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Posts Tagged ‘Ingroia’

L'iter parlamentare

L’estate, si sa, è sempre galeotta. Tutti assopiti sotto l’ombrellone, compresa la grande informazione sempre più soporifera, è la stagione preferita dai malintenzionati per operare indisturbati. Così ha sempre fatto la mafia per colpire quando la tensione cala. E sta succedendo anche quest’estate. Ma non è dalla mafia che dobbiamo guardarci stavolta, pur tenendo alta la guardia di fronte ai rischi crescenti per i pm di Palermo, e Di Matteo in particolare. Questa volta l’attentato si sta consumando in Parlamento e la vittima predestinata è ciò che di più bello e importante ci resta, l’ultima ancora di salvataggio della nostra democrazia: la Costituzione. E la data in cui si compie l’assalto definitivo alla diligenza è già stabilita: il 29 luglio. Giorno in cui approda alla Camera per la sua definitiva approvazione la modifica dell’art. 138. Un articolo apparentemente anonimo, che è invece l’architrave dell’impianto costituzionale, che fa della nostra Carta una costituzione rigida, forte, una vera cassaforte. (altro…)

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ingroiaBrindisi, festeggiamenti, carnevali di Rio, hip-hip-hurrà: Antonio Ingroia lascia la magistratura. Fuori un altro pm bravo, un rompipalle in meno. Metti che, dopo Dell’Utri, Contrada e centinaia di mafiosi, facesse condannare qualcun altro disturbando le larghe intese con processi divisivi. A onore di Cosa Nostra, va detto che l’esultanza dei picciotti è stata molto più contenuta di quella di certi magistrati e del Csm. “Ingroia lascia la politica? Ce ne faremo una ragione”, ha commentato entusiasta Michele Vietti, per anni compagno di partito di Totò Cuffaro, dunque vicepresidente del fu autogoverno dei giudici. Incontenibile il giubilo di Vittorio Borraccetti, celebre per inchieste trionfali tipo Unabomber, dunque leader di Magistratura democratica e membro del Csm: “Ingroia ha danneggiato la magistratura e la credibilità di quello che ha fatto prima” e le sue accuse al Csm di averlo messo sotto tiro per le sue indagini è “inaccettabile: nessuno l’ha punito né ha ostacolato l’indagine sulla trattativa”. (altro…)

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Per anni e anni Antonio Ingroia è stato considerato l’erede professionale di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Di Borsellino era stato anche sostituto nella Procura di Marsala. Poi l’aveva seguito alla Procura di Palermo e se l’era visto uccidere da Cosa Nostra neanche due mesi dopo l’assassinio di Falcone.

Invece di scappare verso uffici più comodi, è rimasto a lavorare a Palermo in procura, divenendo titolare o contitolare di importantissime indagini antimafia che l’hanno esposto a rischi gravissimi: costringendolo a vivere perennemente circondato da militari, cani lupo, filo spinato e sacchetti di sabbia persino sul pianerottolo di casa. Grazie al suo sacrificio, al suo impegno e ai lusinghieri risultati ottenuti, Antonio Ingroia è anche diventato – per moltissimi italiani, non solo magistrati – unpunto di riferimento e un modello. Poi, di colpo, è finito nel punto d’incrocio della raffica di assalti furibondi scatenati ormai da anni contro la magistratura e in particolare contro l’antimafia che nella Procura di Palermo ha sempre avuto un suo epicentro.  (altro…)

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ingroiaIngroia dice addio alla toga e accusa “Punito dal Csm per le mie inchieste non vogliono che indaghi la mafia”.
“È stata la scelta più sofferta, ora farò solo politica”.

ROMA— Antonio Ingroia sta per fare la sua scelta di vita. Lascia la magistratura e passa alla politica. «È stata la decisione più sofferta dei miei 54 anni». Dopo averne passati 25 con la toga addosso il suo addio è colmo di amarezza. Verso i colleghi, e verso il Csm e l’Anm, cui muove puntuali rimproveri. «Per mesi mi sono sentito un uomo e un magistrato solo, ma non ho mai smesso di difendere la Costituzione e di cercare la verità su chi, e soprattutto perché, ha ucciso il mio maestro Paolo Borsellino ». Ora la sfida è un’altra, «portare in politica la grande passione per la giustizia, la verità e la Carta, visto che stiamo attraversando una vera e propria emergenza costituzionale».
Si avvicina il 22 giugno, quando prenderà forma Azione civile, il suo movimento. Come prevede di presiedere quell’assemblea, con o senza toga?
«No, ho deciso a malincuore di abbandonarla. Non ci sono più le condizioni perché la tenga ancora indosso e ci sono invece delle gravi ragioni per le quali è venuto il momento di dedicarsi a tempo pieno all’attività politica. (altro…)

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MessineoPER IL CSM È COLPA DI MESSINEO LA “FUGA” DI MESSINA DENARO.

