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Posts Tagged ‘napolitano’

La cattiveria

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napolitano

In un paese normale, dice l’ex presidente Napolitano.
Si riferisce alle elezioni, alla durata di questa legislatura.

Di certo non al titolo di cavaliere del lavoro, conferito a Moretti, appena un anno dopo la strage di Viareggio (per cui è stato condannato in primo grado). (altro…)

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napolitano-renzi

Botte da orbi – L’ex procuratore capo e la battaglia contro il suo aggiunto Il ruolo del presidente emerito della Repubblica.

Mai colpo di scena fu più prevedibile: Giuseppe Sala è indagato. Per il più grosso degli appalti Expo, quello della “piastra” su cui è stata costruita tutta l’esposizione. Colpo di scena, perché riapre i giochi che la Procura di Milano voleva chiudere e provoca un terremoto politico, con la strana “autosospensione” del sindaco di Milano. Prevedibile, perché tutto era già stato scritto. In una indagine giudiziaria che ora è esplosa in uno scontro di fatto tra Procura di Milano e Procura generale, dopo essere stata azzoppata, nel 2014, da un altro scontro, interno alla Procura. (altro…)

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renzi-napolitanoDice il presidente Napolitano che questo scontro referendario è diventatoaberrante e almeno in questo ha piena ragione.

Non si può che definire aberrante, infatti, il clima di terrore creato in questi giorni sui possibili effetti economico-finanziari di un’eventuale vittoria del No: quasi che il Pil, l’occupazione e l’economia domestica dei cittadini fossero dipendenti dal fatto che il Senato ha 350 o 100 componenti, eletti a suffragio universale o scelti dai consigli regionali, con le funzioni attuali o con quelle previste dalla Revisione Boschi. (altro…)

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A un certo punto, a oltre metà dell’intervista e una volta esaurito il tema del referendum costituzionale, il direttore di Repubblica passa alla crisi dell’Europa e il presidente emerito gli risponde esprimendo «forte preocccupazione ma senza cedere alla tentazione di toni catastrofici» parlando quindi di Brexit, populismi, euroscetticismi vari. Allora Calabresi gli chiede, ovviamente, “cosa si dovrebbe fare?” e a quel punto Napolitano risponde così:
nap

Non so se lo avete notato, ma a me ha colpito.

E – giuro, con tutta l’onestà intellettuale di cui sono capace – non per prevenzione o pregiudizio verso Napolitano, sulla cui presidenza ho peraltro un giudizio ambivalente. (altro…)

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aquila

Nessun governo ha imposto gli interventi anti-sisma.

Imorti del terremoto impongono un’assunzione netta di responsabilità. Da parte di tutti. Succede ogni volta che la terra trema. La tavola s’imbandisce di buoni propositi. Sarà l’ultimo, è il refrain. Che poi, alla luce dei fatti, sarà sempre il penultimo. Eppure, al netto di quello che forse saranno le responsabilità penali, fin da subito un responsabile esiste ed è la politica italiana, che in decenni di scosse e cadaveri non è stata in grado di chiudere il cerchio attorno a una norma che renda obbligatorio (quantomeno per gli edifici pubblici) l’adeguamento antisismico. (altro…)

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IndecisioniL’ex presidente si erge a tutore di Renzi e lo invita a cambiare il sistema perché ora c’è il tripolarismo. Che però fu già causa della “non vittoria” di Bersani nel 2013.

L’Italicum va cambiato: è ancora una volta Giorgio Napolitano, con un’intervista al Foglio, a dettare la linea. In questo caso ergendosi a tutore di Matteo Renzi, al quale consiglia di prendere l’iniziativa. Perché il premier va salvato da se stesso, come Re Giorgio ha già cominciato a cercare di fare, dicendo urbi et orbi che personalizzare il voto sul referendum è sbagliato. A indicare come “retta via” elettorale il Mattarellum, o comunque un sistema senza ballottaggio, è lo stesso ex presidente della Repubblica che nel maggio 2013 si impegnò, con la forza della sua persuasione, a non far passare la mozione di Roberto Giachetti presentata alla Camera proprio per il Mattarellum, e che nel 2014 fece da “facilitatore” per arrivare alla legge attuale. (altro…)

