Il decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri è la formalizzazione del Piano proposto per l’acciaieria Ilva di Taranto dal comitato di tre esperti istituito con la legge 89/2013, e già reso pubblico. Il Piano delle misure di risanamento dell’Ilva integra le prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale dell’ottobre 2012, prevedendo le azioni e i tempi necessari per garantire il rispetto delle prescrizioni di legge e dell’Aia stessa. (altro…)

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VendolaCHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER RIVA, IL GOVERNATORE PUGLIESE E ALTRI 51 INDAGATI.

Sono stato ricevuto dal senatore Kerry a Washington o da Schwarzenegger come leader di una posizione ambientalista… E poi vengo rappresentato come uno che ride dei tumori… Insomma, capisce bene che per me non è una grana giudiziaria, è essere spellato vivo, è essere mutilato della cosa più importante che ho accumulato nella mia vita, che è la reputazione… ”. Si chiude con queste parole, il 23 dicembre scorso, l’interrogatorio di Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, accusato di concussione, dalla procura di Taranto, nell’inchiesta sull’Ilva. Si chiude dopo sei ore e mezza di risposte che non convincono l’accusa: ieri la Procura di Taranto ha chiesto il rinvio a giudizio, per Vendola e altri 53 indagati (50 persone fisiche e 3 società), confermando l’accusa di concussione. (altro…)

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Fabio Riva

Sulla vicenda Ilva è necessario non far calare l’attenzione perché il commissario Bondi da sette mesi al timone dell’Ilva non ha ancora iniziato il risanamento, un decreto poco chiaro dovrebbe sbloccare i fondi ma forse a beneficio dei proprietari, infine due giorni fa c’è stata l’ultima udienza londinese del processo per estradizione di Fabio Riva, vicepresidente del Gruppo Riva, per il quale sarebbero “una minchiata i due tumori in più all’anno” causati dalle emissioni dell’acciaieria di Taranto che, grazie alla complicità dei poteri forti, ai blandi controlli, alle regole su misura, è una barca alla deriva con la cassaforte vuota (mentre, com’è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Milano, due miliardi di euro erano nei paradisi fiscali). (altro…)

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Ilva

Nel decreto approvato oggi dal consiglio dei ministri, insieme alle nuove norme per la Terra dei fuochi sono inseriti articoli che mettono al sicuro il lavoro del commissario dell’acciaieria Enrico Bondi: sanzioni azzerate, sblocco dei fondi e soprattutto nessuna responsabilità per la gestione dei rifiuti all’interno della fabbrica. Insorgono 5 Stelle e Verdi.

Il quinto decreto ad Ilvamapprovato dal consiglio dei ministri insieme alle nuove norme per la Terra dei fuochi, è un vero e proprio ‘salva-commisari’, il commissario straordinario dell’acciaieria di Taranto. Sanzioni azzerate, sblocco dei fondi e soprattutto nessuna responsabilità per la gestione dei rifiuti all’interno della fabbrica. (altro…)

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Ilva

Tutte le telefonate (intercettate) di Archinà a politici e sindacalisti
L’inchiesta.

TARANTO— Nessuno può dirsi innocente di fronte ai veleni dell’Ilva. Nel triangolo Taranto- Roma-Milano, tutto e tutti hanno avuto un prezzo. Non necessariamente economico. Tutto e tutti ne sono irrimediabilmente rimasti sporcati e dunque prigionieri. Nei trentuno faldoni di atti e nelle 50mila intercettazioni telefoniche dell’inchiesta della Procura di Taranto depositati in questi giorni e di cui Repubblica è in possesso, è la prova documentale che il Sistema Riva e il capitalismo di relazioni di cui è stato espressione hanno appestato, insieme all’aria, all’acqua, al suolo di Taranto, il tessuto connettivo della politica, della pubblica amministrazione, dei controlli a tutela dell’ambiente e della salute. (altro…)

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Quando, sia pure con 24 ore di ritardo, aveva detto di vergognarsi per aver “riso di quel giornalista che faceva il suo mestiere” pensavamo che Nichi Vendola avesse abbandonato ogni goffa velleità da arrampicatore sugli specchi. Dopo il tempo delle querele e delle mancate dimissioni pareva finalmente arrivato quello delle scuse e delle spiegazioni. Purtroppo ci sbagliavamo.