IL PROCURATORE SAREBBE “DEBOLE” E “CONDIZIONATO DA INGROIA”.

Il gip di Caltanissetta lo proscioglie dall’accusa di aver violato il segreto istruttorio per favorire un amico, ma nello stesso giorno il Csm lo crocifigge con una raffica di contestazioni che lo definiscono un “capo debole” e così “condizionato da Antonio Ingroia” da suscitare “un clima pesante” tra i colleghi, specialmente nella gestione dell’indagine sulla trattativa mafia-Stato.

ORA IL PROCURATORE di Palermo Francesco Messineo rischia di dover lasciare l’ufficio. La prima commissione di Palazzo dei Marescialli, presieduta dal Pd Glauco Giostra, ieri ha aperto nei suoi confronti la procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale. Tutti favorevoli, tranne il laico del Pdl Niccolò Zanon che si è astenuto. “No comment” si limita a dire Messineo, che però per tutta la giornata appare scosso davanti alla contestazione di aver “perso piena libertà e indipendenza nei confronti” non solo di Ingroia, ma anche del pm “Lia Sava”. (altro…)

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Divisivi.

O i pm di Palermo sono degli incapaci, che non sanno fare il proprio mestiere.
Oppure il problema è in chi li giudica.

In entrambi i casi, sono divisivi.
Dopo IngroiaMessineo.
Anziché dividere la mafia dallo stato, sembra che si voglia dividere certi pm dalle procure ..

Da unoenessuno.blogspot.it

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ingroia chiUno straniero che si trovasse a passare in Italia in questi giorni, nel leggere certi titoloni contro Antonio Ingroia, penserebbe che l’ex pm di Palermo sia stato colto con le mani nel sacco a rubare, a dire falsa testimonianza, a trescare con mafiosi, a coprire assassini, a corrompere minorenni. “Ingroia, vai a lavorare”. “Ingroia ha mentito anche a se stesso” (Libero ). “L’antico vizio di sentirsi il più antimafia di tutti. Ecco perché ha fallito il giudice palermitano coccolato dai media” (La Stampa). “Il finale grottesco del giudice Ingroia” (Repubblica ). Cos’ha fatto Ingroia per meritarsi tutto questo? Si è candidato in politica come decine di suoi colleghi, ha perso le elezioni, ha chiesto il permesso di lavorare in un incarico extra-giudiziario – quello di commissario delle esattorie siciliane – a metà stipendio. (altro…)

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PDIl sindaco di Firenze, anzi di Firenzi, Matteo Renzi accusa Ingroia e Rivoluzione Civile di “autogol” perché farebbe “vincere Berlusconi”. Bersani ripete che “c’è un solo voto utile per battere la destra ed è il voto al Pd”. Per carità, in politica e soprattutto in campagna elettorale ciascuno tira l’acqua al suo mulino. Ma c’è qualcosa di intellettualmente disonesto nel ricatto “o voti Pd o vince B.”. Non stiamo qui a ricordare tutte le volte in cui il centrosinistra resuscitò B. da morte sicura, o accusò noi antiberlusconiani di impedire il dialogo con B. e il reciproco riconoscimento fra destra e sinistra (prima l’accusa colpì i girotondi, poi fu usata dai vertici Ds per cacciare Colombo e Padellaro dall’Unità). Nel 2008 il neonato Pd predicava “le riforme insieme” a B., tant’è che in tutta la campagna elettorale Veltroni evitò accuratamente di nominare “il principale esponente dello schieramento a noi avverso”. (altro…)

