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Posts Tagged ‘mafia’

C’è un equivoco di fondo nel parlato politico.
A proposito delle prime indagini sulla morte di Paolo Borsellino si parla delle troppe “incertezze e degli errori” (parole del presidente Mattarella): parafrasi per non dire chiaramente, di fronte al paese del depistaggio da parte di un pezzo dello stato che hanno indirizzato le indagini verso una direzione precisa. Responsabili della strage erano solo ed esclusivamente i mafiosi, non i Graviano, quelli che avevano detto di aver il paese in mano grazie a quello delle televisioni. L’amico del paesano Dell’Utri. (altro…)

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Vandalizzate le immagini alla memoria del giudice davanti a due diversi istituti scolastici del capoluogo siciliano. Prima è stato distrutto il busto del magistrato davanti ad una scuola allo Zen distrutto, poi è stato dato alle fiamme un cartellone con la foto dello stesso giudice. La preside: “Non è una ragazzata. Non so fino a che punto possano essere stati ragazzi”. Il sindaco: “Questi comportamenti confermano che c’è ancora molto fare ma che siamo davanti a un fenomeno che dimostra il nervosismo di ambienti arroganti e mafiosi che non si rassegnano all’inevitabile sconfitta”. (altro…)

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L’allarme del procuratore antimafia Roberti“la mafia è presente in tutti i settori nevralgici dello stato. Legami con massoneria e servizi”.
Ho letto i commenti di molti utenti a questa notizia, sui social: il più comune era“hanno scoperto l’acqua calda”.
Come a dire che la percezione dell’italiano medio conferma in pieno il grido di allarme per cui le mafie non solo si sono infiltrate in settori dell’imprenditoria, ma stanno sostituendosi ai servizi dello stato. (altro…)

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Strage di Via D'Amelio

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La mafia non è solo traffico di droga, estorsioni, racket, prostituzione.

La mafia in questi anni è entrata nelle banche, nella finanza, nell’imprenditoria, grazie alla crisi e alla sua disponibilità di liquidi.

Ma, come ha raccontato il servizio di Presa diretta (dove si parlava tra l’altro del caso Xylella), i boss hanno messo le mani anche sui fondi per l’agricoltura: da questo business nasce l’agguato al presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.
Si è salvato solo grazie alla sua scorta: ora, come le lacrime del coccodrillo, arriva la solidarietà dei politici e dei partiti. (altro…)

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Intervistare il figlio di Totò Riina è un colpo giornalistico. Non come lo sarebbe una conversazione col padre, ma quasi. Eppure, appena lo fa Bruno Vespa, diventa subito una cosa immonda. Rosy Bindi parla di negazionismo, la sorella di Falcone è costernata e Bersani per protesta annulla la sua presenza a «Porta a Porta», gettando sicuramente nella disperazione legioni di fan. Vespa ha tante colpe, dai risotti di D’Alema alla criminologa Bruzzone incombente sulle nostri notti come un incubo. Ma come già accadde coi Casamonica, incontrare il Male Assoluto fa parte del suo mestiere. Quale giornalista sarebbe così pazzo da rifiutare una chiacchierata col califfo dell’Isis? Fallaci, Biagi e Montanelli intervistarono tiranni e banditi alla macchia. (altro…)

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Mafia

Oltre 30mila persone a Messina, ma altre migliaia da Napoli a Reggio Emilia, da Firenze a Torino. Rosy Bindi: “La mafia ha cambiato strategia: uccide meno, ma è più capace di penetrare”.

Dagli oltre 30mila di Messina ai 4mila di Reggio Emilia fino ai 7mila di Torino. E poi Firenze,Napoli. L’Italia, da Nord a Sud, ricorda la 900 vittime innocenti della mafia in occasione della 21esima Giornata a loro dedicata. Oltre 350mila persone si sono ritrovate in piazza in diverse città d’Italia per l’iniziativa nazionale organizzata da Libera. In programma appuntamenti in oltre 2mila luoghi: scuole, fabbriche carceri, parrocchie. (altro…)

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Di Maio

Il vicepresidente della Camera solleva il caso e accusa il governo. Dal Pd richieste di dimissioni e il presidente del Consiglio: “Strumentalizza i martiri”. L’allarme di don Ciotti: “La vicenda del blocco va risolta con un’assunzione di responsabilità dei politici”.

Il fondo per le vittime di mafia fermo da cinque mesi. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio attacca il governo e chiede che venga sbloccata la situazione, il presidente del Consiglio Matteo Renzi risponde: “Mossa misera e meschina”. E’ ancora scontro tra M5s e Pd dopo la protesta del deputato grillinoche in occasione della commemorazione di Don Peppe Diana ha accusato le istituzioni di aver fermato le risorse. (altro…)

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ScarpinatoIl procuratore.

