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Posts Tagged ‘letta’

Non fossimo in Italia, certe notizie sarebbero preoccupanti. Getterebbero una luce sinistra sulle istituzioni anzi, sui vertici delle istituzioni.
Parlo delle telefonate, intercettate dai carabinieri del noe nell’ambito dell’inchiesta sulla CPL Concordia, tra Michele Nardella quando era vice di Renzi a Firenze e il generale della Gdf Adinolfi

“De Gennaro e Letta ce l’hanno per le palle, sanno di Giulio”. E Giulio è il figlio dell’ex presidente della Repubblica.

I carabinieri del Noe guidati dal colonnello Sergio De Caprio intercettano il colloquio con una cimice sotto il tavolo. Due le partite: la nomina a sorpresa del generale Saverio Capolupo, anziché di Adinolfi, al vertice della Finanza da parte del morituro governo Letta. E la staffetta tra questi e Renzi, amico dei commensali. In questo contesto l’attuale numero due della Guardia di Finanza dice che il figlio di Napolitano “Giulio oggi a Roma è potente, è tutto”.

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Oggi Il Fatto Quotidiano pubblica intercettazioni che, in un paese appena più esigente moralmente del nostro, coinciderebbero con la fine politica di Matteo Renzi. Ovviamente non succederà nulla e quasi tutti, renziani in testa, se la prenderanno non con gli intercettati ma con chi ha pubblicato le intercettazioni. L’11 gennaio 2014, meno di un mese prima di suonare la campanellina come Presidente del Consiglio, Renzi chiama il potentissimo generale e comandante interregionale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi, al tempo indagato per una sospetta fuga di notizie poi archiviata. Renzi gli anticipa la sua idea di “rimpastone”: far fuori Enrico Letta, a cui aveva appena detto di “stare sereno”, in cambio di un posto al Quirinale. (altro…)

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L’8 dicembre 2014 il fiorentino vince le primarie: parte il conto alla rovescia.

 Matteo Renzi entra al Quirinale alle 20 e 30 del 10 febbraio 2014 da segretario del Pd e sindaco di Firenze. Ne esce due ore dopo ed è virtualmente premier: Giorgio Napolitano ha dato il via all’operazione di palazzo che dopo soli 12 giorni lo vedrà giurare come presidente del Consiglio.Durante quella cena i due stringono un patto di ferro, che va dall’accordo sulla sostituzione di Letta, alla composizione di massima della maggioranza di governo fino ad adombrare alcuni equilibri di potere che per l’allora inquilino del Colle non si toccano. Il premier un mese prima al telefono al finanziere Michele Adinolfi aveva dato dell’ “incapace”a Letta: un’opinione che non esitava ad esprimere con tutti . (altro…)

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renzi-napolitano-quirinaleSono vent’anni che leggiamo intercettazioni di politici, e mai una volta che li abbiamo sentiti preoccupati per le sorti dell’Italia, o allarmati per la disoccupazione, la corruzione, la crisi economica, il degrado dei servizi pubblici, o concentrati sui provvedimenti da adottare per migliorare la vita dei cittadini che profumatamente li stipendiano. Non parliamo poi degli alti vertici della Guardia di Finanza, che negli ultimi 40 anni, dagli scandali dei petroli in poi, hanno collezionato – fatte le debite eccezioni – vagonate di arresti, condanne, rinvii a giudizio e avvisi di garanzia per essersi occupati di tutto, fuorché del loro dovere istituzionale: combattere l’evasione fiscale. Che, guarda un po’, se la batte con quella greca per il record europeo e forse mondiale. (altro…)

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Letta

Il primo settembre mi dimetterò  dal Parlamento,  da questo Parlamento:  ho già informato il  presidente della Repubblica”.  Enrico Letta scandisce  l’addio che fa rima con  strappo in prima serata, durante  Che tempo che fa su Rai  Tre. “Andrò a dirigere la  scuola di affari internazionali  Sciences Po di Parigi, vivrò  del mio lavoro” spiega  con calcolata misura a un  Fabio Fazio sorpreso, quanto  contento di commentare:  “Questa è una notizia”.  E di certo fa rumore, il Letta  che annuncia “le dimissioni  da questo Parlamento ma  non dalla politica”, come a  rimarcare che non lascia il  gioco. (altro…)

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Letta

IL 20 MAGGIO 2013 IL “GRANDE BURATTINAIO” MAZZACURATI INCONTRA IL TESORIERE DELLA FONDAZIONE DELL’ALLORA PREMIER E POI CONFIDA: “MI HA DESTABILIZZATO”.

