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Posts Tagged ‘inquinamento’

Oggi siamo scesi a dirlo in tutta Italia!

Se stamattina avete visto dei “promoter” ai semafori delle vie più trafficate o congestionate in città, erano i nostri volontari! Oggi infatti hanno ironicamente fatto pubblicità a un nuovo prodotto, un detersivo di nome “Diesel”, testato sui nostri polmoni, che lava più grigio di ogni altro sapone, distribuendo volantini e piccoli ritagli di stoffa, brandelli di tessuti stesi all’aperto per settimane e ingrigiti dallo smog, per evidenziare quanto l’aria che respiriamo nelle nostre città possa scurire anche i capi più bianchi.

 

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Con una buona qualità dell’aria notevoli miglioramenti per la salute.

Le concentrazioni di PM2.5 responsabili di 428 000 morti premature in 41 Paesi europei, 59.630 in Italia.

Il nuovo ‘Air quality in Europe — 2017 report  dell’European environment agency (Eea), un’analisi aggiornata della qualità dell’aria e dei suoi effetti, sulla base di dati ufficiali desunti da oltre 2 500 stazioni di monitoraggio in tutta Europa nel 2015, evidenzia che «La maggior parte delle persone che vive nelle città europee è esposta a una scarsa qualità dell’aria». Le stime più recenti dell’Eea  rivelano che «Il particolato fine  continua a essere la causa della morte prematura di più di 400 000 europei all’anno. In Europa i maggiori responsabili delle emissioni di inquinanti atmosferici sono: il trasporto su strada, l’agricoltura, le centrali elettriche, l’industria e i nuclei domestici». (altro…)

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inquinamento-ariaL’Eeb stima che una simile scelta comporterebbe 15.000 morti premature aggiuntive in Italia

Cittadini per l’Aria, per la direttiva Nec al 2030 ambizioni ridotte: -8% per l’ammoniaca e 10% per il PM

La Nec (National emission ceilings) è una normativa istituita a livello europeo, che interviene sulla quantità di inquinamento atmosferico – particelle sottili come molti altri elementi, dal biossido di zolfo al mercurio – che i paesi dell’Ue possono emettere in un dato anno: la Nec, a seconda dei parametri adottati, può dunque consentire o meno di fare da traino alle politiche per la qualità dell’aria nei prossimi 15 anni in Europa, e un primo passo fondamentale è la negoziazione fra il Consiglio, il Parlamento e la Commissione europea, che parte in questi giorni. (altro…)

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Se l’Unione Europea, intesa come i commissari e gli europarlamentari volevano dimostrare ancora una volta l’inutilità dell’Europarlamento, delle istituzioni europee e il distacco dai cittadini, beh ci sono riusciti in pieno.

All’Europarlamento i gruppi di centro destra hanno votato si all’innalzamento deilimiti delle emissioni per i veicoli, piegandosi a quanto chiedevano le case automobilistiche. E la salute? E le il riscaldamento globale? (altro…)

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Natangelo

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Inquinamento

Il dossier

Un rapporto redatto da Bank of America Merrill Lynch suggerisce i metodi per contribuire a vincere la lotta al clima che cambia. A partire da semplici gesti della nostra vita quotidiana.

QUALCOSA si muove, nella lotta al clima che cambia. Se l’accordo di Parigi ha fornito il quadro diplomatico, un bisturi ancora piccolo ma incisivo sta cominciando a entrare in azione. Viene puntato – come sottolinea un imponente rapporto pubblicato da Bank of America Merrill Lynch per il vertice parigino – sui tasselli della vita quotidiana dei normali cittadini che più contribuiscono alle emissioni di anidride carbonica, dall’efficienza dei motori a quella di lampadine ed elettrodomestici.

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Milano

Domani il vertice convocato dal ministro con gli enti locali “Basta stop in ordine sparso, ecco le nostre richieste”.

IL RETROSCENA – Basta con gli interventi a pioggia, le iniziative più o meno fantasiose da dare in pasto all’opinione pubblica. Contro lo smog serve un piano organico, uguale in tutte le aree che abbiano caratteristiche omogenee. Riassume per tutti Stefano Bonaccini, nuovo coordinatore dei governatori delle Regioni italiane: «Non è il momento delle polemiche. Sappiamo bene che non c’è una bacchetta magica per far sparire lo smog dalle città. Ma dobbiamo decidere tutti insieme provvedimenti strutturali, non estemporanei ».