Per Roberto Scarpinato c’è stato un salto di qualità. Prevale un network criminale che offre sul mercato i suoi servizi.

PALERMO – Cosa è la mafia oggi? «Non ce n’è una sola. C’è una mafia popolare che è in crisi, ce n’è un’altra che offre sul libero mercato beni e servizi illegali per i quali vi è una domanda di massa, poi c’è un’aristocrazia mafiosa che ha fatto un salto in circoli ristretti che gestiscono legalmente grandi affari».
Procuratore Roberto Scarpinato, cominciamo dalla mafia che ha fatto il salto .
«Anche nel mondo mafioso c’è stata una selezione della specie. Solo alcune élite criminali partecipano al gioco grande del potere, dove a livello apicale gestiscono le leve della residua spesa pubblica e dei business che richiedono competenze complesse multilivello: dal settore dell’energia a quello delle privatizzazioni.

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mafiacapitale2014

La legge del 1991, Sono 261 i Comuni, oltre alle Asl, commissariati in 25 anni: 88 in Campania, 76 in Calabria e 62 in Sicilia; il primo al Nord fu Bardonecchia in Piemonte.

La par condicio è rispettata. Anche nei comuni sciolti per mafia. Nei primi undici mesi del 2015 sono state sette le amministrazioni rispedite a casa (sei Comuni più il Municipio romano di Ostia): quattro erano riferibili al centrosinistra, tre al centrodestra (fonte Avviso Pubblico, rete dei Comuni contro le mafie). In un caso, ad Arzano, il Comune commissariato nel 2008 quando era guidato dal centrodestra, è passato a una giunta di centrosinistra. Oggi commissariata a sua volta. (altro…)

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rosa_capuozzo_nocamorra

“Le mafie da sempre tentano di salire sul carro del vincitore. E’ nella loro natura infiltrarsi nelle amministrazioni e nella società per fare affari.
Ci hanno provato anche con il M5S a Quarto e succederà anche in futuro. Nessuna forza politica può impedire alla mafia di provare a bussare alla propria porta, ma quando ciò accade quella forza politica ha due possibilità: aprire quella porta e farla entrare oppure sbattergliela in faccia. Il M5S quella porta a Quarto l’ha sbattuta con violenza e sarà sempre così.
A chi ha orecchie per intendere ribadiamo un concetto che per noi è scontato: i voti delle mafie ci fanno schifo. (altro…)

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LocriLOCRI, I DIRIGENTI SOTTO SCORTA.

MA è necessario che il prefetto di Reggio Calabria disponga “adeguate misure di prevenzione” verso una squadra femminile di calcio a 5 perché ci si accorga di quello che sta succedendo laggiù?

NON sappiamo ancora chi abbia minacciato il presidente della squadra Ferdinando Armeni né chi abbia avvicinato alcune giocatrici. E del resto Armeni non ha neppure fatto riferimento nella sua denuncia a ‘ndranghetisti ma più genericamente a “sciacalli”. Sappiamo però di certo che la situazione dello sport al Sud, e ancor più in Calabria, è drammatica.

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C’è ancora un potere che si sottopone a elezioni regolari, in Italia. La mafia. Le intercettazioni dei carabinieri hanno rivelato che nei mesi scorsi la cosca palermitana dal nome democristianissimo di Santa Maria di Gesù è andata alle urne per votare il nuovo Padrino. Esaurita la Seconda Repubblica bipolare di Totò Riina e Provenzano, si è tornati alla Prima anche lì. Non sono mancati gli slogan («Quando parliamo di Cosa Nostra, parliamo di Cosa Nostra») né i dibattiti, svolti per lo più in una barberia infestata di «cimici» che hanno registrato le discussioni tra i favorevoli al voto palese e i fautori di quello segreto, e la preoccupazione di tutti i candidati per il proliferare dei «franchi tiratori»: un’espressione che, trattandosi di picciotti, poteva venire presa alla lettera da qualcuno. Ma alla fine la riforma elettorale (il Mafiosum?) è passata senza colpo ferire e si è votato per alzata di mano. (altro…)

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A I PADRINI mafiosi bisogna riconoscere almeno il merito di essere del tutto indifferenti alla futilità della moda. Le immagini diffuse in questi giorni potrebbero essere state girate venti o quarant’anni fa, forse anche cento: uguali le facce, i gesti, gli abbracci e i baci, identica quella vecchia e forse eterna antropologia maschile meridionale, quella ostentata deferenza a chi ti sta sopra, quella cerimoniosa, barocca affabilità. Come per dire: noi siamo così e lo saremo per sempre, niente può tangere questa maniera di vivere e di pensare, di obbedire e di comandare.

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Fine dell’omertà nel paese di Provenzano: 36 titolari di bar, negozi e ditte hanno trovato il coraggio di denunciare il racket Alcuni erano stati ridotti in miseria.