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VauroConosco Antonio Ingroia da 15 anni e non l’ho mai sentito paragonarsi a Falcone o a Borsellino. Semplicemente gli ho sentito ricordare due dati storici: nel 1988, neomagistrato, fu “uditore” di Falcone; poi nell’89 andò a lavorare alla Procura di Marsala guidata da Borsellino, di cui fu uno degli allievi prediletti. Nemmeno l’altro giorno Ingroia s’è paragonato a Falcone. S’è limitato a ricordare un altro fatto storico: appena Falcone si avvicinò alla politica (e di parecchio), andando a lavorare al ministero della Giustizia retto da Martelli nel governo Andreotti, fu bersagliato da feroci attacchi, anche da parte di colleghi, molto simili a quelli che hanno investito l’Ingroia politico. (altro…)

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“Ho guardato le liste, studiato un po’ l’operazione e devo dire che “Rivoluzione civile” non mi convince. La stima per il magistrato Ingroia è fuori discussione, come pure il fatto che molti punti del suo manifesto sono condivisibili. Quel che mi lascia perplesso sono i seguenti elementi.
1. Il leaderismo. Si punta tutto sul nome di Ingroia, messo a caratteri cubitali nel simbolo, candidato in tutte le circoscrizioni, specchietto per le allodole, come Berlusconi.
2. L’ambiguità magistratura-politica. Quando sei così esposto per le indagini che hai condotto, da ultima quella su Stato e Mafia, dovresti riflettere un po’ di più prima di andartene in Guatemala e poi entrare in politica, dopo settimane di traccheggiamenti e senza prima prendere la decisione, non obbligatoria ma in questo caso opportuna, di dimetterti dalla magistratura. Altrimenti contribuisci ad alimentare la critica, non sempre in malafede, di politicizzazione della giustizia. E rendi ancora più difficile la vita ai colleghi magistrati che lasci in prima linea a Palermo.  (altro…)

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PALERMO — In gioco non c’era solo la revoca del carcere duro: nella drammatica stagione delle bombe del ‘92-’93 i capi di Cosa nostra puntavano a un «nuovo patto di convivenza Stato-mafia per traghettare dalla prima alla seconda Repubblica», cercavano soprattutto «nuovi referenti politici ». E nel ‘94 li avrebbero trovati, ne è convinto il pool coordinato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia: «Il lungo iter di una travagliata trattativa trovò finalmente il suo approdo nelle garanzie assicurate dal duo Dell’Utri-Berlusconi, come emerge dalle convergenti dichiarazioni dei collaboratori Spatuzza, Brusca e Giuffrè». Così viene riassunto nella memoria inviata dalla Procura di Palermo al gip Piergiorgio Morosini, che nelle prossime settimane dovrà decidere sul rinvio a giudizio di dodici imputati, fra boss e uomini delle istituzioni. In 27 pagine c’è la storia di un’inchiesta durata quattro anni, che oggi chiama in causa anche l’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, un ex capo della polizia e un ex vice direttore del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, tutti non più in vita. (altro…)

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“INGROIA – D’AMBROSIO – BARILLARO. I TRE GEMELLI SIAMESI. La loro condanna a morte è stata partorita in 24 ore non da un ventre materno, ma da menti finissime, le stesse di cui parlava GIOVANNI FALCONE ? Attento INGROIA! Almeno tu facci una gradita sorpresa. RESTA IN VITA! Perché nessuno ha chiesto l’autopsia e gli esami tossicologici per Loris D’Ambrosio? Forse i magistrati non sanno che basta una fiala di cloruro di potassio in vena per arrestare il cuore e simulare un infarto del miocardio? Anche il più esperto dei medici necroscopi potrebbe cadere nell’inganno e refertare il decesso per IMA (INFARTO ACUTO DEL MIOCARDIO). (altro…)

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I pm di Palermo devono trovarsi una difesa “privata” nel processo voluto dal Quirinale davanti alla Consulta.

Nello studio del talk-show di Rai3 Cominciamo bene ieri mattina è finita tra battute e sorrisi, ma il problema posto dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia è tremendamente serio: “Stiamo cercando un avvocato che ci rappresenti davanti la Consulta nel giudizio di attribuzione – ha detto il pm che ha coordinato l’inchiesta sulla trattativa mafia-Stato – l’Avvocatura dello Stato difenderà il Quirinale, cui la legge attribuisce una precedenza”. Il conflitto sollevato dal Quirinale, dunque, svolta adesso in un paradosso: la pubblica accusa è in cerca di una difesa privata. (altro…)

