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Posts Tagged ‘Jobs Act’

A due anni dalla riforma, un working paper della fondazione Adapt fa il bilancio. Nonostante gli sgravi contributivi, costati circa 20,3 miliardi di euro, “non può dirsi oggi raggiunto l’obiettivo principale”, cioè invertire il rapporto tra i nuovi contratti a tempo determinato e quelli stabili. Nel 2007 erano a termine 13,7 lavoratori su 100, nel 2016 si è toccato il record di 14,4. Inoltre gli incentivi hanno giocato a sfavore dei giovani, il cui tasso di occupazione resta 8 punti sotto il livello pre-crisi.

Che il Jobs Act abbia mancato gli obiettivi di diminuire la precarietà e rendere stabilmente più appetibili per i datori di lavoro i contratti a tempo indeterminato è ormai molto più che un sospetto dei sindacati o un’accusa delle opposizioni: basta guardare gli ultimi dati Inps sull’andamento di assunzioni e licenziamenti nel 2016. (altro…)

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lavoro-precario

Il Dis-Coll era stato introdotto nel 2015 per Co.co.co e contratti a progetto, e riproposto nel 2016. In assenza di nuova proroga, l’Istituto annuncia la fine delle erogazioni per i “licenziati” quest’anno. Il ministero del Lavoro: “Garantire la continuità in attesa di nuova norma”.

Era stata istituita dal governo Renzi con il Jobs act in via sperimentale in caso di disoccupazione. Avviata nel 2015, era stata prorogata per il 2016. Ma non per il 2017: per i collaboratori non sarà più possibile ricevere l’indennità di disoccupazione Dis-Coll istituita nel 2015 a fronte delle cessazioni involontarie di contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Pertanto, in assenza di previsione normativa, spiega l’Inps, “non sarà possibile procedere alla presentazione delle domande di indennità Dis-Coll per le cessazioni involontarie dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, verificatesi dal 1°gennaio 2017″. (altro…)

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jobs

L’intervento del giuslavorista Luigi Mariucci sul pronunciamento della Corte costituzionale, che ha dichiarato inammissibile il primo dei tre quesiti proposti dalla Cgil. “Nel 2003 fu ritenuto ammissibile un referendum che avrebbe esteso la tutela a tutte le imprese a prescindere dalle dimensioni”, ricorda. Per questo “sul piano logico-giuridico la sentenza è fortemente discutibile”.

Nel 2003 la Corte costituzionale ha ritenuto ammissibile un referendum che azzerava la soglia di applicazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, a seguito del quale la reintegrazione in caso di licenziamento ingiustificato si sarebbe applicata a ogni unità produttiva comprese quelle con un solo dipendente (sentenza n.41/2003). (altro…)

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contratti

Di Renzi, ultimamente, mi erano piaciuti l’abolizione finta di Equitalia e il riciclaggio di soldi sporchi. Oggi però si è scoperta un’altra cosa straordinaria: il Jobs Act regna, signoreggia e soverchia. Guardate questo grafico e sognate tutti. Riassumendo alla maniera di Alessandro Robecchi, altro gufo in forze al Fatto Quotidiano. (altro…)

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poletti

La riforma ha cancellato il reato di somministrazione fraudolenta, che si configurava quando un’azienda creava società fasulle a cui affidare alcune attività sulla pelle dei dipendenti, con contratti capestro, stipendi ridotti, abusi negli orari. Un fenomeno che va a braccetto con il caporalato. Il docente: “Sono state aumentate le sanzioni, per cui lo Stato guadagna di più, ma l’operaio perde il lavoro”.

Prima era reato. Dopo il Jobs act, non più. Fino a un anno fa, gli ispettori del lavoro potevano obbligare le imprese colte in flagrante ad assumere i dipendenti sfruttati. Ora i lavoratori perdono semplicemente il posto. E le imprese rispettose delle regole hanno costi più alti e vanno fuori mercato. E’ il quadro dipinto dagli addetti ai lavori a 13 mesi dalla cancellazione del reato di somministrazione fraudolenta. Quello che si verifica quando le imprese creano società fasulle, in particolare cooperative, per affidare loro alcune attività e ridurre così gli esborsi sulla pelle dei lavoratori, con contratti capestro, stipendi ridotti, abusi negli orari. Un fenomeno che va a braccetto con il caporalato e che, non a caso, è evidente in modo particolare nel settore agroalimentare. (altro…)

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festa-lavoro-1-maggio-jobs-act

Questa è la vignetta di Mauro Biani oggi sul ‘Manifesto’. Mi perdonerà se gliel’ho rubata.