PALERMO – Molti di loro hanno cominciato a pagare che c’era ancora la lira, e hanno continuato in euro. Dieci, venti, trent’anni di “pizzo” versato alle potenti cosche mafiose di Bagheria, da sempre feudo di Bernardo Provenzano. Qualcuno, come Domenico Toia, alla fine c’è morto, da indigente, rovinato da quella mafia che gli ha rosicchiato fino all’ultimo mattone del suo impero imprenditoriale lasciandolo povero in canna senza neanche la casa. Qualcun altro, come Gioacchino Sciortino, dopo essersi ribellato, non ce l’ha fatta e si è impiccato nel suo magazzino. Per altri 35, invece, imprenditori e commercianti vessati dalle cosche che hanno trovato il coraggio di denunciare, ieri è stato il giorno della “liberazione”. E quei 22 arresti ordinati dalla Dda di Palermo hanno sancito quella che per Bagheria, la città di Renato Guttuso e Dacia Maraini, è una vera e propria rivoluzione.

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i sogni della mafia

Nino Di Matteo Il magistrato contrario alle modifiche del governo all’articolo 4 bis: “Lo volle Falcone, è a rischio la legislazione sui pentiti”.

Palermo – La revisione dell’articolo 4 bis? “Mi sembra un passo pericoloso nella direzione dell’ulteriore svilimento del principio della certezza e dell’efficacia della pena. Non vorrei che oggi nel silenzio, nel disinteresse o nella sottovalutazione generale si iniziasse a realizzare ciò che da sempre ha costituito uno scopo politico essenziale delle mafie”. Dopo che il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha manifestato la sua “assoluta contrarietà” alla revisione dell’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario, da ieri in discussione alla Camera,è assai perplesso anche il pm del processo della trattativa Stato-mafia, Nino Di Matteo:“Oggi–dice–potremmo assistere alla realizzazione di una delle aspirazioni fondamentali delle menti raffinatissime degli strateghi di Cosa Nostra”.  

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Qui

Martedì scorso Rai Storia ha trasmesso un documentario sulla vita del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: attraverso i ricordi personali, figli e le persone con cui ha lavorato, raccontavano alla nipote Dora chi era stato suo nonno.
Così ho avuto modo di scoprire come l’allora colonnello Dalla Chiesa, tornato a Palermo a fine anni 60, avesse già chiara la trasformazione in atto all’interno della mafia.
Si era alla fine della prima guerra di mafia, dove la faida tra le famiglie era scoppiata per gli appalti nell’edilizia pubblica.

Dalla Chiesa e i suoi collaboratori avevamo completato una mappatura di chi comandava a Palermo e in Sicilia.
Quali fossero i rapporto, gli interessi e i legami con la politica: di tutto questo parlò di fronte alla Commissione parlamentare Antimafia. (altro…)

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ellekappa

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Mattarella

RACCOLSE IL CORPO DEL FRATELLO UCCISO DA COSA NOSTRA, IERI DA PRESIDENTE HA CELEBRATO LA MEMORIA DI FALCONE.

Cari ragazzi, oggi abbiamo parlato di come far germogliare una nuova primavera italiana. Serve un impegno corale. Vanno aperte le porte ai giovani. Nessuno deve avere paura. Giovanni Falcone ci ricorda che gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. Quelle idee, ragazzi, hanno bisogno delle vostre gambe. Buon cammino a tutti noi”. Ha concluso così il suo intervento nell’aula bunker dell’Ucciardone, il presidente della Repubblica. Dopo tre anni, a Palermo arriva il capo dello Stato, Giorgio Napolitano era stato presente al ventennale della strage di Capaci e negli anni successivi aveva fatto arrivare la sua voce attraverso messaggi. Sergio Mattarella ha parlato venti minuti nella lunga diretta organizzata da Rai1 e Uno Mattina dall’aula dove si celebrò il ma-xi-processo contro Cosa Nostra.   (altro…)

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Di Matteo

IL MAGISTRATO INTERVIENE AL CONVEGNO DEL M5S SU CORRUZIONE E MAFIA: “PRESCRIZIONE DA RIFARE”.

Dopo la politica degli annunci ora sulla giustizia servono fatti, assieme a un severo cambio di direzione”. È un messaggio forte e chiaro al governo, quello lanciato ieri dal procuratore di Palermo Nino Di Matteo durante il convegno “Corruzione, il nuovo volto della mafia”, organizzato alla Camera dai Cinque Stelle (tra gli oratori, Marco Lillo del Fatto ). È la prima volta a Montecitorio, per il pm antimafia. E in una sala che lo accoglie con una standing ovation, Di Matteo non usa metafore: “Spero che il sistema della giustizia non si traduca sempre in più in sistema duro con i deboli ma blando nei confronti di colletti bianchi e soggetti istituzionali”. (altro…)

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