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Posts Tagged ‘marchionne’

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L’Epa ha accusato Fca di aver truccato i controlli sulle emissioni di migliaia di veicoli. Se vero, la multa potrebbe arrivare a 4,6 miliardi di dollari. Un quarto del valore di mercato di Fca. Che potrebbe non mantenere la promessa di nuovi posti di lavoro negli Usa. Da vedere se Trump lo permetterà.

Le accuse dell’Epa (Agenzia di protezione dell’ambiente) a Fca (Fiat Chrysler automobiles) sono pesanti: software su 104mila veicoli diesel per alterare il funzionamento dei sistemi di controllo delle emissioni. Tutte le automobili moderne utilizzano l’elettronica per ottimizzare la performance dei motori. Non è quindi semplice riuscire a dire se una casa automobilistica ha “truccato” le emissioni. Nel caso Volkswagen, l’azienda è stata accusata specificamente di aver montato un software che riduce le emissioni nelle condizioni tipiche in cui vengono testate. Dunque, in questo caso non ci sono dubbi che ci sia dolo. Ma esiste un’ampia zona d’ombra nella quale è più difficile stabilire se l’elettronica serve per migliorare le prestazioni del motore o piuttosto per aggirare i test sulle emissioni. La domanda da porsi è quindi se Fca abbia tentato deliberatamente di aggirare i controlli, violando gli standard di legge, o se operi nell’ambito discutibile, ma non ovviamente fraudolento di ottimizzazione della performance dei motori. (altro…)

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a-confrontoIl gruppo rischia una multa da 4,6 miliardi di dollari per non aver dichiarato alle autorità alcuni dispositivi.

DETROIT – Una bomba al Salone di Detroit. L’Epa, l’ente per la protezione ambientale degli Stati Uniti, accusa Fiat Chrysler di aver “falsato i dati sulle emissioni” di 104 mila motori diesel montati sulla Jeep Grand Cherokee e sui furgoni con il marchio Ram prodotti dal 2014 ad oggi. Nessuno dei modelli incriminati è stato venduto in Europa. L’ombra di un nuovo dieselgate fa crollare il titolo a Milano, Fca viene sospesa al ribasso quando perde il 16% mangiandosi in poche ore gran parte dei progressi fatti negli ultimi mesi. A New York il calo è del 10,23% dopo le dichiarazioni di Marchionne.

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Marchionne-UAWIn Italia gli vorrebbero fare il monumento (Renzi dixit) per tutte le opere buone che ha fatto.
Ma è in America che Marchionne firma gli accordi col sindacato (UAW), che riesce a strappargli anche la revoca del salario di ingresso (diverso per i neo assunti):

L’annuncio ufficiale è arrivato nel corso di una conferenza stampa dallo stesso Marchionne e dal presidente del sindacato dell’automobile, Dennis Williams. Il contratto riguarda 140 mila dipendenti (considerando tutte le tre grandi case di Detroit, 40mila sono in Fca) ed ha una durata di quattro anni. L’intesa raggiunta per entrare in vigore dovrà essere votata dai lavoratori di Fiat Chrysler. I dettagli non sono stati ancora rivelati, ma Marchionne ha spiegato come una delle decisioni prese riguarda il tema più caldo della trattativa: le paghe dei nuovi assunti.

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Vauro

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FiomSi tratta del compimento di quanto avviato a Pomigliano nel 2010: la fine del contratto nazionale”. La replica di Maurizio Landini alla nuova politica retributiva inaugurata dalla Fca di Sergio Marchionne, e sancita ieri con un verbale di intesa siglato con Fim, Uilm, Fismic e Ugl, è nettta. Il rischio è il ritorno agli anni 50, con l’aggravante di favorire il contratto aziendale e, di conseguenza, il sindacato aziendale. Ieri, i sindacati che sono d’accordo con Fca hanno commentato aspramente le posizioni del segretario Fiom, sostenendo che non è vero che gli aumenti legati ai risultati siano sostitutivi del salario di base. Perché l’accordo che propone Marchionne è per lei così negativo? Perché è la conferma che è definitivamente cancellato il contratto nazionale e i due livelli di contrattazione. Si completa il disegno cominciato nel 2010 e si sancisce che il salario è totalmente variabile e non incide, come avviene negli aumenti contrattati nazionalmente, sulla paga base, su Tfr, ferie, scatti. (altro…)