Davanti al suo consiglio regionale il governatore pugliese ci ricasca. E, tra lo stridore delle unghie, ci accusa come un Berlusconi qualsiasi di aver truccato le carte. Afferma che l’ilare e ossequiosa chiacchierata col responsabile delle relazioni esterne dell’Ilva, Girolamo Archinà, è stata montata da ilfattoquotidiano.it “allungando” il tempo delle sue risate. Sostiene che c’è stato qualche “ritocco” perché nella telefonata c’era qualche “problema”. (altro…)

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ReportIeri sera Report ha raccontato del patto d’acciaio di Taranto, che salda assieme i Riva, il loro profitti, con la politica locale e nazionale, i sindacati, i giornali, perfino la curia.
L’inchiesta di Sabrina Giannini ha messo in luce alcuni aspetti poco noti, di questa brutta faccenda di inquinamento ambientale, di profitto uber alles, di mala politica.

Prima di tutto i quasi due miliardi che i Riva avrebbero esportato all’estero, prima in Lussemburgo e poi sull’isola di Jersey (sotto il controllo della regina di Inghilterra): il governo di Monti ha tergiversato nel firmare l’accordo con questo piccolo paradiso fiscale per scovare gli evasori. E forse tutti quei soldi depositati sono la causa del ritardo con cui i giudici inglesi stanno decidendo per l’estradizione di Fabio Riva. (altro…)

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VendolaIL GOVERNATORE DELLA PUGLIA RIVENDICA TUTTO QUELLO CHE HA FATTO CONTRO I RIVA. CON QUALCHE OMISSIONE.

Quella telefonata non cancella né rappresenta quanto accaduto in Puglia”, dice Nichi Vendola a proposito dell’audio dell’intercettazione di una sua telefonata con Girolamo Archinà, l’uomo della famiglia Riva per i rapporti con la stampa e la politica, rivelata dal fatto-  quotidiano.it  . La “confidenza (con Archinà, ndr) è legata al raggiungimento di obiettivi virtuosi, in particolare la salvaguardia dei posti di lavoro”, spiega il governatore della Puglia sul sito di Sel ed elenca gli atti della Regione nei confronti dell’Ilva. Toni confidenziali abituali, si direbbe a leggere cosa disse Vendola alla rivista Il Ponte edita dall’Ilva nel novembre 2010: “Chiesi a Riva se fosse credente, perché al centro della nostra conversazione ci sarebbe stato il diritto alla vita. (altro…)

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Ilva

NELLA RICOSTRUZIONE DEGLI INQUIRENTI I METODI USATI DA GIROLAMO ARCHINÀ PER GESTIRE I RAPPORTI CON I GIORNALI LOCALI.

Archinà, arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Ambiente svenduto” per una mazzetta di 10 mila euro, che sarebbe stata corrisposta all’ex consulente della Procura Lorenzo Liberti, incaricato di redigere una perizia sull’Ilva, è stato artefice di un vero e proprio sistema finalizzato a gestire l’informazione. Due direttori, Pietrangelo Putzolu, responsabile della sede tarantina del Nuovo Quotidiano di Puglia che fa capo alla Caltagirone Editore spa, presidente Azzurra Caltagirone, moglie di Casini e Michele Mascellaro, direttore di Taranto Sera erano ai suoi piedi al punto che, secondo l’accusa, sarebbe stato lui il titolare della rubrica sul Nuovo Quotidiano di Puglia a firma Angelo Battista, esperto delle tematiche ambientali. (altro…)

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Natangelo

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VauroCi sono tanti modi per finire una carriera politica. Quello che la sorte ha riservato a Nichi Vendola è uno dei peggiori, proprio perché Nichi Vendola non era tra i politici peggiori. Aveva iniziato bene, con un impegno sincero contro le mafie e l’illegalità. Aveva pagato dei prezzi, ancor più cari di quelli che si pagano di solito mettendosi contro certi poteri, perché faceva politica da gay dichiarato in un paese sostanzialmente omofobo e da uomo di estrema sinistra in una regione sostanzialmente di destra. Ancora nel 2005, quando vinse per la prima volta le primarie del centrosinistra e poi le elezioni regionali in Puglia, attirava vastissimi consensi e altrettanti entusiasmi e speranze. E forse li meritava davvero. Poi però è accaduto qualcosa: forse il potere gli ha dato alla testa, forse la coda di paglia dell’ex giovane comunista ha avuto il sopravvento, o forse quel delirio di onnipotenza che talvolta obnubila le menti degli onesti l’ha portato a pensare che ogni compromesso al ribasso gli fosse lecito, perché lui era Nichi Vendola. (altro…)

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