Qualche tempo fa parlavo, per lavoro, con un guru della Silicon Valley. L’intervista era sulle tecnologie wearable: quelle che si indossano, insomma. Lui mi spiegava il percorso dei device tecnologici. I primi computer se ne stavano in una stanza, isolati. Poi, con i pc, questi congegni elettronici si sono avvicinati a noi, trasferendosi sulle scrivanie di ogni appartamento. Poi sono arrivati i laptop, che ci stavano ancora più vicini, sulle nostre ginocchia. Quindi gli smartphone: nelle nostre tasche, ormai prossimi al corpo. Il passo attuale sono gli smartwatch e gli smartglass, ormai attaccati alla pelle. In quello successivo, prevedeva il mio guru, saranno dentro il corpo, direttamente. (altro…)

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Una circolare di fine dicembre depotenzia i centri per l’impiego a vantaggio delle agenzie interinali private. Ma elimina anche l’obbligo di iscriversi alle liste di disoccupazione per ottenere i sussidi. Risultato: secondo la ricercatrice Marta Fana “si può ipotizzare che diminuirà la quota di soggetti che cercano lavoro”. Con un impatto positivo sulle rilevazioni ufficiali.

Una quota di disoccupati rischia di sparire dalle statistiche Istat. E non perché hanno trovato un posto, ma solo grazie a un cambio di regole nei servizi per l’impiego, deciso dal ministero del Lavoro. La disposizione è contenuta in una circolare approvata a fine dicembre che recepisce le direttive fornite dal Jobs act. E che, segnalano gli addetti ai lavori, avrà anche l’effetto di depotenziare il ruolo dei centri per l’impiego, a vantaggio delle agenzie interinali private. (altro…)

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La Cassazione ha stabilito che lo Statuto dei lavoratori, comprese le successive modifiche, si applica interamente agli statali. Che dunque, se licenziati, avranno diritto al reintegro solo in casi eccezionali. Umberto Romagnoli, professore emerito di diritto del lavoro all’Università di Bologna: “E’ sempre stato ovvio e neanche la riforma Madia potrà intervenire”.

L‘articolo 18 cade anche per i dipendenti pubblici. Licenziabilisenza possibilità di reintegrazione. Alla faccia delle rassicurazioni del governo, che aveva promesso che le novità del Jobs act si limitavano al settore privato. E ora, anche se i decreti attuativi dellariforma Madia volessero metterci una pezza, ci sarebbe il rischio di incostituzionalità. (altro…)

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cartieraLa cartiera Pigna Envelopes di Tolmezzo giustifica la decisione, appena comunicata a tre operai, con “un calo di produzione”. A marzo aveva fatto assunzioni, sfruttando gli sgravi contributivi, perché gli ordini erano aumentati. I sindacati: “”Mandare via chi è a tempo indeterminato è diventato conveniente”.

l’azienda li ha lasciati a casa. E’ bastato un calo di produzione, così sostiene l’impresa, e il posto fisso ha evidenziato tutta la sua fragilità. Eppure, la società ha potuto beneficiare dei generosi incentivi previsti dalla legge di Stabilità 2015, che esonerano il datore di lavoro dal pagamento dei contributi per tre anni. (altro…)

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Leggo cose interessanti e diverse interpretazioni tecniche della norma che liberalizza l’uso a fini di controllo dei device con cui il lavoratore presta la sua opera, con tentativi di previsione sulle possibilità e i limiti dell’uso dei dati raccolti, sia quelli del traffico sia quelli relativi alla geolocalizzazione, ma anche sui sensori che in alcuni contesti lavorativi vengono utilizzati a fini di sicurezza e che ora potrebbero essere usati anche altrimenti. (altro…)

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LandiniIL SINDACATO SULLE BARRICATE CONTRO L’ULTIMA SORPRESA: DOPO L’ART. 18 TOCCA ANCHE ALL’ART. 4, IL PADRONE CONTROLLERÀ I DIPENDENTI. IL PD: “CGIL STAI SERENA”.