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PALERMO — Dopo Falcone e Borsellino, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricorda un altro giudice siciliano, Rocco Chinnici. Ed è un nuovo accorato appello perché sia fatta luce sui misteri che avvolgono la stagione delle stragi: «Il primato della legalità, per il quale magistrati come Chinnici hanno perso la vita, resta patrimonio collettivo e baluardo essenziale per una convivenza civile libera dal ricatto della criminalità organizzata». Così il capo dello Stato ha scritto nella lettera inviata ai familiari del consigliere istruttore ucciso nell’83. «Il ricordo di Chinnici, magistrato di grande valore e coraggio – prosegue Napolitano – richiama il lavoro paziente e la lungimirante scelta di una strategia moderna di investigazione per combattere con efficacia il fenomeno mafioso». Il nuovo messaggio del Quirinale arriva in una giornata di polemiche dopo l’intervista rilasciata a Repubblica da Antonio Ingroia. (altro…)

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Dopo Ingroia in Guatemala, manderanno Scarpinato in Colombia?

“Beppe, sicuramente non leggerai queste righe, in ogni modo consiglio di riportare integralmente l’intervento del Magistrato SCARPINATO letto in occasione delle celebrazioni del ventennale della morte di Paolo Borsellino. Credo rispecchi il pensiero degli italiani onesti, che sono la stragrande maggioranza. E’ una lettera che dovrebbe essere pubblicata integralmente fino al giorno delle elezioni politiche del 2013. Si tratta di un documento/testamento di un altro grande Magistrato che ha avuto il coraggio di pronunciare parole dure nei confronti dei responsabili politici a tutti i livelli che “emanano puzzo del compromesso morale” i quali molto probabilmente faranno di tutto per farlo tacere.” Giovanni P., palermo.

Da beppegrillo.itdel 28/07/2012.

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Dopo Dell’Utri, anche Casini fa sapere che non sarebbe affatto “tranquillo” se “mi trovassi a essere processato da Ingroia”, anzi “qualche preoccupazione in più ce l’avrei, a prescindere dalla mia innocenza o colpevolezza”, perché “Ingroia non è affatto imparziale”. Scarseggiando di autostima, Piercasinando non esclude di finire sotto processo a Palermo (forse sa qualcosa che noi ancora non sappiamo), e in quel caso non può giurare sulla propria colpevolezza ma nemmeno sulla propria innocenza, però già sa che non vuol essere processato da Ingroia. Se, prima di dare manforte a Dell’Utri, Azzurro Caltagirone avesse preso ripetizioni dall’avvocato di famiglia Paola Severino, che fa anche il ministro della Giustizia, avrebbe scoperto che Ingroia non potrebbe mai processarlo né giudicarlo, visto che fa il pm. Ora poi, almeno per un anno, non potrà neppure indagarlo perché ha accettato un incarico dall’Onu in Guatemala. (altro…)

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Sono amico di Ingroia e me ne vanto.
Avrei voluto esserlo anche del suo maestro, Borsellino: purtroppo non
ho fatto in tempo e invidio molto i colleghi che quel tempo l’hanno
avuto. Da Ingroia non ho mai avuto una notizia in anteprima. E dire che mi avrebbe fatto comodo. Ma quelli che passano notizie sono pessimi magistrati, di cui mai diventerei amico. Culturalmente, Antonio è un progressista e io un conservatore. Ma ci incontriamo sui valori della Costituzione, che non è né di destra né di sinistra: è di tutti. Perciò Antonio andava d’accordissimo con Borsellino, che da ragazzo era nel Fronte della Gioventù e i colleghi burloni lo salutavano romanamente. Ogni anno, a Palermo, i giovani ex-An ricordano Borsellino perché era “di destra”. Ma nessuno s’è mai sognato di accusarlo di non essere imparziale: di fronte a un mafioso non si domandava se fosse di sinistra o di destra, lo indagava e basta.  (altro…)

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In conferenza stampa il giornalista presenta “Tutti in piedi , entra il lavoro”, la trasmissione-evento in programma venerdì sera a villa Angeletti che sarà trasmessa in esclusiva sul sito del fattoquotidiano.it. Ecco il programma della festa della Fiom: gli appuntamenti da domani fino a sabato con un concerto.

Sullo sfondo la vignetta di Vauro dal titolo Tutti in piedi!, con un operaio metalmeccanico in tuta blu a intimare la scimmia a farsi eretta e diventare homo sapiens. In primissimo piano Michele Santoro arrivato a Bologna per presentare la serata dall’omonimo titolo che si terrà il 17 giugno a Villa Angeletti, parco della prima periferia cittadina. (altro…)

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