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LA Milano felix dell’ultimo paio d’anni, ordinata, sicura di sé, lustra di Expo e con il suo skyline nuovo fiammante, soccombe come ogni altra città alla mefitica nube di polveri che la avvolge.
I NUOVI grattacieli, in pieno giorno, immergono le loro vette in un cielo opaco, che le ingoia e le cancella. Osservati dal piano stradale, è come assistere a un tuffo al contrario; un tuffo nel mare ignoto che ci sovrasta. Non è più lo smog nerastro e unto che massacrava i colletti delle camicie negli anni Sessanta e Settanta, quando il carbone delle caldaie e i fumi delle fabbriche spalmavano sulla città una patina buia, catramosa. È una moltitudine subdola di particole che l’assenza di vento aggrega in una specie di aerosol permanente, che solo il vento e la pioggia possono lavare via.

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DecalogoROMA – I grandi responsabili della trappola smog sono due assenti: il vento e il trasporto pubblico. Il primo è stato inghiottito dal cambiamento climatico che ce lo restituisce raramente, spesso in forma violenta, qualche volta come tromba d’aria. Il secondo è stato snobbato come arcaico e poco seducente privando gli italiani di un’alternativa di trasporto dignitosa e rinchiudendoli in una nuvola di polveri sottili che corrodono i polmoni. Dietro il dramma di questi giorni ci sono questi due fattori che si combinano formando una micidiale tenaglia. Ma come è stato possibile ignorare per tanti anni la legge a tutela della salute pubblica? E come mai i venti sono mutati in modo così radicale? Il direttore di Legambiente Stefano Ciafani e Riccardo Valentini, membro dell’Ipcc, la task force degli scienziati Onu che studiano il clima, ci aiutano a ricostruire la ragnatela delle dimenticanze colpose.

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Milano

Rapporto dell’Agenzia per l’ambiente europea: 84.400 decessi nel 2012, su un totale di 491mila a livello europeo. L’area più colpita si conferma quella della Pianura Padana.

L’Italia è il Paese dell’Unione europea che registra più morti prematuri a causa dell’inquinamento dell’aria: sono i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea).Secondo questi dati, nel nostro Paese nel 2012 59.500 decessi prematuri sono attribuibili al particolato fine (PM 2.5), 3.300 all’ozono (O3) e 21.600 al biossido di azoto (NO2). Le tre cifre non possono essere sommate a causa di numerose sovrapposizioni fra i tre inquinanti. Tuttavia resta il dato eclatante dell’Italia che guida la triste classifica europea delle morti da biossido di azoto, dovute come noto agli scarichi delle auto, in particolare dai veicoli diesel. Anche sull’ozono siamo primi in Europa, mentre sulle polveri sottili, emesse anche dalla combustione delle biomasse, condividiamo la prima posizione con la Germania.

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La vicendaPignatone scrive ai ministri Galletti, Delrio e Lorenzin sui filtri antiparticolato: “Le indagini confermano pericoli per la salute e autorizzazioni anomale”.

Sostiene Gian Luca Galletti: “Se scopriremo che anche in Italia sono state vendute auto dotate di un software per ingannare i controlli sulle emissioni sarà inevitabile far scattare il blocco delle vendite, ma non abbiamo avuto nessun sentore che questa pratica sia diffusa anche nelle altre case automobilistiche, quindi per ora riteniamo superfluo chiedere informazioni”. Il ministro dell’Ambiente deve essere un uomo distratto. Come vedremo, in Italia la situazione è la stessa denunciata negli Usa: “Una gigantesca beffa ai danni dei cittadini e dell’ambiente”, nella chiusura di un dispositivo datato 30 giugno e inviato a Galletti dieci giorni dopo dalla Procura di Roma. (altro…)

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PER l’Ilva, verrebbe da dire che è successo tutto ieri. L’inchiesta intitolata “Ambiente svenduto” è approdata al rinvio a giudizio di 44 dei 47 imputati. Il governo ha votato, trasferendolo in una nuova legge, il dissequestro dell’altoforno numero 2, dal quale dipende la continuazione della produzione. Gli amministratori straordinari sono andati a riferire in parlamento, e hanno garantito che l’impegno al risanamento è all’80 per cento realizzato rispetto alla scadenza del 31 luglio. La Confindustria si è riunita e ha annunciato di voler tenere il prossimo Consiglio Generale a Taranto. Tutto ieri. Sui giornali si leggono titoli come: “Taranto: scontro senza precedenti fra governo e Procura”. (altro…)

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carbone-greenpeace
L’Unione Europea è impegnata in un processo di aggiornamento dei limiti di emissione delle centrali a carbone negli stati membri. Un’indagine di Greenpeace svela come l’intero processo di aggiornamento di questi limiti sia finito nelle mani dell’industria del carbone, col risultato che gli standard che l’Unione si appresta ad approvare potrebbero essere assolutamente deboli e inefficaci.