RENZISMO APPLICATO

Se uno viene autorizzato a entrare nei mezzi di comunicazione che usano le persone è difficile non definirlo un grande fratello: è un abuso rispetto alle norme di diritto che esistono sulla privacy delle persone”. Susanna Ca-musso, segretario generale della Cgil, è già pronta a impegnare il sindacato nella pressione sulle commissioni parlamentari che dovranno valutare la delega fino alla possibilità di fare ricorsi anche alla corte di giustizia europea. Per la Cgil, insomma, l’ultima sorpresa del Jobs act, ovvero la possibilità per il datore di lavoro di controllare i proprio dipendenti tramite telefonini, tablet e computer, è inacettabile.   DOPO l’abolizione dell’articolo 18 il governo Renzi, dunque, manda in soffitta anche l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori datato 1970: il divieto assoluto “di usare impianti audiovisivi e altri apparecchi per controllare a distanza l’attività dei lavoratori”. (altro…)

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ControllatiNEL JOBS ACT LA POSSIBILITÀ DI CONTROLLARE TELEFONINI E PC DEI DIPENDENTI SENZA IL SÌ DEI SINDACATI (CHE ANNUNCIANO BATTAGLIA). SEL: UNA MOSTRUOSITÀ.

In un Jobs Act con delega in bianco, come quello realizzato dal governo Renzi, la legge si scopre solo all’ultimo. E così, per quanto fosse annunciato, la modifica delle regole sui controlli a distanza dei lavoratori inserita nel Decreto legislativo su “Semplificazioni e adempimenti a carico di cittadini e imprese” è molto rilevante. Stiamo parlando dell’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori modificato in una forma che consente alle imprese, senza accordi sindacali, di controllare con strumenti telematici i propri dipendenti che si trovino a lavorare in sedi distaccate.   LA NORMA PREVEDE che non siano più necessari “l’accordo sindacale o l’autorizzazione ministeriale per l’assegnazione ai lavoratori degli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione lavorativa”. Questo si dà anche se da quegli strumenti “derivi la possibilità di un controllo a distanza del lavoratore” e se “la possibilità che i dati che derivano dagli impianti audiovisivi e dagli altri strumenti di controllo siano utilizzati a ogni fine connesso al rapporto di lavoro”.   (altro…)

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polettiLA CGIL DENUNCIA LA NORMA CHE ABOLISCE LA SOSPENSIONE DELL’ATTIVITÀ PER CHI OCCUPA PERSONALE IRREGOLARE: “UNA ULTERIORE SPINTA ALL’ILLECITO”.

Con il Jobs Act si potrà condonare anche il lavoro nero. Lo stabilisce la norma inserita in uno dei nuovi decreti legislativi varati l’altra sera dal governo e che ora saranno al vaglio delle Camere. Il decreto riguarda la Semplificazione delle procedure e degli adempimenti e, al punto d) della sintesi pubblicata sul sito di Palazzo Chigi si legge che viene inserita la modifica “alla c.d. maxisanzione per il lavoro ‘nero’ con l’introduzione degli importi sanzionatori ‘per fasce’, anziché legati alla singola giornata di lavoro irregolare”. Il termine “per fasce” fa rizzare i capelli alla Fillea-Cgil, il sindacato degli edili che per prima ha individuato in questa modifica e che, con il suo segretario Walter Schiavella, sottolinea che a una “assoluta emergenza il governo risponde con un’ulteriore spinta de-regolativa”. (altro…)

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ExpoNon c’è alcuna relazione, tecnicamente, tra il Jobs Act e quello che succede all’Expo: con i dipendenti mandati a casa per motivi politici, in sprezzo allo Statuto dei lavoratori. Non c’è nessuna relazione, tecnicamente, dato che il Jobs Act parla d’altro e non modifica quelle parti dello Statuto che impediscono la discriminazione per motivi politici.

Allo stesso modo, non c’è alcuna relazione, tecnicamente, tra il Jobs Act e il mobbing, dato che il Jobs Act non legittima certo le vessazioni e le prepotenze dall’alto verso il basso, nelle aziende.