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ORA che la fu Fiat è una multinazionale con sede legale in Olanda e fiscale a Londra, il Novecento italiano con le sue fabbriche, i suoi operai, i suoi padroni, le sue automobili che passavano ruggenti e luminose tra le stoppie, come nelle poesie di Roversi, è ufficialmente chiuso. Non è la nostalgia di un passato che fu vigoroso ma anche iniquo e sanguinoso, a turbarci. È il profilo indefinito del futuro, che non ha più gli spigoli duri ma nitidi della fabbrica, che non ha più la faccia riconoscibile di Padri e Nonni Fondatori col busto nell’atrio o di leader sindacali in maniche di camicia che guidano il corteo con l’autorevolezza del capo indiano. (altro…)

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Matteo Renzi e Sergio Marchionne in conferenza a Detroit

Mi ha sorpreso, durante il viaggio americano di Renzi, leggere delle lodi e del compiacimento dedicati al primo ministro italiano da Marchionne, che intanto, per precauzione, ha portato via la Fiat dall’Italia. E ascoltare l’elogio di Renzi al “Made in Italy” della nuova azienda ex italiana, insediata a Detroit (Michigan), e intanto spiegare a Marchionne che in Italia solo i “poteri forti” si oppongono alla sua legge contro il lavoro detta “Jobs Act”. Evidentemente i poteri forti sono Landini e Camusso, Fassina e Cuperlo (con i loro miti ritocchi). E intanto Renzi stava festosamente accanto alla persona che ha sottratto all’Italia l’intera tassazione Fiat. C’è un insegnamento in questa serie di modesti eventi. C’è la storia del come si liquida l’uguaglianza, mito e fatti. Provo a raccontare. (altro…)

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Natangelo

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Della ValleDURO ATTACCO IN TV: GOVERNATI DA UN BLUFF CIRCONDATO DA INCAPACI E GAGLIOFFI.

Renzi ha fatto tilt, è in stato confusionale: si crede il padrone dell’Italia ma non lo è. Quello con Marchionne è stato l’incontro tra due grandissimi sòla”. Ospite a Otto e mezzo su La7, l’imprenditore Diego Della Valle carica a testa bassa contro il presidente del Consiglio. Proprio nel giorno in cui su Renzi piombano le critiche della Cei: obiezioni composte a fronte dei colpi di cannone di Della Valle. Il patron della Tod’s parte dal vertice americano tra il premier e l’ad della Fiat: “Renzi e Marchionne sono due persone che non attendono a quello che dicono: non è un mancare di rispetto, cerco solo di essere diretto e preciso… Renzi è stato da un potere forte”. Parole figlie dell’annoso scontro tra l’imprenditore e John Elkann nella partita per il controllo di Rcs e di qualche delusione per i risultati dei treni Italo. (altro…)

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Natangelo

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Montezemolo
La regìa ha sistemato, non per caso, due grandi foto alle spalle del palco: gli stabilimenti Ferrari nel 1991 e oggi.
Nelle differenze tra le immagini sta il lavoro di Luca di Montezemolo che entra con Sergio Marchionne nella sala delle conferenze stampa: «Oggi rassegno le dimissioni dalla Ferrari», dice il quasi ex presidente (il suo mandato scadrà infatti il 13 ottobre, sessantesimo anniversario dello sbarco Ferrari in America e primo giorno della quotazione Fca a Wall Street). Montezemolo parla con commozione dei successi di questi 23 anni e «della notte che l’Avvocato Agnelli pianse al telefono perché eravamo tornati a vincere il Campionato di Formula 1».

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FiomLettera dell’amministratore delegato ai lavoratori “Le proteste rovinano l’immagine dell’Italia nel mondo”.

TORINO – Dura lettera di Sergio Marchionne contro gli scioperi alla Fiat. Ieri mattina l’ad del Lingotto ha inviato ai dipendenti di tutti gli stabilimenti italiani un testo in cui si denunciano «episodi recenti dovuti al comportamento di un’esigua minoranza che hanno causato perdite produttive in un momento delicato e che non vanno presi con leggerezza ». Il riferimento, mai esplicito, è all’ora di sciopero proclamata lunedì scorso dalla Fiom alla Maserati di Grugliasco. Secondo i comunicati Fiat, quello sciopero aveva causato perdite minime alla produzione: «Allo sciopero hanno aderito 209 persone su 2019 causando una perdita di 11 vetture ». (altro…)

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Vauro

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FCA

Saccomanni: “Nulla di irregolare”. Befera: “Verificheremo”
L’auto.