Siamo di fronte a un’opportunità che capita una volta ogni dieci anni, per tentare di abbattere emissioni tossiche responsabili ogni anno della morte di migliaia di persone. Eppure rischiamo di perderla.

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trafficoPolveri e ozono fuori controllo nelle città italiane. Cittadini esposti a livelli di smog ben oltre la soglia consentita dalla legge. Tutti i dati nel dossier di Legambiente.
Siamo solo alla fine di gennaio ma la situazione dell’inquinamento atmosferico del 2015 appare già fuori controllo. 32 capoluoghi hanno registrato, dall’inizio dell’anno ad oggi, oltre 10 giorni di superamento della soglia massima giornaliera consentita di PM10 e in 14 si è registrato un superamento un giorno su due. Tra queste città  troviamo tutti i principali centri urbani dell’area padana e alcune grandi città del centro sud, come Roma (12 giorni di superamento) e Napoli (11).  Frosinone e Parma aprono la classifica delle più colpite dalle polveri sottili del 2015 con 20 giorni di superamento del limite.

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trivellazioni-petrolio-adriaticoUn modo per impedire che i petrolieri abbiano la strada spianata a bucherellare i nostri mari c’è: creare un fronte compatto per denunciare il modo inaccettabile con cui i progetti di trivellazione vengono mandati avanti nel nostro paese.

Programmi che fino ad oggi prevedono valutazioni di impatto ambientale carenti e inaccettabili, tra poco, con l’entrata in vigore dello Sblocca Italia, elimineranno il problema alla radice, lasciando che le trivellazioni off-shore vengano autorizzate senza neanche prendere in considerazione il loro possibile impatto sul mare.

Con altre associazioni e ben cinque comuni siciliani abbiamo presentato ricorso al TAR Laziocontro il decreto 149/14 del Ministro dell’Ambiente, che sancisce la compatibilità ambientale del progetto “Off-shore Ibleo” di ENI (otto pozzi, una piattaforma e varigasdotti al largo della costa tra Gela e Licata). E’ la prima volta che in un ricorso presentato contro le trivelle in mare siamo accompagnati da una schiera così folta di ricorrenti, con noi anche WWF e Legambiente, LIPU Birdlife Italia e Italia Nostra, ma non solo anche associazioni di categoria come il Touring Club Italia e Legacoop Pesca Sicilia, ma soprattutto le amministrazioni locali, ben cinque comuni della costa interessata dal progetto, capitanati da ANCI Sicilia.

 

Un fronte così ampio e compatto è la dimostrazione che i “tre, quattro comitatini” di cui parla ilPremier Renzi sono determinati a farsi sentire contro la “follia nera” del governo, e forti di una grande rappresentatività!
Il progetto off-shore Ibleo è il primo nel Canale di Sicilia ad aver ricevuto parere positivo dalMinistero dell’Ambiente, nonostante una valutazione davvero carente e inaccettabile! Gli scenari di rischio, tutti ancora da definire, sono addirittura rimandati a valutazioni successive di non si sa chi!

Non possiamo permettere che – visti i numerosi procedimenti di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) in corso – si proceda nello stesso modo per tutte le altre richieste avanzate daipetrolieri nel Canale!

Il ricorso al TAR è una speranza non solo per la Sicilia, ma per tutti i territori interessati daricerche e estrazioni di idrocarburi! Per agire non c’è molto tempo, ed è necessario unirsi: ilgoverno ha deciso con lo “Sblocca Italia” di di consegnare i nostri mari ai petrolieri, cancellando l’obbligatorietà della VIA per quei progetti di estrazione off-shore posti “in prossimità di aree di altri Paesi rivieraschi”.

Una scelta miope che consegna l’Italia ad uno scenario energetico “del passato”, favorendo il guadagno di poche multinazionali dell’energia e scaricando i rischi sulla collettività.

Noi non ci stiamo, e abbiamo deciso: non fossilizzeranno il Paese e il futuro nel nostro nome. Schierati anche tu: DICHIARATI INDIPENDENTE dalle fonti fossili!