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Matteo-RenziOgni tanto qualche lettore ci domanda perché guardiamo con tanta curiosità quello che scrivono, ma soprattutto non scrivono gli altri giornali. La risposta è in quello che sta accadendo, ma soprattutto non sta accadendo, sull’affaire Renzi-Adinolfi-Napolitano’s. In un altro paese tutta la stampa stazionerebbe sotto Palazzo Chigi e non leverebbe l’assedio finché non avesse ottenuto le dovute spiegazioni dal premier sui suoi rapporti con B. e con i vertici della Guardia di Finanza, nonché sulle parole dei suoi fedelissimi sull’asserita ricattabilità dell’ex presidente Napolitano per i presunti altarini del figlio Giulio. Così Renzi,oltrea“sminestrare”,sarebbe costretto a chiarire le questioni cruciali ben riassunte qui accanto da Padellaro e Lillo. Invece siamo in Italia e anche questo affare di Stato, dopo qualche lancio di agenzia, articolodigiornaleeservizio,verrà archiviato come l’ennesima fisima del solito Fatto Quotidiano. (altro…)

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Oggi Il Fatto Quotidiano pubblica intercettazioni che, in un paese appena più esigente moralmente del nostro, coinciderebbero con la fine politica di Matteo Renzi. Ovviamente non succederà nulla e quasi tutti, renziani in testa, se la prenderanno non con gli intercettati ma con chi ha pubblicato le intercettazioni. L’11 gennaio 2014, meno di un mese prima di suonare la campanellina come Presidente del Consiglio, Renzi chiama il potentissimo generale e comandante interregionale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi, al tempo indagato per una sospetta fuga di notizie poi archiviata. Renzi gli anticipa la sua idea di “rimpastone”: far fuori Enrico Letta, a cui aveva appena detto di “stare sereno”, in cambio di un posto al Quirinale. (altro…)

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L’8 dicembre 2014 il fiorentino vince le primarie: parte il conto alla rovescia.

 Matteo Renzi entra al Quirinale alle 20 e 30 del 10 febbraio 2014 da segretario del Pd e sindaco di Firenze. Ne esce due ore dopo ed è virtualmente premier: Giorgio Napolitano ha dato il via all’operazione di palazzo che dopo soli 12 giorni lo vedrà giurare come presidente del Consiglio.Durante quella cena i due stringono un patto di ferro, che va dall’accordo sulla sostituzione di Letta, alla composizione di massima della maggioranza di governo fino ad adombrare alcuni equilibri di potere che per l’allora inquilino del Colle non si toccano. Il premier un mese prima al telefono al finanziere Michele Adinolfi aveva dato dell’ “incapace”a Letta: un’opinione che non esitava ad esprimere con tutti . (altro…)

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renzi-napolitano-quirinaleSono vent’anni che leggiamo intercettazioni di politici, e mai una volta che li abbiamo sentiti preoccupati per le sorti dell’Italia, o allarmati per la disoccupazione, la corruzione, la crisi economica, il degrado dei servizi pubblici, o concentrati sui provvedimenti da adottare per migliorare la vita dei cittadini che profumatamente li stipendiano. Non parliamo poi degli alti vertici della Guardia di Finanza, che negli ultimi 40 anni, dagli scandali dei petroli in poi, hanno collezionato – fatte le debite eccezioni – vagonate di arresti, condanne, rinvii a giudizio e avvisi di garanzia per essersi occupati di tutto, fuorché del loro dovere istituzionale: combattere l’evasione fiscale. Che, guarda un po’, se la batte con quella greca per il record europeo e forse mondiale. (altro…)

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napolitano-napoleone-vignettaNon è vero che i giornali servano a incartare il pesce. Essi invece si rivelano vieppiù preziosi per guidare i cittadini nella giungla delle notizie. E non ci riferiamo al nostro, a cui pure siamo molto affezionati, ma alla concorrenza. Per la precisione, a un grande quotidiano di lunga tradizione: La Stampa. Ieri, grazie al lavoro di scavo di una giornalista investigativa di prim’ordine come Antonella Rampino, vi abbiamo appreso particolari clamorosi quanto inediti sull’ex presidente Giorgio Napolitano. Lanotiziavapresaconlemolle, perché è di quelle destinate a terremotare la politica italiana, e non solo quella. Ma anche a mettere in crisi le convinzioni più consolidate degli ultimi anni, anzi decenni, anzi secoli. Nulla, dopo questa rivelazione, sarà più come prima. Noi la riporteremo così come l’abbiamo letta, ben consapevoli di maneggiare materiale incandescente,per non dire esplosivo.E declinando fin d’ora ogni responsabilità,che va interamente attribuita alla scopritrice insieme ai meriti di quella che non esitiamo a definire un’esclusiva mondiale e segnaliamo alla giuria del Pulitzer perché la tenga nel dovuto conto.   (altro…)