MILANO— «Nulla di irregolare». È la voce del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, a rompere il silenzio sul trasferimento della Fiat all’estero, seguita da quella dello sceriffo delle tasse, Attilio Befera. «Verificheremo il pieno rispetto delle leggi fiscali italiane», ha ribadito più prudentemente il direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Il modello di partenza che Sergio Marchionne ha in mente per fondere la Fiat Auto con la Chrysler è lo stesso utilizzato per le controllate che operano nella produzione di trattori e camion, l’italiana Fiat Industrial spa e la olandese Cnh Nv: la sede fiscale sarà nel Regno Unito, quella legale in Olanda. Una fusione transfrontaliera, in cui una società italiana diventa olandese e stabilisce la sede fiscale in Inghilterra. (altro…)

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In fuga fiscale

SEDE FISCALE A LONDRA, LEGALE IN OLANDA, QUOTAZIONE PRINCIPALE A WALL STREET. E NUOVO MARCHIO.

Ovunque tranne che in Italia. La nuova strategia Fiat potrebbe essere sintetizzata da questo slogan dopo che il Consiglio di amministrazione del Lingotto ha deciso di spostare all’estero sia la quotazione sia la sede legale e la sede fiscale della nuova società frutto della fusione con Chrysler. Si chiamera Fiat-Chrysler-Automobiles (Fca), un acronimo che sembra non aver pensato alle ironie italiane che già ieri circolavano sul web. La sede legale sarà in Olanda, quella fiscale in Gran Bretagna, dove si pagano le tasse più basse d’Europa. La quotazione del nuovo titolo, che Marchionne si augura avvenga entro il 1 ottobre di quest’anno, sarà nel mercato più liquido del mondo, a New York, mentre Milano resta per la seconda quotazione.  (altro…)

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QUANDO le crisi sono devastanti non si può fare a meno dello Stato, perché solo quest’ultimo è in grado di metter fine alla devastazione, solo il pubblico sa scommettere sul futuro senza pretendere l’immediato profitto cercato da cerchie sempre più ristrette di privati. Parlando con Ezio Mauro, nell’intervista del 10 gennaio, Sergio Marchionne dice questo, in sostanza, e l’ammissione è importante. Lo dice raccontando una storia di successo — la fusione tra Fiat e Chrysler — e tutte le fiabe sul mercato che guarisce senza Stato si sbriciolano. (altro…)

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Stabilimenti Fiat

Landini: assicurati dividendi agli Agnelli.

ROMA — «Non si può dire che non si capisca quello che pensa Marchionne ». Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, ha appena letto l’intervista a Repubblica del numero uno della Fiat-Chrysler.
E allora, con il senno di poi, non ritiene di aver perso un’occasione? Perché non condividere il piano di rilancio Fiat?
«No, anzi. Un’occasione persa? Non c’è stata alcuna occasione, purtroppo. A me rimangono tutte le preoccupazioni del caso: sul piano della forma e sul piano dei contenuti. Il giorno prima a Torino la Fiat ci ha detto che il piano industriale non sarebbe stato pubblico prima di aprile e che comunque non lo avrebbe discusso né con il governo né con i sindacati. (altro…)

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Termini Imerese

PROTESTA DEGLI OPERAI DISPERATI DOPO LE PRIME LETTERE DI LICENZIAMENTO PER L’INDOTTO: “ALTRO CHE CONQUISTA DEGLI USA, MARCHIONNE CI CACCIA A CALCI IN CULO”.

Sono operai disperati, traditi e soli. Con loro davanti ai cancelli della fabbrica non c’è nessuno. Deputati regionali, senatori e parlamentari di Roma, quelli che a ogni elezione, puntualmente, bussano alle porte delle loro case per chiedere voti, quelli che nei salottini delle tv sicule, la bocca a culo di gallina e lo sguardo perso nel vuoto, discettano di Mediterraneo e sviluppo, non si vedono. La Fiat chiude, arrivano le prime lettere di licenziamento, a Termini Imerese esplode la rabbia. (altro…)

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