I rapporti tra Enrico Letta e mister Mose iniziano nel 2007 e proseguono – in modo continuativo – dal 2010 al 2012 quando, con tre versamenti da 20mila euro ciascuno, Giovanni Mazzacurati finanzia VeDrò, la fondazione dell’ex presidente del Consiglio. Dagli atti della procura di Venezia era già emersa, con la testimonianza di Roberto Pravatà, il rapporto tra Mazzacurati ed Enrico Letta: “L’ingegnere mi convocò per dirmi che il Consorzio Venezia Nuova avrebbe dovuto concorrere al sostenimento delle spese elettorali dell’onorevole Enrico Letta, che si presentava come candidato per un turno elettorale, attorno al 2007, con un contributo dell’ordine di 150mila euro”. In quell’occasione, racconta Pravatà, il “finanziamento illecito” avvenne con “l’intermediario” di Letta per il Veneto, Arcangelo Boldrin, per il quale fu “predisposto un incarico fittizio per un’attività concernente l’arsenale di Venezia”. (altro…)

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Le banche ringraziano il governo

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MerkelPALAZZO CHIGI MANDA UNA VELINA AI GIORNALI: “SAPEVAMO CHE I NUMERI NON ERANO GIUSTI”. IERI PERÒ IL RIPENSAMENTO: “NON C’È BISOGNO DI NUOVE MANOVRE”. IL NIPOTE NON REPLICA, SACCOMANNI SÌ.

Sapevamo che i numeri non erano quelli che raccontava Letta, ma siamo gentiluomini e non abbiamo calcato la mano”. La velina dello staff di Matteo Renzi, mercoledì sera, è arrivata puntuale ai grandi quotidiani che l’hanno fedelmente riportata nelle edizioni di ieri. In sostanza, il presidente del Consiglio – reagendo alla bocciatura della Commissione europea degli squilibri strutturali italiani – sostiene che Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni abbiano truccato il bilancio dello Stato. Non certo un’informazione da affidare a un sms senza commento, questa è l’era Renzi: velocità, leggerezza, un piglio dilettantesco che riesce contemporaneamente a essere cinico e naïf.   (altro…)

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Palazzo ChigiIL PREMIER STA CREANDO A PALAZZO CHIGI UN SUO STAFF PERSONALE CHE GESTISCA ANCHE LA POLITICA ECONOMICA INTANTO GLI UOMINI DI LETTA SI TRASFERISCONO DA PADOAN.

L’esatta portata della blitzkrieg che Matteo Renzi sta portando alla struttura del potere italiano e alle cordate che l’hanno occupato di recente si capirà solo tra qualche tempo, quando il suo governo inizierà a lavorare. Finora si può dire che l’esercito del premier pare volenteroso quanto raccogliticcio, vagli gli obiettivi, spiccioli i metodi. Poco importa. I grandi giornali lo cantano coi toni sincopati che si devono a un campione della velocità: Renzi prepara “una cabina di regia a Palazzo Chigi”, ma mica “quelle robe collegiali da prima Repubblica”, no una cosa snella, in cui si decide “senza perdersi in chiacchiere” e “lontano dai burocrati che rallentano il lavoro” (Corriere della Sera di ieri). (altro…)

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Renzi

Il mostro di Firenze e il Nipote assassinato. La produzione giallistica del Partito democratico è incessante, copiosa. Dalla carica dei famigerati 101 anti-Prodi alla pugnalate politiche per ammazzare il fu premier Enrico Letta. L’indagine parte dall’immagine regina di martedì scorso: il Nipote entra nell’aula di Montecitorio, non guarda mai il suo successore (in pratica, bissa il gelo della campanella a Palazzo Chigi) e va dritto ad abbracciare Bersani. Ovazione. E schiaffo a Renzi. Il nuovo mostro di Firenze, appunto. (altro…)

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BersaniL’EX SEGRETARIO DEL PARTITO RITORNA IN AULA DOPO LA MALATTIA: “SONO QUI PER ENRICO”, CHIARISCE. E SUL PRIMO MINISTRO: “NON È UMILE. VA AIUTATO”.

I cronisti presidiano il Transatlantico, il corso per lo struscio dei deputati, scrutano l’orologio con ossessione. Ecco, Enrico Letta: no, depistaggio. Corsa verso il corridoio per i fumatori. Ecco, Enrico Letta: no, allucinazioni. E poi accade, e sembrava che non potesse accadere. La porticina che protegge le scale di servizio, via di fuga per i parlamentari, viene spinta con discrezione: ecco, Pier Luigi Bersani.