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napolitanoÈ vero che la storia non si fa con i se, però su quella degli ultimi anni aleggia un SE grosso come una casa. Questo: se al posto di Napolitano – nel primo mandato o anche soltanto nel secondo – ci fosse stato Mattarella o qualsiasi altro presidente, dove si troverebbe oggi l’Italia? Alcuni fatti degli ultimi tre mesi parlano da soli, perché quasi certamente non avrebbero potuto accadere se Re Giorgio fosse ancora al Quirinale. I costituzionalisti di quasi tutti i giornali hanno cominciato a segnalare i gravi vizi di antidemocrazia e di incostituzionalità dell’Italicum e della controriforma del Senato. La minoranza Pd, pur fra mille contorsionismi, alla fine ha detto no alla legge elettorale del Matteo solo al comando. (altro…)

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Natangelo

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Napolitano

Un giorno, deposti i turiboli e le lingue e depositati gli incensi e le bave, qualcuno stilerà l’inventario dei danni fatti all’Italia da questi nove anni di presidenza Napolitano. Quelli dei governi da lui inventati e/o patrocinati e/o assecondati con firme e moniti temerari, da Berlusconi a Monti a Letta a Renzi, sono sotto gli occhi di tutti: basta leggere i dati dell’economia. Poi ci sono quelli ascrivibili proprio alla sua persona. I primi due si sono puntualmente manifestati durante il trasloco dal Quirinale a via dei Serpenti. Riguardano le due Procure più importanti d’Italia assieme a quella di Roma: quella di Milano e quella di Palermo che, diversamente da Roma, nell’ultimo trentennio hanno dato diversi grattacapi al sistema di potere di cui Napolitano è il santo patrono e il lord protettore.   Poi a Milano è giunto Bruti Liberati che, nei limiti del possibile, ha sempre mantenuto un filo diretto con il Colle, guadagnandosi l’eterna gratitudine del supremo inquilino. (altro…)

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Vauro

Da una lacrima sul viso, uno capisce molte cose. Ma qui si esagera: è un’alluvione, un’inondazione, una cascata, un diluvio. Peggio dei funerali di Stalin, di Mao, di Kim il-Sung, peggio dell’attentato a Togliatti. Facce da Urlo di Munch assistono attonite e sconvolte all’imprevedibile dipartita, fingendo di averla scoperta ieri mattina: l’abdicazione di Re Giorgio I e II di Borbone. Che per fortuna è vivo e vegeto. E mica trasvola a Cascais: trasloca di 360 metri, dal Quirinale in via dei Serpenti nel rione Monti (potenza della toponomastica). Abbiamo sempre detto che il momento migliore della sua presidenza sarebbe stato quello delle dimissioni, e così è stato: Napolitano ci ha lasciati senza fanfare, trombette e rulli di tamburi, con una cerimonia sobria e a ciglio asciutto. (altro…)

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Se ne va (Vauro).

Vauro

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napolitano-presidente-bisSono contento di tornare a casa”, dice Re Giorgio alla vigilia dell’abdicazione. Purché, si capisce, “le mie dimissioni non blocchino le riforme” (Repubblica). Ci mancherebbe. E sempre nella “speranza di un segnale di unità” (Corriere). “Un bell’applauso al presidente Napolitano!”, incita il capoclaque Renzi al Parlamento europeo, purtroppo deserto come nemmeno quello italiano. “Scommetto che il presidente lo eleggiamo subito al quarto scrutinio”, aggiunge il premier, che nei ritagli di tempo è “al lavoro per un 2015 felix”, anche perché “il Patto del Nazareno con Berlusconi tiene” e son soddisfazioni. La stampa di corte assicura che si procede sul “modello Pertini”, anzi sul “modello Fanfani”, senza dimenticare il “modello Andreotti” e il “modello Moro”, ma anche l’“asse con Prodi” e il “disgelo con Bersani”. (altro…)

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Natangelo

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La sediaAvete notato che manca una settimana esatta dalla data presunta delle dimissioni di Giorgio Napolitano, e Giorgio Napolitano non ha ancora comunicato ufficialmente la data delle sue dimissioni? Tutti, a Palazzo, sanno che se ne andrà probabilmente il 14 gennaio, ultimo giorno del semestre italiano di presidenza Ue (a proposito: ce l’avevano presentato come un evento epocale e poi non se n’è accorto nessuno). Resta solo un piccolo dettaglio: avvertire noi cittadini. Che, com’è noto, siamo un po’ come i cornuti: sempre gli ultimi a sapere. Dunque, ammesso e non concesso che il monarca non ci ripensi, fra una settimana finirà anche l’ipocrisia dei politici che sinora hanno evitato – almeno pubblicamente, nello spettacolino che mettono in scena ogni giorno per noi – di nominare i suoi possibili successori. E inizieranno le danze. (altro…)

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