Però, però. (altro…)

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Jobs act

Ancora un’altra serie di numeri e dati utilizzati per dimostrare la bonta del Jobs Act. Si tratta di numeri ufficiali, che derivano direttamente dalla fonte naturale, il ministero del Lavoro: “Le comunicazioni obbligatorie” relative al mese di aprile 2015 e che descrivono “le dinamiche dei contratti di lavoro”. Sulle agenzie e i siti internet si è letta subito la cifra di 210 mila posti di lavoro in più. Guardando meglio si scopre che i posti in più sono 7.235. Una guerra di numeri, di interpretazioni che ormai sta stancando.   La tesi ottimistica, infatti, mette a confronto le oltre 756 mila attivazioni di contratti registrate a luglio con le 546 mila cessazioni. (altro…)

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lavoro

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Disoccupazione

Sono appena usciti i dati ISTAT: il tasso di disoccupazione torna a salire e si attesta al 13%, il livello più alto da novembre dello scorso anno. Anche la disoccupazione giovanile cresce di 0,3 punti percentuali da febbraio al 43%. Il JobsAct fa aumentare la disoccupazione.
Se al tempo del Duce i treni arrivavano sempre puntuali, con questo governo avviene con la crescita della disoccupazione, Sempre puntuale!

“Ha eroso e corroso. Sottratto e impoverito. Tra il 2007 e il 2014, la crisi economica ha sbranato il potere d’acquisto dei lavoratori e creato una enorme disoccupazione. Per raccontarne gli effetti attraverso i numeri, basti dire che negli anni del “collasso” la disoccupazione in Italia è aumentata del 108,2 per cento, più del doppio rispetto alla media UE. (altro…)

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Il miracolo

DOPO LE SPARATE DEL MINISTRO POLETTI, RIDIMENSIONATE DAL SUO MINISTERO E DALL’ISTAT LA DOCCIA FREDDA INPS: “NEI PRIMI DUE MESI (RISPETTO AL 2014) IL SALDO ASSUNZIONI È ZERO”.

Ben ultima venne  l’Inps, con la perfidia  dei numeri a decretare  la fine  dell’affaire Poletti. Il verdetto:  quanti posti di lavoro ha prodotto  finora il Jobs act? Solo 13  in tutto il Paese, una variazione  statistica dello 0 per cento. Nelle  stesse ore in cui a Palazzo  Chigi si confezionava la nuova  “operazione bonus”, l’Istituto  guidato da Tito Boeri archiviava  la campagna comunicativa  con cui il ministro del Lavoro  ha provato a magnificare gli effetti  della riforma –nonostante  pessimi dati sulla produzione e  fatturato industriale – anticipando  dati incompleti: “Nei  primi due mesi dell’anno ci sono  79 mila nuovi contratti a  tempo indeterminato rispetto  al primo bimestre 2014”, annunciava  Giuliano Poletti a fine  marzo, anticipato di poco  dal tweet di giubilo del premier  Matteo Renzi: “L’Italia riparte”.  UN DATO che riferiva solo le  “attivazioni”, ma non le “cessazioni”. Pochi giorni e il bluff è  scoperto: pressato, il ministero  ammette che considerate le seconde,  le prime sono 45.703  (34 mila in meno).

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Renzi-e-Poletti

Qualche tempo fa qui si notava come il Jobs Act, prevedendo la possibilità di demansionare unilateralmente il lavoratore (seppure di un solo livello, a parità di salario e in caso di mutamenti organizzativi decisi dall’azienda) tenda a creare tra l’altro un fattore facilitante del mobbing o più precisamente del cosiddetto “bullying at work”, cioè di quell’insieme di pressioni, ingiustizie e talvolta vessazioni che vengono esercitate dall’alto verso il basso, dai capi sui sottoposti.

Del tema ho continuato a occuparmi e ci sto lavorando per il mio giornale, cosa che mi ha permesso di approfondire la questione e di intervistare studiosi ed esperti del tema, soprattutto medici psichiatri (per le conseguenze patologiche dello “stress lavoro-correlato”) e giuslavoristi (per le conseguenze legali). (altro…)

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LandiniLa Fiom si prepara alla manifestazione di sabato prossimo a Roma con 300 pullman prenotati da tutta Italia (il corteo sarà da piazza della Repubblica piazza del Popolo). L’appuntamento servirà anche a delineare i primi contorni della Coalizione sociale. Accanto al sindacato, infatti, sfileranno, e parleranno dal palco, precari, partite Iva, studenti, migranti e personalità come Stefano Rodotà (se si riprenderà da una frattura) oppure, al telefono in collegamento dall’Africa, Gino Strada. Possibile anche l’intervento di Gustavo Zagrebelsky. Non è chiaro, invece, se parlerà Susanna Camusso. Il segretario della Cgil ha fatto sapere ieri che sarà certamente in piazza ma non ha ancora deciso se farà il suo intervento. (altro…)

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