E l’ex segretario ci mette un paio di secondi per mostrare di essere tornato, e pure in forma: “Io sto bene, voi? Sono qui per salutare Enrico”. E riprende la caccia a Letta in tattico ritardo, mentre Bersani entra in aula e riceve un’ovazione.  (altro…)

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Il confronto

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Maramotti

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Lo scambioLa sincerità non ha casa in politica, come anche la lealtà. Eppure il gesto che ieri ha compiuto Enrico Letta, il ripudio di qualunque segno di affetto verso il presidente del Consiglio, nel brevissimo rito della consegna della campanella a palazzo Chigi, toglie opacità, retropensiero e ipocrisia alle gesta del protagonista. Ritraendo istantaneamente la mano sua da quella di Renzi, che lo guarda per la prima volta con occhi bassi e imbarazzati, e correndo via da una cerimonia che sembra offenderlo, Letta non perde il senso dello Stato (è lì infatti ad adempiere ai suoi doveri) ma non rinuncia a manifestare in pubblico il proprio dolore, la disapprovazione per come gli è stata sottratta la poltrona.  (altro…)

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Giannelli

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PER il modo in cui è stata congegnata, per le doppiezze che l’hanno contraddistinta, per i regolamenti di conti con cui s’è conclusa, l’ascesa di Matteo Renzi alla guida del governo ha il sapore di certi cambi di guardia al Cremlino. Un esorbitante partito- Stato si fa macchina di potere, usa i propri uomini come pedine, li uccide politicamente se ingombrano, tradisce la parola data senza spiegazioni.

Il tutto avviene «a porte chiuse», come nel dramma claustrofobico di Sartre: lontano dal Parlamento, dalla prova elettorale che era stata assicurata, da una società che il partito-Stato non sa più ascoltare senza vedere, dietro ogni cittadino, l’inferno molesto di qualche populismo. (altro…)

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Nardi

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Verdini -RenziTurboRenzi e i mostri della palude: la mitica striscia di Stefano Disegni potrebbe arricchirsi di una nuova impressionante avventura. Senza inventarsi nulla, la realtà basta e avanza. Abbiamo lasciato il fantastico sindaco di Firenze, nonché segretario Pd lanciato a velocità supersonica verso la soluzione lampo della crisi: addirittura domenica sera con la lista dei ministri in tasca, annunciava la stampa amica di Metropolis. Ma ecco che gli alfanoidi, avide creature dell’acquitrinio, gli impongono i loro voleri (più poltrone) e ne frenano la spinta propulsiva, mentre i nemici rottamati agiscono nell’ombra della sinistra assetati di vendetta. Solo l’anziano Caimano gli offre il suo aiuto. TurboRenzi cadrà nella trappola? (altro…)

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L'UnitàDue settimane fa la presidente della Camera, Laura Boldrini, faceva il giro delle sette tv per difendere l’onore violato del Parlamento, paragonare i 5Stelle ai fascisti e definirli “eversori”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si diceva “molto preoccupato per il Parlamento”. Le altre cariche dello Stato e i partiti unanimi facevano quadrato attorno ai sacri palazzi minacciati dalle squadracce pentastellate. Poi nello scorso weekend il neosegretario Pd Matteo Renzi, raccogliendo l’appello di tutto il partito, cuperliani inclusi, decideva di prendere il posto di Enrico Letta, giudicando il suo governo una jattura per il Pd e per l’Italia. Mossa comprensibile e legittima (anche senza passare dal voto: nemmeno Letta era stato scelto dagli italiani), anche se incoerente con le sue dichiarazioni degli ultimi mesi. (altro…)

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La base del PDI renziani contrattaccano: i risultati ci daranno ragione
Il Partito democratico.

ROMA — Un’altra volta il Pd è sotto botta. Persino i renziani commentano che la vittoria del segretario «non è di quelle da festeggiare » e che c’è «una grande consapevolezza del rischio». L’avventura del governo, la speranza del cambiamento sono avvenute in modo traumatico, con la sfiducia del partito pressoché all’unanimità al “suo” premier ed ex vice segretario Enrico Letta. Le caselle di posta di Matteo Renzi, dei leader anche della minoranza sono bombardate di mail di proteste, insulti, ironiche (“Posso avere un sottosegretariato?”), di sfida (“Alle prossime elezioni i 5Stelle arriveranno al 50%”), qualcuna di incoraggiamento (“Forza Matteo, che ce la fai!”). (altro…)

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