Da greenpeace.org

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mappa-emissioni-c02

I negoziati internazionali per raggiungere un accordo sulle politiche per tagliare le  emissioni di gas serra sono disseminati di ostacoli, incomprensioni e furbizie e, secondo un team di ricercatori statunitensi ed australiani, «Senza valutazioni indipendenti delle emissioni, globalmente coerenti, gli accordi sul clima rimarranno gravati da errori, self-reporting e dall’impossibilità di verificare i progressi delle emissioni».

Per questo il team guidato dagli scienziati dell’Arizona State University (Asu) ha sviluppato un nuovo approccio, il Fossil Fuel Data Assimilation System (Ffdas) per stimare 15 anni di emissioni di CO2, ora per ora, per l’intero pianeta, con una risoluzione spaziale di 0,1°,  fino al livello di singola città ed industria, una mole di dati che fornisce informazioni essenziali ai policymakers. (altro…)

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Centrali a carbone

“Nubi nere all’orizzonte. E polvere: sulle strade, sulle coltivazioni, sulle case, i balconi. Polvere che sporca e uccide: si affollano gli ambulatori medici prima, gli ospedali poi, in un destino ineludibile. Non si tratta di essere gufi: è matematica. Questo è ciò che accade all’accensione di ogni nuova centrale a carbone. Un mostro che sputa fuori arsenico, mercurio, piombo, polveri sottili e altri inquinanti e agenti cancerogeni, uccidendo il territorio circostante con i suoi abitanti, la sua economia e la sua ricchezza.
Sono 13 le centrali a carbone attive in Italia. Tredici buchi neri, non solo velenosi, ma anche – e questo è ancora peggio – inutili. Inutili per un semplice motivo: il picco storico di fabbisogno elettrico è di circa 57 GW (dato del 2007) e la potenza che le nostre centrali idroelettriche, termoelettriche, solari, eoliche, geotermiche sono in grado di sviluppare è di ben 120 GW. (altro…)

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catena-umana-carbone

7.500 le persone unite per protestare contro enorme progetto per lo sfruttamento di lignite a cielo aperto.

Sono state 7.500 le persone da quasi 30 Paesi che hanno formato una catena umana per protestare contro il progetto della più grande miniera di lignite a cielo aperto d’Europa. Sabato 23 agosto le città di Kerkwitz, in Germania, e Grabice, in Polonia, sono state così unite da 8 chilometri di persone mano nella mano. La catena non si è interrotta neanche al confine tra i due Stati, dove la gente manifestava nel fiume Neisse, con l’acqua alle ginocchia, pur di mantenere la continuità. (altro…)

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Goletta Verde

Le migliori Sardegna e Toscana.

Il bilancio di Goletta Verde: sono 12 milioni di italiani senza depurazione.

Il bilancio di Goletta Verde per il 2014 non è davvero positivo, e punta il dito contro la mancata depurazione: «Su 264 campioni di acqua analizzati dal laboratorio mobile di Goletta Verde, il 55% è risultato fuori legge per i parametri microbiologici previsti dalla normativa. Si tratta di un punto inquinato ogni 51 km di costa. Sono 124 i campioni inquinati prelevati presso foci di fiumi, canali e scarichi sospetti, mentre sono 22 quelli relativi a spiagge affollate di turisti».

Le regioni risultate più critiche sono: Abruzzo (89% di punti inquinati rispetto al totale dei campioni prelevati), Marche (83%), Calabria (79%) e Lazio (75%), ma Marche e Abruzzo sono state penalizzate dalle forti piogge precedenti al campionamento. Le situazioni migliori in Sardegna (10%) e Toscana (33%) con alcuni dati anche in questo caso penalizzati dalle piogge. (altro…)

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CONCORDIA
Con un po’ di anticipo sulla tabella di marcia, grazie al meteo favorevole e all’ottima tenuta del progetto ingegneristico che ha rimosso il relitto, la Concordia è arrivata a Genova.

Si conclude la vicenda che è costata la vita a 33 persone e ha inflitto una ferita all’ambiente del Giglio e dell’Arcipelago Toscano e all’immagine del nostro Paese. I nostri monitoraggi non hanno fatto emergere alcun sversamento di idrocarburi o sostanze inquinanti.

Adesso però dobbiamo rivitalizzare il Santuario dei cetacei, rendere efficace il “Decreto anti-inchini” e inaugurare una nuova stagione dello smantellamento delle navi europee nel vecchio continente.

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